Descrivo ora un'escursione tranfrontaliera compiuta lo scorso 15 luglio. Già tentata (da me ed Alberto) nel 2006, ma allora avevamo dovuto desistere causa maltempo. Quest'anno abbiamo deciso di partire ed arrivare a Roccavione (CN). Verso le 3 partiamo alla volta di Valdieri. La temperatura è fresca al punto giusto, la velocità commisurata a quello che ci aspetta. A Valdieri sosta di rito alla fontana e parziale svestizione: ci aspetta la prima asperità della giornata. Madonna del Colletto inizia con una rampa al 18 %, ma poi la pendenza diventa amica e la strada scorre "veloce" sotto le
ruote. Chiaccheriamo interrotti di tanto in tanto dai rumori di qualche animale che si muove nell'oscurità. La discesa successiva verso Festiona la percorriamo con i freni tirati, dato il cattivo stato del manto stradale. Arriviamo sulla militare che albeggia e, a Pratolungo, ci sorprende il posto tappa riservato ai camminatori diretti al santuario di S. Anna. Sosta d'obbligo per un gradito the caldo, prima di iniziare la lunga salita verso il Colle della Lombarda. Superiamo frotte di pellegrini e, senza neanche tribolare troppo, arriviamo al bivio per il santuario. Di lì in avanti solitudine assoluta e panorami idilliaci ci accompagnano fino al Colle, dove giungiamo sorprendemente in anticipo rispetto alla tabella di marcia. Decidiamo di indugiare a lungo sotto i primi raggi di sole, con la scusa di dover fare il primo pieno di energia. In realtà attendiamo anche che si scaldi un po' l'aria nel fondo del vallone che stiamo per affrontare, memori del gelo vissuto in altre occasioni ... In effetti la discesa è meno fredda del solito: anzi ad Isola ci tocca levarci un bel po' di vestiario di dosso. Scendiamo la luga Val Tinée superando l'abitato di St Sauveur, dopo il quale svoltiamo decisamente a sinistra in direzione di St Martin Vesubie. Siamo ai piedi della terza asperità, il Col St Martin, al cui apice hanno sede alcuni impianti di risalita per sport invernali. La salita è molto bella e costantemente su pendenze abbastanza pedalabili (7 - 8 %). Il Colle purtroppo è colonnizzato da strutture ricettive, tutt'altro ambiente rispetto al precedente. Anche qui rifornimento di vivande proprie, prima di fiondarci in discesa verso St Martin Vesubie. Approfittiamo del bel centro abitato per riempire le borracce e preparare un po' di
integratori: la temperatura ora è decisamente estiva e, in salita, il sudore gocciola dappertutto. Ancora un tratto in leggera discesa e poi svolta a sinistra alla volta del Col de Turini. Proprio su questa salita 6 anni fa fummo sorpresi dalla pioggia: quest'anno invece accuso un deciso calo prestazionale. La salita è abbastanza lunga e non concede grandi spazi per rifiatare. A fatica giungo in cima, dove Alberto mi aspetta da un pezzo: è nero perchè non c'è né una fontana né una panchina per riposarsi un attimo. La sosta è breve e la discesa veloce, Sospel, nel fondovalle, è una sorta di forno, dal quale ripartiamo ringalluzziti dall'acqua fresca di una bella fontana e da un bel po' di
barrette. Il Col de Brouis, in condizioni normali, si fa tutto d'un fiato, ma a questo punto di fiato me ne è rimasto poco ... Mi salva la brevità della salita, e la consapevolezza che è anche la penultima. A Breil tiriamo dritto verso Tenda, la poca pendenza della bassa Val Roya consente velocità dignitose. La storia cambia radicalmente (almeno per me) quando giungiamo ai piedi della salitona finale, sotto l'imbocco del tunnel del Tenda. Sento di aver spillato le ultime energie, giungo al bivio per il Colle vecchio al lumicino. La spia della riserva è accesa da un bel po': so quello che mi aspetta e mi pare impossibile arrivare sin lassù, a 1871 m. Percorro un tratto bici al fianco, ma la sostanza non cambia granché: sono alla frutta ... In uno scatto d'orgoglio balzo in sella, nella speranza di arrivare prima che a piedi. Il calvario sembra non finire mai, anche se insospettabilmente riesco a pedalare anche nei punti più ripidi e sconnessi. Conosco i luoghi (è la terza volta che affronto in bdc questa salita) e pregusto l'avvicinarsi del Colle da molto lontano. Arrivo su che tira un vento gelido: giustamente Alberto mi aspetta un po' sotto, al riparo del muro di una baita/rifugio. Mi rendo conto di essere giunto al limite: sono perorso da brividi ed ho male dappertutto. Mi preoccupano persino i km di discesa che ci separano dall'auto. Ripartiamo che è quasi buio: velocemente superiamo l'abitato di Limone. A Vernante Alberto suggerisce saggiamente di fermarci a prendere qualcosa di caldo. Il freddo non mi è ancora passato e, ai molti turisti in abiti estivi, così come sono vestito ed imbottito (all'interno del locale non mi tolgo neanche il casco) devo apparire come un extraterrestre ! Ripartiamo e questa volta sono cosciente che è fatta: pochi km di pianura e falsopiani ci riconducono all'auto, lasciata lì ben 19 h fa ...