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Detto questo c'è una bella differenza fra
integratori e doping. Con gli integratori vai a colmare una lacuna temporanea nell'organismo col doping quella lacuna non esiste e i tuoi valori naturali vengono portati oltre il 100% del tuo consentito.
Se sono debole di sali minerali e al termine dell'uscita sono, ad esempio, ad un valore di 80, con l'integratore ritorno a 100 e le mie prestazioni sono sì migliorate la volta dopo, ma quelle prestazioni fanno parte del mio bagaglio genetico.
Ma se anziché fermarmi a 100 arrivo ad un livello di 110/120 (ammesso per assurdo che un iper assorbimento di sali minerali faccia andare più forte) le mie prestazioni non saranno più frutto del mio bagaglio genetico, ma saranno condizionate da un fattore esterno. Il doping, appunto. Senza quel 10 o 20 di valore in più non potrei ottenerle perché non mi appartengono........
Il discorso è per l'appunto quello. Con gli integratori ti rimetti a pari in maniera mirata e tutto sommato più sana che se cercassi di rimetterti a pari solo con la normale alimentazione. Una volta ristabiliti i tuoi valori, tutto quel che hai assunto in più diventa cacca o ciccia.
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Ferrari può venirmi a dire con le tavole incise nel marmo che non è doping tutto ciò che non si scopre, ma è una menzogna, è una falsità.
Io credo che la sua fosse una affermazione pratica, una presa d'atto di quella che è (o era) la realtà, non un affermare che è giusto doparsi se non ti fai beccare. Io credo che il senso di quel che gli attribuite lo avrebbe
espresso dicendo "doping è tutto ciò che è vietato, ma se io trovo una nuova sostanza dopante non vietata, allora sono a posto".
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”Tutto ciò che non è prodotto dall'organismo ma è assunto per via esterna e che alteri (questo è il punto fondamentale) il mio bagaglio prestazionale è doping”, anche i sali volendo vedere sono esogeni, .......
Come ti è stato detto, però a quel punto è esogena anche l'acqua, visto che la assumi dall'esterno.
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....... come per assurdo l’epo che ristabilisce i valori di ematocrito diminuiti a causa dell’attività fisica (non so se è vero, ma era per fare un esempio)...........
assolutamente no. L'epo ti porta molto oltre i tuoi valore naturali sanguigni.
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Mettere nero su bianco ciò che effettivamente è doping e ciò che non lo è a parer mio è molto difficile.
In alcuni casi si riesce benissimo, in altri no, da questo la mia frase “è doping tutto ciò che è considerato doping”.
Il difficile è solo arrivare a mettere nelle sostanze vietate nuove sostanze e/o metodologie scoperte, per questo si dice che spesso il doping è avanti all'antidoping. Per il resto salvo poche eccezioni (il salbutamolo ad esempio) è abbastanza chiaro ciò che ti dà un surplus illecito e dunque va inserito nelle sostanze vietate.
Ciao.
Per il tifoso accecato il risultato è l'unica cosa importante, come se la vittoria del nostro idolo ci facesse più fighi e ci allungasse il pisello. L'appassionato che sa leggere l'evento gode dell'evento in sé, se portatore di tifo sano e non cieco, quando vince si fa naturalmente contento e quando perde si dispiace delle sconfitte, ma non si strappa mica via i capelli.
Ai ragazzi che fanno agonismo, in qualunque sport dalla bicicletta, alla pallavolo, al tamburello si dovrebbe insegnare che la cosa che più conta non è la vittoria, ma la ricerca della vittoria: detto semplice semplice che si gareggia assolutamente per vincere, e ci mancherebbe altro, e se si perde non è una tragedia........
Accomuni nel tuo discorso professionisti e ragazzi...nulla di più sbagliato. Per i professionisti di ogni genere, l'obiettivo è e deve essere il raggiungimento del massimo risultato possibile (nel rispetto delle regole e delle leggi in generale), che sia la vittoria o la contribuzione, nel lavoro di staff, alla vittoria. Nel ciclismo, non lo chiedono solo i tifosi, lo chiede, secondo me a ragione, chi fa andare avanti economicamente il carrozzone, ossia gli sponsor i fornitori ecc (e i tifosi de relato). Sul podio ci va chi vince e dunque la scritta dello sponsor la si vede a chi vince (solo l'esempio più immediato).
Per i ragazzi lo sport è un'altra cosa, dovrebbe essere un'altra cosa (non mi dilungo su cosa, credo sia abbastanza intuitivo) e la vittoria non è il fine unico, è solo un fattore, si voglia da stimolo, da premio e, ovviamente, un mezzo se si vuole fare un passo verso il professionismo.
Negli uni e negli altri, la sconfitta non deve essere una tragedia perchè per ragioni diverse, è controproducente che lo sia, tuttavia per un prò equivale, a meno che non porti lui i soldi da sponsor, alla perdita del contratto la sconfitta ripetuta o comunque il non raggiungimento dell'obiettivo massimo prefissato.
Quel che non si vuole capire è che il professionismo sportivo è un mestiere. Come lo è l'avvocato, il medico ecc.All'avvocato è richiesta dalla morale, la tutela dei diritti dell'indagato, dalla prassi l'assoluzione a prescindere. Non può esimersi da questo. Al medico è chiesta la guarigione del paziente e deve fare tutto il possibile perchè ciò accada. Da un avvocato i cui clienti sono tutti condannati, non ci va nessuno. Da un medico i cui pazienti muoiono tutti non ci va nessuno. Al direttore vendite, la vendita dei prodotti che produce il suo capo. Se non vende il capo lo manda via. ecc.ecc.. I ciclisti che vincono sono fra l'altro remunerati ben meglio di molte altre categorie di professionisti, ragione in più per cui si impegnino al 100%.