Stessa cosa capitata a mio fratello a dicembre scorso. Il colpo da dietro è stato talmente forte che è volato sopra la macchina per atterrare dietro di essa e ruzzolare per svariati metri. Schiena, spalla, ginocchio, costole, tutto rotto: l'unica fortuna che non ha battuto la testa perché avendo capito come sarebbe andata a finire mentre era in volo, si è girato offrendo la spalla all'asfalto cercando di tenere sollevato il capo.
Anche lui era sulla striscia bianca laterale con luce posteriore visibile e giornata in pieno sole: oltre c'era solo il fosso! I vigili che hanno fatto i rilievi han chiesto all'automobilista se si fosse reso conto che 50 cm più in là la sua macchina sarebbe stata nel fosso, a che caxxo pensava guidando?!? E lui ha dichiarato, ovviamente: "Non l'avevo visto."
Al momento i medici escludono che potrà tornare in bici, è ancora infiammato e ha ancora dei versamenti nonostante il tempo, le cure, la fisioterapia. La mobilità è abbastanza compromessa, fatica anche a guidare l'auto: come spesso accade in questi casi, soprattutto dopo i 50 anni, è una chimera sperare di tornare come prima, o almeno in buona salute da svolgere le funzionalità di tutti i giorni senza problemi. La pratica assicurativa è praticamente chiusa: la bici è già stata rimborsata, attende a giorni la comunicazione del risarcimento per i danni fisici, ma non saranno i soldi a far cambiare lo stato delle cose, non in questo caso.
Ti auguro di riprenderti e di avere meno strascichi possibili nel tempo: la partita vera è quella, come ne esci dopo. Perché da quello dipendono le scelte che farai o almeno sarai in grado di fare. Mio fratello, ad esempio, non è stato così categorico da non voler più mettere la bici in strada: lui vorrebbe tornarci. Il problema è che probabilmente non sarà in grado. E questo aggiunge ulteriore amarezza ad un tipo di incidente per il quale noi, come ciclisti, non possiamo decidere nulla e nemmeno avere una lontana possibilità di provare ad evitarlo. E' come il tiro al bersaglio