E qui torniamo al punto di cui parlavo sopra: serve una regolamentazione adeguata che faccia dei distinguo.
Prima di tutto, come hai sottolineato, ci vogliono requisiti e regole per fare queste famigerate ciclabili e renderle fruibili per quella che è la loro vocazione. Non può bastare prendere un marciapiede esistente e dividerlo in due con una striscia e su un lato disegnare una bici e apporre il cartello corrispondente all'inizio del marciapiede. Avremo una infrastruttura nata per i pedoni ma con grosse criticità per le bici, e cioè tutti gli esempi che hai citato tu e anche di più, perché non c'è limite a cosa puoi trovare in un contesto urbano se fai diventare un marciapiede una ciclabile.
Queste soluzioni dovrebbero essere vietate o classificate in altro modo, ma la cosa migliore che possa accadere è che rimangano per quello che sono stati pensati, a meno che non si intervenga a livello strutturale per adeguarli all'uso ciclabile.
Seconda cosa serve regolamentare i mezzi che ci possono circolare: una bici da corsa che può andare a più di 30 km/h, una bici elettrica/pedalata assistita non hanno ragione di esistere in una qualsiasi ciclabile quando questa attraversa un contesto urbano e soprattutto divide lo spazio con i pedoni e ha frequenti attraversamenti. Si potrebbero identificare le ciclabili da utilizzare per questi mezzi con appositi cartelli, dopo averle regolamentate, e sarebbero veramente poche in Italia. In tutti gli altri casi il ciclista che può sostenere tali velocità deve essere equiparato agli altri veicoli della strada, e quindi procederà sulla carreggiata insieme alle auto, etc.
Fino a che non ci sarà distinzione adeguata, difficile che ci possa essere il rispetto.