Club AMICI DI PINARELLO (parte terza)

FabB

Pedivella
15 Settembre 2013
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graziella
Se per blasone non si intende uno status symbol da esibire, ma l'insieme di storia (storie), cultura tecnica ma anche dei riferimenti letterari e artistici in genere (pensiamo a quanto la letteratura italiana si è occupata di ciclismo non intesi come semplice attività fisica), cultura formale (ho tenuto per anni una rubrica di analisi formale per auto e motociclette su MotoTecnica e AutoTecnica), allora sì, il blasone è la seconda faccia della mia passione ciclistica. Come, nello stesso modo ho un interesse particolare per le grandi marche automobilistiche che si sono impegnate nelle corse. Per non parlare della inevitabile citazione della storica mostra 'Rolling sculptures' al MOMA di NTC negli anni 50...
Capisco che si possa apprezzare di più un approccio al progetto di tipo Bauhaus, secondo la regola FFF, ma i più grandi capolavori automobilistici riconosciuti come tali potrebbero essere da te rappresentati con il termine di 'giochi arzigogolati'. Possono piacere o non piacere, ma rispondono a stilemi legati ai correlati neurali della bellezza, sempre più consolidati dai recenti studi sperimentali.
Immagino che tutto questo possa legittimamente apparire come sovrastrutturale a chi chiede alla bici di essere lo strumento di una attività fisica, ma può esserci molto di più...
Questo post è musica, grazie!
 
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ma i più grandi capolavori automobilistici riconosciuti come tali potrebbero essere da te rappresentati con il termine di 'giochi arzigogolati'. Possono piacere o non piacere, ma rispondono a stilemi legati ai correlati neurali della bellezza, sempre più consolidati dai recenti studi sperimentali.
Non confondiamo.. in un mezzo composto, indi per cui non semplice.. come un automobile, il discorso ci può stare questo a mio giudizio ovviamente, per un mezzo semplice ed efficacie come lo è una bici un pò meno, ma questa è chiaramente una mia visione e come già detto altrove.. non vado a scovare quella che sarebbe la storia che ha portato a ciò (anche perchè la storia -quella vera- non la sapremo mai a meno di non averla vissuta di prima persona e anche in quel caso non è detto si sarebbe giunti alla giusta interpretazione/visione dell'insieme)
Poi sappiamo che: la bellezza è negli occhi di chi guarda.. quindi su questo non si dovrebbe neppure disquisire.
 
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alvan

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Poi sappiamo che: la bellezza è negli occhi di chi guarda.. quindi su questo non si dovrebbe neppure disquisire.
Io dico sempre che è il 'gusto', negli occhi di chi guarda.
La bellezza è un'altra cosa, che all'interno di una cultura specifica, è un universale.
Non è un caso che elementi comuni alla 'bellezza' sono presenti in tutte le culture, perché riconducibili al principio di regolarità (c'é una interessantissima letteratura scientifica in merito, basata su sperimentazione oggettiva) che si fonda su elementi di base del connettoma umano. All'origine di questi elementi di base (per esempio, tutte le numerose forme di simmetria, di allineamento, di ripetitività, di connessione delle linee curve e texture etc) c'è la necessità dell'uomo esposto al contesto, di riconoscere rapidamente quanto lo circonda e di memorizzare con il più compatto sistema di dati possibile. Poi, in epoca recente, la cultura contemporanea ha sviluppato anche la bellezza della trasgressione, in quanto le necessità di base biologiche sono state integrate da necessità di espressione sociale. E' un discorso complesso ma che va svolto con metodo... e la conclusione paradossale è che non è bello ciò che piace, ma è bello ciò che è bello e piace ciò che piace, senza confondere il piacere (soggettivo) con il bello (collettivo)...
 

PKMic

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Poi sappiamo che: la bellezza è negli occhi di chi guarda.. quindi su questo non si dovrebbe neppure disquisire.

Diciamo anche che ci vuole coraggio a dire che le Dogma (tutte) siano mai state belle...

Te lo dice uno appassionato di Pinarello: quando Google foto mi fa vedere gli album degli anni scorsi e compare una 60 o una 65 inorridisco dal cattivo gusto che avevo avuto nel comprarle :-)xxxx
 
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golias

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e la conclusione paradossale è che non è bello ciò che piace, ma è bello ciò che è bello e piace ciò che piace, senza confondere il piacere (soggettivo) con il bello (collettivo)...
Non sono d'accordo ma questo è e resta per me un argomento di cui l'essere umano non ne verrà mai a capo.. e per fortuna aggiungo ;-)
 

alvan

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Non si era capito :-x
Vi dirò una cosa, il modo con il quale mi pongo rispetto al mondo (formale) delle bici sembra anche a me molto diverso da quello con il quale mi sono sempre posto rispetto agli altri oggetti che mi interessano. La Ferrari più bella di sempre, per me e non solo, è la 250 SWB, la moto la Norton Manx o la 916 Ducati, l'architettura la Ville Savoye di Le Corbusier e via discorrendo. Da qui, dovrei derivare che la bici più bella sia la Bianchi Strada di Fausto Coppi, ma non è così. C'é un di più, anche nella essenzialità, che porta dalla semplicità e basta all'opera d'arte, anche negli oggetti funzionali. E tra la semplicità e basta di una Bugatti T35 e la raffinatezza nella essenzialità di Pinin Farina, che nella 250 SWB sceglie una strada non obbligatoria pur rimanendo nella essenzialità, ci passa la distanza tra l'artigiano e il genio. Così capisco perché, a una analisi formale di una Dogma della serie F, ci vedo quel di più. Le curve della serie F non hanno a che fare con gli arzigogoli posticci di Saoutchik per le Delahaye, ma fanno parte di un'idea complessiva di quel telaio, che è pensato, progettato, come atto volontario. Non a caso le Dogma hanno un autore (cosa rara nelle bici) dei disegni di progetto non banalmente tecnici e, pur nell'essere abbastanza diverse da altre (da cui la possibilità di non piacere), funzionano meravigliosamente bene in galleria del vento (per quello che può essere utile, e pare di sì). Io trovo molto belle quasi tutte le bici top contemporanee, proprio perché escono da quell'aria da 'taglia tubi in officina e saldali' che magari affascina molti ma non chi ama il progetto, la volontà di esprimersi con il progetto e non solo far funzionare...
Mi fa piacere che si sia sviluppata questa discussione perché mi fa riflettere su certe scelte personali...
 

jacknipper

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9 Febbraio 2013
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Colnago per la strada & Kona per il fango
Non sono d'accordo ma questo è e resta per me un argomento di cui l'essere umano non ne verrà mai a capo.. e per fortuna aggiungo ;-)
io, invece, capisco e concordo con @alvan
il bello è oggettivo e universale, il piacere è soggettivo
io le Pina non sono mai riuscito a digerirle, esattamente per i tuoi stessi motivi, ma non posso non riconoscerne la bellezza o il blasone (inteso come lo intende @alvan )
ma poi ho 3 Colnago :==
 

alvan

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Ci infogneremo in un discorso senza fine.. inutile dire che non esiste un bello oggettivo e universale.
E invece è utilissimo, ovviamente intendendosi sul significato di universale, ma neanche troppo. Ovviamente non si parla dell'universale apprezzamento di quel dettaglio, di quello stile, di quella rappresentazione complessa, ma dei così detti correlati neurali della bellezza.
E non è un caso che essendo tutti dei Sapiens derivati da un unico ceppo, l'apprezzamento di certe forme superino l'appartenenza etnica.
La bellezza è una categoria che non esiste, in sé, in natura. La realtà 'è', e basta. La bellezza è un metodo di valutazione della realtà che l'uomo costruisce sulla base dell'architettura del suo connettoma, su principi di ottimizzazione dell'informazione. La bellezza è in buona parte una strategia di avvicinamento al limite di Shannon, più il riconoscimento di alcuni caratteri (per esempio nel corpo umano) più rappresentativi di altri di buona salute, di fertilità, di agilità etc. Tendere al limite di Shannon è utile per vari motivi. In primis il cervello umano, pur con le sue 10 alla 13 sinapsi, non ha una grandissima capacità di memoria, se immaginiamo la quantità di dati che costantemente gli arriva dall'esterno. Ergo deve necessariamente privilegiare e apprezzare quelle forme che gli consentono: riduzione al minimo della quantità di dati a parità di informazione (la simmetria dimezza la necessità di memorizzare dati; la ripetitività anche di più, etc; velocizzare la riconoscibilità (cosa non da poco se devo riconoscere che a sbucare dal cespuglio è una tigre e non una gazzella, e texture nette facilitano). Idem per il 'buono', come per il 'bello'...
Il cervello computa, continuamente, e meno deve computare e più può essere veloce e occupare meno risorse di calcolo.
Tutto questo non è più confutabile, nell'epoca che dispone di brain imaging, di tecniche di lettura di singoli neuroni, di potenza di calcolo che consente di cominciare a impostare reti virtuali di simulazione della computazione del sistema nervoso centrale. E non siamo agli inizi, c'é già un grande lavoro alle spalle.

Poi ci si vuol credere o meno o preferire categorie romantiche del bello e del buono senza che succeda nulla di grave...:-)xxxx
 

golias

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Non a caso le Dogma hanno un autore (cosa rara nelle bici) dei disegni di progetto non banalmente tecnici e, pur nell'essere abbastanza diverse da altre (da cui la possibilità di non piacere), funzionano meravigliosamente bene in galleria del vento (per quello che può essere utile, e pare di sì).
Okay.. ci sta ma ai fini pratici se qualcuno ti dimostra che a nulla servono quegli arzigoli (e di esempi ve ne sono molti) il tutto poi si sposta sul voler possedere qualcosa di unico seppur perdendo in parte quella che sarebbe la concezione del mezzo (semplice ed essenziale.. è una bici e quello era l'intento originario) capisci bene che si entra in una sorta di paralellismo contrapposto che fu tipico tra Galileo (aveva ristretto la scienza alla natura) e Vico che volle assegnare al compiuto anche una parte filosofica.
;-)
 
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alvan

Apprendista Velocista
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Dogma F disk
L'unico appunto che mi sento di fare, in tutte le colorazioni della F (mia compresa) è essere tornati al tubo sella colorato, come nella F10, che rende visivamente molto alto il telaio, facendogli perdere slancio. Il colore, a mio avviso, dovrebbe arrestarsi sulla linea di flusso dinamico marcato dal taglio del tubo in cui si inserisce il reggisella e dalla parte superiore del cannotto. Reggisella e manubrio non giovano alla dinamica visuale e dovrebbero rimanere nero carbonio... Manco a dirlo, forma e funzione ancora una volta andrebbero in parallelo, perché il reggisella non colorato regge meglio montaggi, smontaggi e aggiustamenti... Pelo nell'uovo ma in un oggetto così essenziale i dettagli contano...