Le rpm diciamo che non contano niente, o meglio i test si eseguono sempre in cadenza autoscelta.
Variando rpm, più o meno agile, vari efficienza meccanica e metabolica ma l’optimum lo avrai sempre in autoscelta che rappresenta il miglior compromesso tra efficienza meccanica e metabolica
Per quello che ho capito io, secondo gli autori del libro la cadenza è un qualcosa di soggettivo, che ognuno di noi sceglie in modo automatico (cd. "self-selected"), anche in base alle proprie caratteristiche. Seguendo il tuo esempio, 300w fatti col 52 stressano maggiormente le gambe, mentre fatti frullando stressano di più il sistema cardiorespiratorio.
Dico la mia per confrontarmi con voi.
Concordo sul fatto che se pedalo agile stresso il sistema cardio/respiratorio, se pedalo duro stresso di più quello muscolo-scheletrico.
Sulla cadenza "autoscelta" sono invece un po' dubbioso perchè ritengo che questa sia figlia di come uno si allena; se sei abituato a pedalare agile, troverai più naturale sviluppare la massima potenza con pedalata agile e viceversa.
Quello che non ho ancora del tutto chiaro e se sia bene (almeno dal punto di vista della performance assoluta) allenarsi a pedalare in agilità, anche se sono propenso a pensare che sia cosa buona e giusta.
Il libro considera eccome le rpm; tutta la trattazione della "quadrant analysis" è centrata su quello, cioè sul modo di generare la potenza (più forza o più cadenza); in questo caso mi pare che gli autori stressino molto il fatto di "mimare" negli allenamenti quanto accade in gara, cioè di abituarsi a generare la potenza nello stesso modo in cui capita di generarla in gara.