WKO+: Allenamento basato sui quadranti

eocman

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Il principio teorico è ciò che guida l'applicazione, ed applicabilità e validità della stessa sono conseguenza della sua congruenza con la teoria. E siccome per capire cosa ha importanza dal punto di vista pratico occorre saper individuare cosa non ha importanza, direi che la conoscenza della teoria è un passaggio obbligato. o-o

Apprezzo il tuo spirito, ma per poter pensar ad altre e diverse (quindi mi sembra di intendere sostanzialmente nuove... correggimi se sbaglio) applicazioni pratiche è necessaria una conoscenza approfondita delle applicazioni usualmente adottate e della teoria che c'è dietro, per poter capire se e dove andare ad intervenire per raffinare, correggere, migliorare, semplificare, sostituire. Quindi l'esperienza assume importanza quando va ad affiancare una conoscenza di cui si dispone.
Nella pratica le innovazioni discendono da un errore perché seguire processi e teorie conosciute non ti apre nuove strade. Normalmente se sai dove andare ad intervenire per raffinare, correggere, migliorare, sostituire, non innovi ma tutto al più rendi maggiormente efficace un processo già esistente.
Sono gli schemi conosciuti e che ci danno sicurezza che ci fregano.
Ho postato poco tempo fa questo articolo:

"La considerazione dell'errore in azienda è generalmente legata alla valutazione di attività operative e di processo, in cui la cultura della qualità globale ci ha abituato a prevenire l'errore, cercando di evitarlo. Tuttavia, nei processi di innovazione, molti autori mettono in risalto come l'errore debba essere considerato parte del percorso innovativo e, dunque, dotato di valenze positive.
Infatti chi innova procede per… errori. Pensiamo a Galileo Galilei, il primo a introdurre formalmente il metodo di indagine scientifico, che consiste prima nella formulazione di un’ipotesi poi nella ricerca di conferme.
Se la tesi non trova riscontro, si ricomincia daccapo. Si procede dunque per tentativi! Quando cerchiamo una soluzione a un problema è riduttivo dunque parlare di errore: si tratta piuttosto di un errare tra possibili soluzioni.
Un esempio? La nascita del Post-It. Nel 1968 uno dei ricercatori dell’azienda, Spencer Silver, stava cercando di mettere a punto un adesivo ultraforte. Durante uno degli esperimenti creò invece una colla particolarmente debole. Anziché buttarla e dichiarare il fallimento, la affidò ai propri colleghi sperando trovassero una possibile applicazione. Qualche anno dopo, uno di questi, tale Art Fry, si ricordò della capacità di questa colla di aderire alla carta anche dopo essere stata più volte staccata. Nacquero così i famosi foglietti gialli.
Qual è stato il passaggio in più che ha fatto l’inventore dell’adesivo per i Post-It? Ha condiviso con i propri colleghi il tentativo di creare una speciale colla! E, di fatto, la sua mancata invenzione è stata proprio alla base di un nuovo prodotto."
 

MrSpock

Velocista
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Nella pratica le innovazioni discendono da un errore perché seguire processi e teorie conosciute non ti apre nuove strade.

E questa dove l'hai letta ?
Quello non è innovare, è botta di culo :mrgreen:
Non arrampichiamoci sui vetri, succede raramente nella storia e non c'entra nulla con le discussioni oggetto di questi thread.

Sperimentare qualcosa di nuovo richiede di essere in grado di valutare con obbiettività e i giusti strumenti i risultati che derivano dall'aver intrapreso una nuova strada.
Se uno non ha ancora capito che quando due misure rientrano nel margine d'errore dello strumento di misura non si può dire se le due misure siano diverse o una maggiore dell'altra, non si sta parlando di innovazione grazie ad un per errore, ma si sta semplicemente parlando di analisi sbagliate.

Nel mio campo mi è capitato spesso di fare innovazione, di provare cose nuove (a iniziare dalla Tesi), di migliorare processi, ma questo non è passato dalla casualità. Si formula una teoria che potrebbe migliorare qualcosa, la si mette in pratica, si raccolgono i dati, si interpretano correttamente i risultati e infine si traggono delle conclusioni. Se non si ottengono i risultati sperati si cerca di capirne il perchè al fine di formulare nuove ipotesi correttive. E il giro ricomincia. Se i risultati corrispondono a quanto atteso se ne verifica la ripetibilità fino a giungere ad una casistica significativa che dimostra la Tesi.
Non si avanza a casaccio solo perchè mancano le basi teoriche per valutare i risultati.

"Se la tesi non trova riscontro, si ricomincia daccapo. Si procede dunque per tentativi! Quando cerchiamo una soluzione a un problema è riduttivo dunque parlare di errore: si tratta piuttosto di un errare tra possibili soluzioni.

Procedere per tentativi non vuol dire procedere a caso.
Per trovare una soluzione bisogna saper interpretare i risultati, i margini di errore, le relazioni causa->effetto ecc...

Massimo
 
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Non è che fare errori porta sempre a dei nuovi risultati positivi... Un conto è l'invenzione di un post-it, un altro conto invece è trascurare le leggi della fisica.

ci troviamo davanti a metodi di allenamento che sembrano funzionare (CT dice che qualsiasi metodo se applicato alla fine porta dei risultati ed è una cosa più o meno condivisibile). Il problema salta fuori quando si cerca di dare una spiegazione di tipo tecnico e non avendo le basi si possono prendere cantonate.

Stamattina mi è stato risposto, citando anche una non meglio precisata "elevata resistenza", che per la salita bisogna allenare la forza mentre in piano bisogna allenare la velocità. Mi è subito venuto in mente in mente Lance Armstrong, non credo che le sue prestazioni in salita fossero il risultato di una forza sovrumana rispetto a quella che erano in grado di applicare gli altri ciclisti (altrimenti poteva andare a fare il campione del mondo di sollevamento pesi :p ) ma il suo grande vantaggio è stato quello di riuscire ad associare la velocità alla forza di base. Vedendo pedalare Armstrong mi viene da dire: per andare forte in salita bisogna sviluppare forza e velocità.
Non è che mentre gli altri andavano col 23 a 80rpm lui andasse alla stessa velcoità ma con un 28 a 100rpm (numeri a caso): usava lo stesso rapporto degli altri ma lo "faceva girare" più velocemente e faceva la differenza.
 

MrSpock

Velocista
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Stamattina mi è stato risposto, citando anche una non meglio precisata "elevata resistenza", che per la salita bisogna allenare la forza mentre in piano bisogna allenare la velocità. Mi è subito venuto in mente in mente Lance Armstrong, non credo che le sue prestazioni in salita fossero il risultato di una forza sovrumana rispetto a quella che erano in grado di applicare gli altri ciclisti (altrimenti poteva andare a fare il campione del mondo di sollevamento pesi :p ) ma il suo grande vantaggio è stato quello di riuscire ad associare la velocità alla forza di base. Vedendo pedalare Armstrong mi viene da dire: per andare forte in salita bisogna sviluppare forza e velocità.
Non è che mentre gli altri andavano col 23 a 80rpm lui andasse alla stessa velcoità ma con un 28 a 100rpm (numeri a caso): usava lo stesso rapporto degli altri ma lo "faceva girare" più velocemente e faceva la differenza.

Ne abbiamo giusto parlato qua in un confronto Pantani vs Armstrong sull'Alpe d'Huez :

[URL]http://www.bdc-forum.it/showpost.php?p=3065747&postcount=162[/URL]

Massimo
 

eocman

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E questa dove l'hai letta ?
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Massimo

Forse volevi dire non arrampichiamoci sui testi perché l'ho letta su un libro di management pubblicato da Franco Angeli, editore che su questi temi è un faro.

questo è il libro:
http://www.francoangeli.it/Ricerca/Scheda_Libro.asp?ID=11437

e questo un sunto della presentazione:
Oggi il successo presuppone l'innovazione continua. Ma le parole d'ordine suggestive, gli slogan e le formule semplicistiche non sono delle risposte adeguate. Solo una mentalità completamente nuova -un nuovo atteggiamento nei confronti del successo e dell'insuccesso - può trasformare il nostro comportamento. Lo affermano Richard Farson, autore del bestseller Il management per paradossi. Modelli di leadership per il XXI secolo , e Ralph Keyes, autore del rivoluzionario Chancing It: Why We Take Risks , in questo libro provocatorio.

Secondo Farson e Keyes, la chiave di questo nuovo atteggiamento sta nel prendersi dei rischi. In un mondo in rapido cambiamento dobbiamo confrontarci con il successo non meno che con l'insuccesso. Significa che abbiamo fallito? Solo secondo i parametri dei nostri nonni. Sia il successo che l'insuccesso sono dei passi avanti verso il progresso, dicono gli autori. Dopotutto, la rinascita della Coca-Cola è nata direttamente dalla debácle della New Coke, e una grave crisi finanziaria ha obbligato l'Ibm a reinventarsi completamente.

Le persone sagge accettano i propri errori come passi necessari sulla via che porta al successo. Sanno anche che il miglior modo per restare indietro in un'economia frenetica è affidarsi a ciò che ha funzionato in passato, come fecero a suo tempo la Polaroid e la Xerox. Altre aziende, come la 3M e la GE, sono rimaste sulla cresta dell'onda incoraggiando gli innovatori anche quando fallivano. Farson e Keyes definiscono questo approccio illuminato sperimentazione produttiva attraverso gli errori. La loro tesi è che invece di premiare il successo e di penalizzare l'insuccesso, dovremmo sforzarci d'imparare dall'uno e dall'altro. Paradossalmente, osservano, meno ricerchiamo il successo e meno rifuggiamo dall'insuccesso, più è probabile che otteniamo dei risultati brillanti.

Ripeto sono gli schemi che ci freganoo-o
 

GiAnFrA

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Non è che fare errori porta sempre a dei nuovi risultati positivi...

Concordo totalmente ma è una semplificazione rispetto al concetto che ho postato.

Nella pratica le innovazioni discendono da un errore perché seguire processi e teorie conosciute non ti apre nuove strade.

"Tuttavia, nei processi di innovazione, molti autori mettono in risalto come l'errore debba essere considerato parte del percorso innovativo e, dunque, dotato di valenze positive.
Infatti chi innova procede per… errori." "
 

MrSpock

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E vabbè stiamo andando OT e mi fermo qua.

Qui non si capisce la differenza tra avere nuove idee e avere lacune nelle conoscenze di base necessarie e fondamentali per valutare i risultati di un qualunque esperimento.
Nella fattispecie, per tornare in tema : fisica classica di base, nozioni di teoria delle misure, analisi matematica di base e un buon ripasso del metodo scientifico.

Non confondiamo la scienza con la cargoscienza ([URL]http://it.wikipedia.org/wiki/Culto_del_cargo[/URL]).

P.S.: Ma tu ricerca l'hai mai fatta ?
(Non intendo con google eh ? :mrgreen:)

Massimo
 

giovagiov

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9 Aprile 2008
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Olympia
Sinceramente vedo molta ottusità da entrambe le "parti" del contraddittorio di questa discussione (da alcuni molto meno). Andare col paraocchi. Da entrambe le parti eh, non solo da una. Mi piacerebbe vedere cosa si riuscirebbe a fare se invece ci si venisse incontro, si avesse una mentalità più aperta.
"mi piacerebbe" non come moderatore ma come utente; se volete continuare con questa linea siete liberi di farlo, finché non si scaturisce nelle offese o altre violazioni del regolamento; vi faccio presente però che, per il lettore esterno, così è un po' una palla: il lettore esterno vuole leggere di allenamento, invece legge due fazioni che si punzecchiano vitanaturaldurante, senza discernere chi ha ragione e chi ha torto.

Come già detto in altra sede, siamo comunque al limite del regolamento (vuoi anche solo per gli OT: ammesso che non ci siano state offese, se non altro è sicuramente OT parlare di lauree, competenza di avvocati, ingegneri, ecc., o del fratello di ciclotrainer, in un topic in cui si dovrebbe parlare di allenamento sui quadranti). Ci vuole un attimo ad oltrepassare la linea; sono giorni che lo dico. Poi non venite a piangere sul latte di coccodrillo quando verranno presi provvedimenti, perché sono giorni che sto avvertendo.
 
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renegade

Pignone
20 Novembre 2009
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Canyon Roadlite 7.0
comprandomi il garmin edge 500 potrei seguire questo protocollo di allenamento? in caso contrario che alternative avrei? spendendo il meno poossibile intendo, perchè non vorrei svenarmi...


Per allenarti basandoti sui quadranti (Wko+ oppure Golden Chetaah) il modo più economico è sicuramente l'acquisto dell'Ibike, anche se misura la potenza indirettamente.
 

epitopo

Pedivella
14 Febbraio 2007
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giant tcr
Per allenarti basandoti sui quadranti (Wko+ oppure Golden Chetaah) il modo più economico è sicuramente l'acquisto dell'Ibike, anche se misura la potenza indirettamente.
ho visto ora il prodotti ibike, esiste qualke sito in italia che li tratta? dei 3 modelli"isport, ipro ed iareo quale consigliate?", lunica cosa che ho capito e che il mod base non ha la funzione di scaric i dati nel pc, invece gli altri 2 che differenze hanno?,mi confermate che funzionano senza solo con l ausilio di un magnete e senza ulreriori aggiunte?
ho visto che inoltre tramite un programmino (con l aggiunta di 99 dollari) di essere seguito e di programmarti gli esercizi in base al wko+
 
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Reactions: gerardo61

luchetta

Gregario
21 Agosto 2009
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treviso
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mtb giant xtc/ fm 015
vedo che è da un pò che non si parla dei quadranti .ho notato che in stagione mi sono allenato poco nel quadrante 1 e molto nel quadrante 2.ho fatto anche per un periodo f.o e per questo non capisco ;nonzo%per allenare il quadrante 1 quali esercizi bisogna farè?