Categorie: Magazine

Il futuro delle Granfondo?

In una discussione recente con l’organizzatore di una GF piuttosto importante mi sono state fatte notare alcune considerazioni.
Una su tutte mi ha colpito: la volontà per il futuro di accorciare kilometricamente la suddetta GF ed il fatto che questa potrebbe essere la tendenza futura.
Le motivazioni stanno alla base del recupero di una dimensione più “sana” e lontana dagli eccessi rispetto alla situazione attuale.

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Attenzione! Per “eccessi” non si devono intendere il doping, la partecipazione di pro&c., etc… ma il fatto che, secondo il mio interlocutore, i kilometraggi e dislivelli esasperati attirano gente “improvvisata” allo sport.

[img]http://fotoalbum.mtb-forum.it/image.php?id=205199&s=576&uid=721[/img]

Il fenomeno è stato anche recentemente oggetto di articoli su quotidiani nazionali: persone over 30 che hanno praticato saltuariamente sport nel corso della vita, ma tendenzialmente mai in modo agonistico e “disciplinato” si scoprono di colpo agonisti esasperati e cercano riscatto (?) o di superare una crisi di mezza età (?) lanciandosi in imprese “quantitativamente” di rilievo. Quindi maratone, ultramaratone, Gf con dislivelli enormi, Ironman, etc… il più delle volte riuscendoci, magari con i mille ausili che tecnologia e scienza dello sport oggi forniscono: personal trainer, nutrizionisti, integratori, strumenti elettronici, etc..

Ma mi si faceva notare: è spirito “sportivo” questo? E’ sano improvvisarsi pseudoprofessionisti a 40 anni? Hai bisogno di 5000mt di dislivello per divertirti e fare sport? E’ più facile correre una maratona in 6h o 5km in 15 minuti? Perché è la “grande quantità” che attira il grande pubblico?

La conclusione del mio interlocutore è che 150km e 2000mt di dislivello sono più che sufficienti per divertirsi e fare sport, e che spingerà in quella direzione.

E voi che ne pensate?

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Pubblicato da
Piergiorgio Sbrissa
Tags: granfondo

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