Fit Tracker e allenamento

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E’ innegabile che la tecnologia stia diventando ed è, a tutti gli effetti, parte rilevante della nostra vita quotidiana, anche sportiva. Negli ultimi anni e con una crescita esponenziale nel numero e possibilità di scelta sono entrati, in particolare nel mondo “fitness” e “wellness”, ossia in quella che è la più ampia fascia e settore di mercato dell’attività fisica, i dispositivi fit tracker. Questo settore è evidentemente considerato florido e come nuova frontiera di mercato e “gamification”, concetto già espresso e toccato nel precedente articolo relativo a Strava (LINK).

A differenza di un prodotto di nicchia (ciclismo e podismo in particolare) in ambito “software” e social come Strava, i fit tracker hanno un ampia possibilità di utilizzo ed utenza tanto che colossi come Apple, Microsoft e Google hanno sviluppato o stanno sviluppando prodotti e piattaforme per questo settore. L’intento è duplice: inserirsi in un settore del “benessere” cercando di invogliare gli utenti a monitorare, quantificare, “giocare” (gamification) con la propria attività e movimento e in tale contesto “vendere” un prodotto che assolva quante più funzioni (o le funzioni specifiche) per un determinato target di utenti.
Cos’è quindi in concreto un fit (o activity) tracker? Generalmente è un braccialetto od orologio che non ha tutte le funzioni di uno smartwatch ma è pensato e disegnato per monitorare la nostra attività e movimento quotidiano, in genere, sonno e riposo incluso. A questo dispositivo è associato un programma software sempre più spesso in ambito “portabilità” ossia su cellulare. Questi dispositivi misurano quella che è definita, in gergo specifico, l’attività NEAT (Non-exercise activity thermogenesis) ossia a tutta quell’attività senza finalità sportiva o di performance ma che include movimento: camminare, spostarsi, muoversi, salire le scale, ecc ecc.

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Rimando a quest’interessantissimo documentario della BBC (“The truth about exercise”) dove viene toccato questo argomento: LINK VIDEO
A queste attività sempre più dispositivi permettono anche monitoraggio e registrazione di frequenza cardiaca e/o qualità del sonno.
La domanda può sorgere spontanea: io sono già uno sportivo e mi alleno x ore alla settimana, a cosa può essermi utile?
La risposta risiede, ed è inclusa anche nel documentario sopra linkato: per un soggetto amatore la cui attività sportiva specifica sia quantitativamente nella media (~7/9h settimana) la sola attività motoria specifica non è considerata sufficiente al conseguimento di uno stato di benessere generale e completo. Il corpo umano è stato “disegnato” e pensato per muoversi, ma non solo ed esclusivamente per poche ore alla settimana e nello specifico, non solamente per poche e circoscritte ore durante la singola giornata. Questo non significa che tutti ora dobbiamo camminare per decine di chilometri ogni giorno ma la possibilità di quantificare quest’attività può darci un indice sulla nostra attività (o sedentarietà) generale. Vale sempre il principio che solo ciò che è misurato può essere quantificato e valutato.
L’altra importante applicazione di questi prodotti è la valutazione della qualità e quantità del sonno. Perché questo elemento è così importante? Perché essenzialmente il sonno ed il riposo rappresentano il miglior “prodotto” dedicato al recupero a cui possiamo accedere, per altro… gratuitamente. Nessun surrogato o alternativa si può sostituire al sonno e riposo per permetterci di recuperare dagli stressor quotidiani, siano essi legati al lavoro o all’attività sportiva, oltre ovviamente a tutti gli altri elementi della vita quotidiana. La quantificazione, tracciabilità e un indice qualitativo del nostro riposo e sonno è un fattore importante oltre che essenziale per un corretto e bilanciato stile di vita anche per assolvere il compito di riequilibrio ed assimilazione degli stressor sopra indicati, inclusa l’attività motoria e sportiva specifica.
La possibilità di tracciare e quantificare anche questo elemento è importante e rilevante anche nel correlare, per esempio, la capacità di eseguire al meglio un allenamento particolarmente intenso in un determinato periodo. Si aprono quindi possibilità di analisi intrecciata tra prestazione e recupero. Sempre considerando il principio cardine che la base e fondamento di qualsiasi allenamento non è data dalle x ore di attività ma dalla capacità e qualità di assimilare e recuperare al meglio dopo tale attività.
Ma questo non è apertamente in conflitto con quanto sopra indicato, ossia che è opportuno anche inserire quotidianamente attività NEAT?
Questo può essere vero in determinati e singoli casi, ma, tendenzialmente, un atleta amatore, se realmente tale, ha 1) tempi ristretti e limitati per allenarsi 2) trascorre la maggior parte della propria giornata nello svolgere attività quotidiane legate al lavoro e/o famiglia. In tale contesto monitoraggio e consapevolezza sia dell’attività motoria non specifica che soprattutto della qualità e continuità del riposo e recupero può sicuramente essere utile anche ai fini di un miglioramento nell’allenamento.
Nelle prossime settimane proporrò un confronto tra due prodotti di questa categoria: Garmin Vivofit e Xiaomi Mi band.

Dott. Massa Roberto

massarob.info

operatore sportivo, allenatore, preparatore atletico, coach
Laureato in Scienze Motorie – Sport & personal trainer
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