Tommy Godwin

Quanti kilometri in un anno?”

Questa potrebbe essere eletta come una delle domande cruciali del mondo del ciclismo amatoriale. Il numero di kilometri annuali stabilisce delle gerarchie, delle caste, con la possibilità però di elevarsi, pedalando, a quella “superiore” l’anno successivo.

Inutile entrare nei meandri infiniti della questione (ore a disposizione, “vero amatore vs quasi pro”, “tanti kilometri ma scarso uguale”, etc.etc..), restano i dati e per introdurre il personaggio di questo articolo partiamo subito da uno: 120,805km.

Questo il kilometraggio record stabilito in un anno da Tommy Godwin.

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Quest anno si può teoricamente celebrare il 75° anniversario da quando questo ciclista di Stoke-on-Trent, Regno Unito, ha stabilito un record destinato a durare ancora oggi.

Nato nel 1912, da giovanissimo trovò impiego come garzone da un fruttivendolo, e cominciò a fare le consegne di frutta e verdura in bici. Quando compì 14 anni qualcuno ebbe la luminosa idea di togliergli il cestino ed il portapacchi dalla bici e farlo correre in una competizione: 1° assoluto in una cronometro di 40km finita in 65 minuti.

Quel primo exploit lo proiettò nel mondo delle competizioni amatoriali, dove fece incetta di vittorie, in particolare a cronometro (stiamo parlando degli anni ’30, quindi non immaginatevi ruote lenticolari e caschi a punta), in cui stabilì alcuni record del tempo: 80km in 2h10’12” (37,1km/h); 160km in 4h40’16” (34,4km/h); 380km in 12h (30,9km/h).

Queste vittorie gli aprirono le porte al mondo, sideralmente lontano dai fasti attuali per dire la verità, del professionismo britannico e fu messo sotto contratto dal Rickmansworth Cycling Club.

Dopo circa 200 vittorie tra cronometro e corse in linea nella perfida Albione si cimentò nell’impresa che resiste ancora oggi. Si iscrisse ad una competizione nata nel 1911 per volere della rivista Cycling per la più grande distanza coperta in un anno. Una competizione tentata 8 volte prima di Godwin, con primo detentore il francese Marcel Planes con 55.000km e ultimo (il record da battere per Godwin) i 104.812km di Bernard Bennet.

Il 1° Gennaio 1939 alle ore 5 di mattina  partì per il suo viaggio/competizione assieme ad altri 2 contendenti: lo stesso Bennet detentore del record con cui si batté a distanza tutto l’anno, e tale Edward Swann che cadde e si ritirò dopo 1500km.

Da quel giorno, tra alti e bassi, Godwin percorse mediamente 329km al giorno per un anno. Con un picco di 581km in 18h il 28 Giugno.

L’inverno del 1939 non fu per niente clemente, anzi, Godwin nei primi due mesi percorse “solo” 254km al giorno cadendo decine di volte sulle strade innevate e accumulando 1484km di ritardo su Bennet al 1° Marzo.

Con l’arrivo dell’estate si mise di grande impegno e recuperò il gap. Nelle prime due settimane di Luglio percorse 6511km. Con 21 giorni consecutivi sopra i 428km.

Come bici utilizzò una Raleigh Record Ace con parafanghi, dinamo, luci (che dovette oscurare verso la fine dell’anno con lo scoppio della 2^ guerra mondiale) dal peso di 14kg circa. 4 rapporti tramite mozzo Sturmey-Archer.

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Principalmente percorse le strade migliori tra le principali città inglesi evitando le salite (cosa abbastanza agevole in UK).

Godwin era rigorosamente vegetariano.

Il 26 Ottobre fece il suo ingresso trionfale in Trafalgar Square a Londra abbattendo il muro dei 100.000km. Continuò a pedalare durante l’inverno fino a raggiungere il record di 120,805km.

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Non si fermò però, continuò a pedalare per altri 135 giorni fino al raggiungimento del record per il minor tempo impiegato a percorrere 100.000 miglia (161.000km).

A quel punto scese di sella e dovette impiegare alcune settimane per rieducarsi a camminare prima di essere arruolato nella RAF e prendere parte alla guerra.

Nel 1975, all’età di 63 anni Tommy Godwin si spense.

In bici, mentre tornava da un giro con degli amici.

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Un bel sito a lui dedicato

 

 

 

 

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