Secondo me in questo caso non è un problema di diffidenza. È una questione estetico/funzionale e, spero, una prima presa di consapevolezza nei consumatori dell'inutilità e futilità di certe soluzioni/ritrovati venduti a prezzi allucinanti.
Inutile fare il solito discorso ma o diciamo chiaramente che siamo disposti ad acquistare un telaio che costa come una moto e quasi come un utilitaria per farne vanto al bar o per avere un "giocattolone" oppure siamo fuori strada e ci prendiamo in giro perché è chiaro che tra un 7s/emonda/s5 ma pure S3, tarmac, domane etc a livello di prestazione cronometrica vera non c'è differenza che giustifichi il cambio del telaio (e a mio avviso non c'è differenza tout court).
sempre più mi rendo conto di quante "cavolate" (per usare un termine soft) ci inducano a comprare facendo leva su nostre seghe mentali, sfruttando nostre "falle" e facendo leva su argomenti frutto del più bieco marketing; sempre più mi rendo conto di quanto sia risibile (se non nullo nella pratica) il vantaggio dato da un telaio top rispetto ad un entry level.
Nel caso del Madone si è forse andati oltre: i mille ritrovati tecnologici (abbinati ad un prezzo assurdo) sono tali e tanti da risultare il famoso troppo che stroppia facendo trasalire il consumatore/pedalatore che conscio dell'inutilità dei flap o del cavo iper-integrato si è detto "vabbè sarò anche ingenuo ed entusiasta ma stavolta mi hanno preso proprio per un pirla che si beve ogni stronzata"
i vantaggi pratici in termini di prestazioni sono pari a zero, il telaio costa un botto, esteticamente (questo va a gusti) è discutibile, le soluzioni tecniche non portano a nulla se non a possibili complicazioni (vere o presunte) in termini di manutenzione e costi gestione... E tutto ciò per pedalare anche bene e forte non serve.
Sulle innovazioni e resistenze... Salvo motorini elettrici, tra una bici top di 5 anni fa e una bici odierna non ci sono differenze in termini di resa.
Ho provato il di2 e sono tornato al meccanico e, con il 9000, non noto differenze pratiche di sorta, va bene uno e va bene l'altro; constatato ciò, a pari peso perché dovrei spendere il doppio per un prodotto che funziona nello stesso identico modo e che in caso di guasto mi può dare solo maggiori problemi?
Non è resistenza alle novità, è buonsenso.
Uso
ruote in carbonio top e in alu ed è chiaro che le full carbon sono più leggere e a livello di sensazioni paiono più performanti ma al lato pratico sono la stessa cosa perché quei 10-20" ipotetici guadagnati in un salita da 10km non sono nulla rispetto al costo e delicatezza del componente etc
sono in Versilia in vacanza e mi sono portato la colnago in acciaio e cambio sul telaio 6v 42/52 (speedplay e ax lightness come sella, uniche concessioni alla modernità), pesa 9,5 kg
finora sia in piano che salita non ho incontrato problemi di sorta (l'altro giorno sono salito a sant'anna di stazzema che è una salita di una decina di km con pendenze a due cifre senza rimpiangere l'emonda) e mi fa ridere vedere le facce dei vari "utenti evoluti" in sella ai loro top di gamma e ruote in carbonio quando li supero in salita o sul lungomare con quel ferrovecchio... Stessa faccia che avrei probabilmente fatto io prima di rimettere il sedere su una bici "antica" e capire quanto mi sono fatto infinocchiare dai geni del marketing
Per decidere che bici portare, prima di partire ho fatto un mio percorso di "test" come lo chiamo io... Un anello di circa 22-23 km con oltre 500 metri di dislivello e tratti > 10 %
Vado a memoria ma con emonda ci ho messo 43' 45" (30 di media oraria) e con la colnago 45' e 30" (29.2 di media) e la cosa significativa è che analizzando i dati di strava ho verificato che 1' e 30" è stato perso non per via del peso della bici, della sua scarsa aerodinamicità, dei cavi esterni etc ma per via della limitata rapportatura e del posizionamento comandi cambio.
Ho infatti perso in discesa per la mancanza di un rapporto sufficientemente lungo che mi permettesse di spingere (sulla colnago ho il 14 come rapporto più lungo) e nel tratto più ripido che con emonda faccio in agilità con il 36/25 e che qui ho dovuto fare con il 42
In piano stessa resa, idem finché la salita si assestava sui 6%, oltre tale pendenza invece il 42 e la disposizione dei comandi cambio e scarsa abitudine alle leve così piccole (che uso molto nel fuori sella) erano il vero limite
A pari rapporti e con un cambio già sulle leve avrei perso a mio parere una 20ina forse 30ina di secondi a dire tanto su di un percorso che non dà tregua
In maniera del tutto spannometrica tra un ferrovecchio da 100 euro e una bici da 10.000 la differenza è di 1" a km su di un percorso impegnativo, forse meno su di un percorso più pianeggiante
se qualcuno vuole pensare che tra un 7s e una 9 rsl con le sue diavolerie la differenza è maggiore, faccia pure ma anche il più invasato sa che non è così... E quindi a che pro cambiare 7s o emonda per una bici dalle forme discutibili e soluzioni più esercizio di stile che concrete, pagandola a peso d'oro?