Visita a Bianchi

danny

Apprendista Scalatore
27 Maggio 2004
2.628
50
Arezzo
www.danny.it
Bellissimo come sempre!

quello che mi pare di intuire è che ci piacerebbe che un marchio storico italiano faccia bici italiane progettato da teste italiane e realizzato con materiali italiani da operai italiani insomma il made in italy quello vero.
Sarebbe molto bello ma purtroppo oggi giorno non funziona più così e questo non significa necessariamente peggio però se fosse come prima sarebbe sicuro un valore aggiunto.
 

natostanco

Cronoman
5 Dicembre 2009
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Brianza,più o meno!
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Bianchi Oltre
di italiano è rimasta soprattutto la fase di sviluppo e progettazione dei prodotti, e non è poco


tra l'altro la sede storica è giusto fuori dalla mia università e non l'ho mai saputo
Ho capito,ma è un pò come se mia madre desse la sua ricetta delle sue lasagne ad una vicina di casa.
Magari sono anche più buone ma a me mancherebbe quel orgoglio di mangiare un piatto cucinato da mia madre.
Ciò non toglie che la vicina di casa è magari uno chef di fama internazionale e che quindi le lasagne sono anche più prelibate.
Non so se sono stato spiegato!
 

vigorelli 1954

via col vento
2 Novembre 2009
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negrotta
interessa anche a me per un telaio piu' moderno che esce dal reparto corse.
qualcuno ha informazioni?

Qualcuno sa come si fa per il servizio restauro? (e magari quanto costa?)
Ho guardato sul sito e non ne parlano. (oppure non ho trovato io)
Ho una affascinante trentenne che avrebbe bisogno di rinfrescarsi il trucco.


Devi rivolgerti ad un concessionario Bianchi, che spedirà il tuo telaio per il restauro. Tempi circa due mesetti, costo fino ad un pò di tempo fà circa 200€. ( ma rischi che ti ritorni marchiato Taiwan!!:mrgreen::mrgreen: )
 
M

mazzoblu

Guest
proprio bello questo servizio sulla Bianchi

per quanto riguarda le zone di produzione, ecc... oggi è così ormai le grandi case fanno tutte così e non solo di biciclette...

io penso che se mi voglio ricomprare una bdc Bianchi (in passato ne ho avute già due) non è il fatto dove viene prodotto il telaio che mi fa cambiare idea...
 

Sobber

Pedivella
13 Gennaio 2009
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Puglia
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pochissime
Un sentito e doveroso "Grazie" a SerPecora per l'ottimo ed interessantissimo servizio. A proposito del Made in Italy anche se arrivo tardi vorrei poter dire la mia, e mi scuso in anticipo per l'off topic. Voglio però spiegarmi servendomi di qualche esempio così da rendere forse anche interessante quello che scrivo:
Ogni nazione ha il suo marchio distintivo che caratterizza i propri prodotti e li fa risaltare per le loro caratteristiche esclusive: il Made in Germany per esempio è sempre stato sinonimo di robustezza ed affidabilità, il Made in USA è il segno dell’innovazione e l’avanguardia del prodotto; il Made in Japan simbolizza l’alta tecnologia e la funzionalità; il Made in Italy esprime, invece, l’eccellenza della creatività e della maestria ponendosi al primo posto per l’alta qualità dei prodotti utilizzati e per l'indiscusso gusto, stile, eleganza e raffinatezza che permeano il prodotto rendendolo superiore, così come per la garanzia della qualità dei materiali utilizzati nella realizzazione dei beni. Il mondo intero ammira e confida in un prodotto Made in Italy e molte persone sono disposte a fare un sacrificio in più pur di essere in grado di acquistare un articolo di marca italiana da utilizzare con grande orgoglio. Fin quì dovremmo essere tutti daccordo. Anche l'agroalimentare è un indiscusso punto di forza del Made in Italy, vero?
E' notizia della scorsa settimana che il trend di invasione di pomodori cinesi non ha limiti, quest'anno in 6 mesi ha raggiunto il 173% dei dati 2009. Il bello (anzi, mi correggo, il brutto) è che non si tratta più del solito pomodoro conservato o concentrato destinato alla trasformazione (n.b.realizzata in Italia!!!), ma ahimè si tratterebbe di un quantitativo equivalente (stimato per la fine dell'anno) a circa il 10% della produzione di pomodoro fresco destinato al consumo, quindi parliamo proprio della contaminazione (per ora preoccupiamoci solo in senso territoriale) anche della dieta mediterranea! Essì, perchè anche per ortaggi e verdura in generale è bene ricordare che anche se le condizioni climatiche del nostro paese consentono, dal nord al sud, la coltivazione di una vastissima quantità di prodotti, noi continuiamo ad importare enormi quantità di cavoli, lattuga, spinaci, cipolle, funghi, cetrioli, insalate, peperoni etc. Lo sappiamo da dove arriva il cibo che mettiamo in tavola? Le pere dall'Argentina, l'uva dal Sudafrica, le mele dalla Cina, le angurie dall'Egitto, e il resto della frutta da Equador, Colombia, Cile, Brasile etc. ortaggi e verdura da Spagna, Olanda, Tunisia, Marocco, Egitto etc. per un aumento del valore totale delle importazioni pari al 400% rispetto al 2004! Ma non era proprio la varietà stagionale dei prodotti ortofrutticoli che ha reso possibile la diffusione di numerose ricette e preparazioni culinarie strettamente legate a specifici territori e alla stagionalità? Un altro vanto del Made in Italy (che però usa prodotti che percorrono migliaia di km prima di arrivare sulle nostre tavole! ...e si dovrebbe tener conto che i "fuori stagione" sono spesso associati a un rischio elevato di contaminazioni da residui di prodotti fitosanitari!)
La pasta italiana, deve rispettare la cosiddetta “legge di purezza” (si tratta della legge 4 luglio 1967), che impone alla pasta italiana requisiti inerenti alle ceneri, all'umidità e al complesso proteico tra cui risulta anche il glutine e che non può essere inferiore al 10,5 per cento. Il problema è che non sempre il grano italiano è in grado di garantire tale percentuale, nonostante gli “sforzi” fatti anche da alcuni agricoltori nel portare avanti progetti in collaborazione con l’industria in determinate regioni. Il grano duro canadese 'Canada western Durum' presenta delle caratteristiche qualitative superiori a quelli dei grani locali", addirittura vanta un contenuto proteico superiore pari a circa il 15% rispetto alla produzione nazionale, con conseguente aggravio dei prezzi che superano le quotazioni dei grani nazionali anche del 30% a discapito dei trasformatori! Lo stesso usato da decenni per fare quella pasta made in Italy famosa nel mondo. Lo stesso “indispensabile” per la produzione della pasta made in Italy!!!
Il problema è che forse è meglio non approfondire atrimenti il discorso diverrebbe lungo e preoccupante, perchè noi importiamo anche latte e latticini (anche le mozzarelle che diventano blu), olio, riso, pesce, crostacei, carni fresche e cotte da paesi che hanno una regolamentazione sui controlli un tantino diversa dalla nostra!!! Le carni bovine e quelle ovine il pesce, il latte (e i prodotti derivati) ma anche animali vivi: vengono ispezionati “a campione”, su 1.058.319 partite di merci importate nel 2008 (+1,6 per cento rispetto al 2007) ne sono state controllate 9.926 (0,94 per cento). Coldiretti ha lottato e ottenuto di poter vendere il latte sfuso nella grande distribuzione a meno della metà del prezzo del confezionato, le nostre mogli e le nostre mamme hanno tiepidamente accolto la cosa per poi subito lasciarla morire, solo perchè era troppo impegnativo dover bollire il latte (n.b. non era necessario in quanto il latte è sempre controllatissimo e di ottima qualità, era solo un appiglio per dover giustificare la differenza sul prezzo) e intanto sugli scaffali 3 cartoni di latte a lunga conservazione su 4 sono stranieri senza indicazione in etichetta, come pure la metà delle mozzarelle, e le compriamo.... E poi però ci facciamo il problema del carbonio se è lavorato a Taiwan...
 
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MATRUCCI

Pignone
26 Gennaio 2009
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GIOVINAZZO(BA)
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BMCSLR 01DISC
Come al solito un servizio impeccabile. Grazie per averlo realizzato.
Al riguardo volevo chederti un particolare, sapevo che il gruppo cycleurope, a cui appartiene il marchio Bianchi, è di proprietà della famiglia di un emigrante italiano di origini pugliesi (precisamente di Taranto). Se ciò corrisponde al vero gli appasionati possono stare tranquilli perchè il marchio pur appartenendo ad una multinazionale europea è controllato ed amministrato da imprenditori di origini italiane.
Imprenditori che anni fà anno acquistato il marchio dalla Piaggio e che a quanto mi risulta riservano all'azienda di treviglio un'attenzione particolare.
Gent.mo Ser Ser Pecora, potresti cortesemente verificare questa notizia?
Grazie matteo
 

Sobber

Pedivella
13 Gennaio 2009
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pochissime
Come al solito un servizio impeccabile. Grazie per averlo realizzato.
Al riguardo volevo chederti un particolare, sapevo che il gruppo cycleurope, a cui appartiene il marchio Bianchi, è di proprietà della famiglia di un emigrante italiano di origini pugliesi (precisamente di Taranto). Se ciò corrisponde al vero gli appasionati possono stare tranquilli perchè il marchio pur appartenendo ad una multinazionale europea è controllato ed amministrato da imprenditori di origini italiane.
Imprenditori che anni fà anno acquistato il marchio dalla Piaggio e che a quanto mi risulta riservano all'azienda di treviglio un'attenzione particolare.
Gent.mo Ser Ser Pecora, potresti cortesemente verificare questa notizia?
Grazie matteo

Si, è la storia di una famiglia di emigranti partiti senza il becco di un quattrino, ora si ritrovano a gestire un vero impero: la Grimaldi Industri Ab per l'appunto (che controlla Cycleurope AB che ha sede a Stoccolma in Svezia e fa da holding a Cycleurope UK LTD, Cycleurope France SA, Cycleurope Italia SRL, Cycleurope Deutschland GmbH, e poi Cycleurope Denmark, Sweden-Varberg, Finland, Norway, USA, Japan. Tra questi ci sono i 5 impianti produttivi in Europa che si occupano dei marchi Bianchi, Crescent, DBS, Everton, Gitane, Kildemoes, Legnano, Micmo, Monark, Puch, e Spectra). Il gruppo che fa capo al 100% alla famiglia (Papà Salvatore classe 1945 e il figlio Tony classe 1966 sono gli unici azionisti) gestisce un giro d'affari che si aggira sui 950 milioni di euro a fronte di 6.200 dipendenti a busta paga nelle più svariate attività. Non ultimo quello delle biciclette.
Un altro dato, giusto per avere un'idea circa le qualità, le capacità e lo spessore di certe persone, sotto tutti gli aspetti: nonostante la gestione Piaggio si fosse tradotta in perdite per 20 miliardi di lire in Italia, più altri due milioni di dollari negli Usa, l'amore e l'impegno di Tony Grimaldi per l'azienda FIV EDOARDO BIANCHI SPA (visto che fu proprio lui a sponsorizzarne l'acquisto nel 1997) fece sì che dopo due anni l'azienda era risanata e dopo quattro tornò all'utile. Segue il riassetto societario, che si è tradotto nella costituzione di due nuove aziende, la Cycleurope Italia SRL (l'Outlet di Treviglio per es. ha appunto questa ragione sociale) e la Bianchi International (il Reparto Corse) attiva nel settore corse e alto di gamma, entrambe controllate al 100% dalla capogruppo svedese.
Per finire il discorso sui Grimaldi:
nonno Saverio, marinaio di professione, era nato in Sicilia. In seguito si sarebbe trasferito in Puglia e qui si sarebbe accasato con una ragazza di Taranto. E a Taranto sarebbe nato Salvatore nel 1945, dove avrebbe trascorso i primi sette anni di vita. Nel 1952 il nonno, visto che la ditta svedese Asea cercava personale proprio in Italia, decise di accettare quel lavoro. Così, in men che non si dica, la famiglia si trovò catapultata a Vasteras, un paesino a un centinaio di chilometri da Stoccolma. E qui Salvatore è cresciuto.
Dopo aver frequentato un istituto tecnico, Salvatore venne assunto come operaio alla Volvo di Koping, cittadina a 150 chilometri dalla capitale dove il colosso svedese produceva e produce componenti. Ci sapeva fare e ben presto si sarebbe guadagnati i galloni di istruttore nell'ambito della rettifica e finitura dei pezzi. Salvatore si è sposato con una svedese (la Sig.ra Eva Swartz che proviene da una famiglia di autori e si occupa di televisione cultura e comunicazione) e ha avuto due figli: Tony e Eva.

Tony a sua volta ha sposato una svedese, Ritva, dalle quale ha avuto Bianca (ma guarda un pò!) :mrgreen: e Gabriel.

Intraprendente com'era nel 1970 papà Salvatore decise di mettersi a produrre, ma senza licenziarsi, componenti "rettificati" per la stessa Volvo. E lo fece lavorando di notte nel garage di casa e inventandosi una piccola aziendina, la Grimaldi Mekaniskas, tuttora attiva nella meccanica di precisione. Si mise così a far quattrini, tanto che a partire dai primi anni 80 avrebbe via via acquistato una decina di aziendine, a loro volta in buona parte fornitrici della Volvo. Oggi Salvatore già Presidente di Confindustria svedese, è il "miglior capitano dell'industria svedese"; Presidente del gruppo Grimaldi Industri AB; "re delle bicilette" (la Cycleurope AB è riconosciuta come la più importante holding mondiale nel settore del ciclismo). Tra i vari riconoscimenti ricevuti, segnaliamo la massima onoreficienza svedese per i meriti acquisiti nel mondo del lavoro da re Carlo XVI Gustavo e la Laurea Honoris causa conferitegli dal Politecnico malardalens Hogskola mdi Vaseras. Tra le altre cose è l'inventore di un bonificatore dell'aria da particelle di olio.
 
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Il Dott

Apprendista Scalatore
4 Agosto 2009
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Milano
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bella
Si, è la storia di una famiglia di emigranti partiti senza il becco di un quattrino, ora si ritrovano a gestire un vero impero: la Grimaldi Industri Ab per l'appunto (che controlla Cycleurope AB che ha sede a Stoccolma in Svezia e fa da holding a Cycleurope UK LTD, Cycleurope France SA, Cycleurope Italia SRL, Cycleurope Deutschland GmbH, e poi Cycleurope Denmark, Sweden-Varberg, Finland, Norway, USA, Japan. Tra questi ci sono i 5 impianti produttivi in Europa che si occupano dei marchi Bianchi, Crescent, DBS, Everton, Gitane, Kildemoes, Legnano, Micmo, Monark, Puch, e Spectra). Il gruppo che fa capo al 100% alla famiglia (Papà Salvatore classe 1945 e il figlio Tony classe 1966 sono gli unici azionisti) gestisce un giro d'affari che si aggira sui 950 milioni di euro a fronte di 6.200 dipendenti a busta paga nelle più svariate attività. Non ultimo quello delle biciclette.
Un altro dato, giusto per avere un'idea circa le qualità, le capacità e lo spessore di certe persone, sotto tutti gli aspetti: nonostante la gestione Piaggio si fosse tradotta in perdite per 20 miliardi di lire in Italia, più altri due milioni di dollari negli Usa, l'amore e l'impegno di Tony Grimaldi per l'azienda FIV EDOARDO BIANCHI SPA (visto che fu proprio lui a sponsorizzarne l'acquisto nel 1997) fece sì che dopo due anni l'azienda era risanata e dopo quattro tornò all'utile. Segue il riassetto societario, che si è tradotto nella costituzione di due nuove aziende, la Cycleurope Italia SRL (l'Outlet di Treviglio per es. ha appunto questa ragione sociale) e la Bianchi International (il Reparto Corse) attiva nel settore corse e alto di gamma, entrambe controllate al 100% dalla capogruppo svedese.
Per finire il discorso sui Grimaldi:
nonno Saverio, marinaio di professione, era nato in Sicilia. In seguito si sarebbe trasferito in Puglia e qui si sarebbe accasato con una ragazza di Taranto. E a Taranto sarebbe nato Salvatore nel 1945, dove avrebbe trascorso i primi sette anni di vita. Nel 1952 il nonno, visto che la ditta svedese Asea cercava personale proprio in Italia, decise di accettare quel lavoro. Così, in men che non si dica, la famiglia si trovò catapultata a Vasteras, un paesino a un centinaio di chilometri da Stoccolma. E qui Salvatore è cresciuto.
Dopo aver frequentato un istituto tecnico, Salvatore venne assunto come operaio alla Volvo di Koping, cittadina a 150 chilometri dalla capitale dove il colosso svedese produceva e produce componenti. Ci sapeva fare e ben presto si sarebbe guadagnati i galloni di istruttore nell'ambito della rettifica e finitura dei pezzi. Salvatore si è sposato con una svedese (la Sig.ra Eva Swartz che proviene da una famiglia di autori e si occupa di televisione cultura e comunicazione) e ha avuto due figli: Tony e Eva.

Tony a sua volta ha sposato una svedese, Ritva, dalle quale ha avuto Bianca (ma guarda un pò!) :mrgreen: e Gabriel.

Intraprendente com'era nel 1970 papà Salvatore decise di mettersi a produrre, ma senza licenziarsi, componenti "rettificati" per la stessa Volvo. E lo fece lavorando di notte nel garage di casa e inventandosi una piccola aziendina, la Grimaldi Mekaniskas, tuttora attiva nella meccanica di precisione. Si mise così a far quattrini, tanto che a partire dai primi anni 80 avrebbe via via acquistato una decina di aziendine, a loro volta in buona parte fornitrici della Volvo. Oggi Salvatore già Presidente di Confindustria svedese, è il "miglior capitano dell'industria svedese"; Presidente del gruppo Grimaldi Industri AB; "re delle bicilette" (la Cycleurope AB è riconosciuta come la più importante holding mondiale nel settore del ciclismo). Tra i vari riconoscimenti ricevuti, segnaliamo la massima onoreficienza svedese per i meriti acquisiti nel mondo del lavoro da re Carlo XVI Gustavo e la Laurea Honoris causa conferitegli dal Politecnico malardalens Hogskola mdi Vaseras. Tra le altre cose è l'inventore di un bonificatore dell'aria da particelle di olio.

Che bella storia!!
 

sdewe

Gregario
20 Giugno 2008
506
156
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Passignano S/T (PG)
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Cannondale Synapse Di2 disc
Si, è la storia di una famiglia di emigranti partiti senza il becco di un quattrino, ora si ritrovano a gestire un vero impero: la Grimaldi Industri Ab per l'appunto (che controlla Cycleurope AB che ha sede a Stoccolma in Svezia e fa da holding a Cycleurope UK LTD, Cycleurope France SA, Cycleurope Italia SRL, Cycleurope Deutschland GmbH, e poi Cycleurope Denmark, Sweden-Varberg, Finland, Norway, USA, Japan. Tra questi ci sono i 5 impianti produttivi in Europa che si occupano dei marchi Bianchi, Crescent, DBS, Everton, Gitane, Kildemoes, Legnano, Micmo, Monark, Puch, e Spectra). Il gruppo che fa capo al 100% alla famiglia (Papà Salvatore classe 1945 e il figlio Tony classe 1966 sono gli unici azionisti) gestisce un giro d'affari che si aggira sui 950 milioni di euro a fronte di 6.200 dipendenti a busta paga nelle più svariate attività. Non ultimo quello delle biciclette.
Un altro dato, giusto per avere un'idea circa le qualità, le capacità e lo spessore di certe persone, sotto tutti gli aspetti: nonostante la gestione Piaggio si fosse tradotta in perdite per 20 miliardi di lire in Italia, più altri due milioni di dollari negli Usa, l'amore e l'impegno di Tony Grimaldi per l'azienda FIV EDOARDO BIANCHI SPA (visto che fu proprio lui a sponsorizzarne l'acquisto nel 1997) fece sì che dopo due anni l'azienda era risanata e dopo quattro tornò all'utile. Segue il riassetto societario, che si è tradotto nella costituzione di due nuove aziende, la Cycleurope Italia SRL (l'Outlet di Treviglio per es. ha appunto questa ragione sociale) e la Bianchi International (il Reparto Corse) attiva nel settore corse e alto di gamma, entrambe controllate al 100% dalla capogruppo svedese.
Per finire il discorso sui Grimaldi:
nonno Saverio, marinaio di professione, era nato in Sicilia. In seguito si sarebbe trasferito in Puglia e qui si sarebbe accasato con una ragazza di Taranto. E a Taranto sarebbe nato Salvatore nel 1945, dove avrebbe trascorso i primi sette anni di vita. Nel 1952 il nonno, visto che la ditta svedese Asea cercava personale proprio in Italia, decise di accettare quel lavoro. Così, in men che non si dica, la famiglia si trovò catapultata a Vasteras, un paesino a un centinaio di chilometri da Stoccolma. E qui Salvatore è cresciuto.
Dopo aver frequentato un istituto tecnico, Salvatore venne assunto come operaio alla Volvo di Koping, cittadina a 150 chilometri dalla capitale dove il colosso svedese produceva e produce componenti. Ci sapeva fare e ben presto si sarebbe guadagnati i galloni di istruttore nell'ambito della rettifica e finitura dei pezzi. Salvatore si è sposato con una svedese (la Sig.ra Eva Swartz che proviene da una famiglia di autori e si occupa di televisione cultura e comunicazione) e ha avuto due figli: Tony e Eva.

Tony a sua volta ha sposato una svedese, Ritva, dalle quale ha avuto Bianca (ma guarda un pò!) :mrgreen: e Gabriel.

Intraprendente com'era nel 1970 papà Salvatore decise di mettersi a produrre, ma senza licenziarsi, componenti "rettificati" per la stessa Volvo. E lo fece lavorando di notte nel garage di casa e inventandosi una piccola aziendina, la Grimaldi Mekaniskas, tuttora attiva nella meccanica di precisione. Si mise così a far quattrini, tanto che a partire dai primi anni 80 avrebbe via via acquistato una decina di aziendine, a loro volta in buona parte fornitrici della Volvo. Oggi Salvatore già Presidente di Confindustria svedese, è il "miglior capitano dell'industria svedese"; Presidente del gruppo Grimaldi Industri AB; "re delle bicilette" (la Cycleurope AB è riconosciuta come la più importante holding mondiale nel settore del ciclismo). Tra i vari riconoscimenti ricevuti, segnaliamo la massima onoreficienza svedese per i meriti acquisiti nel mondo del lavoro da re Carlo XVI Gustavo e la Laurea Honoris causa conferitegli dal Politecnico malardalens Hogskola mdi Vaseras. Tra le altre cose è l'inventore di un bonificatore dell'aria da particelle di olio.

Sempre grande Sobber o-o
 

natostanco

Cronoman
5 Dicembre 2009
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16
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Brianza,più o meno!
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Bianchi Oltre
Non voglio passare per quello che vuole a tutti i costi il made in Italy.
Se il telaio in Asia è migliore di uno fatto a Caspoggio;nonzo%,acquisto quello fatto in Asia,però mi spiace,tutto qui.
Infatti il mio prossimo telaio sarà probabilmente un Infinito color celeste mentre quello che ho adesso è un De Rosa che arriva anch'esso dall'Asia ma la cui sede è a 3km da casa mia.
 

sdewe

Gregario
20 Giugno 2008
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Passignano S/T (PG)
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Non voglio passare per quello che vuole a tutti i costi il made in Italy.
Se il telaio in Asia è migliore di uno fatto a Caspoggio;nonzo%,acquisto quello fatto in Asia,però mi spiace,tutto qui.
Infatti il mio prossimo telaio sarà probabilmente un Infinito color celeste mentre quello che ho adesso è un De Rosa che arriva anch'esso dall'Asia ma la cui sede è a 3km da casa mia.
Nemmeno io però, se lo era, un pò più orgoglioso sarei stato.o-o
 

Briantomas

Pignone
27 Giugno 2008
278
186
Pescara
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Bianchi Infinito; Trek Emonda SLR
Ottimo articolo supportato da bellissime foto! o-o
Riguardo al "made in Italy" invece, sarebbe ora che tutti uscissimo dal "provincialismo" che fa parte del nostro costume, soprattutto in un'epoca in cui non è più supportato dai fatti e quindi non è più sinonimo di qualità (oppure c'è qualcuno ancora convinto che le Fiat siano ottime auto?). Ben felice di possedere un prodotto di qualità (la Infinito) ad un prezzo accessibile, mentre mi è del tutto indifferente sapere dove sia stato realizzato.