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Le pagelle della Strade Bianche 2021 (con i watt di MVDP)

Il successo della Strade Bianche è il più eclatante nel ciclismo degli ultimi anni. Una gara pensata e gestita benissimo, che piace agli spettatori ed ai corridori, che in pochi anni (14) si è imposta ormai come una “classica”, con non poche voci che la vorrebbero già assunta a “monumento”, anche se la più giovane delle classiche monumento, il Giro delle Fiandre, data come prima edizione il 1913 e la decana, la “Doyenne”, il 1892.

Il successo della Strade Bianche è anche il successo di una gara dove si possono dare battaglia tutte le tipologie di corridori. Cosa rara, se non unica, nel ciclismo degli ultimi anni, la Strade Bianche è l’unica occasione per veder battagliare un carneade da pavé del nord contro lo scalatorino da grandi giri (anche se poi nei fatti più favorevole ai primi) . E cosi è stato anche per l’ultima avvincente edizione appena conclusa.

Mathieu van der Poel: 10 e lode. MvdP è un corridore unico. A parere di chi scrive l’unico corridore in attività a poter vincere tutte le classiche monumento assieme a Philippe Gilbert (Remco Evenepoel forse, chissà). Il vero erede di De Vlaeminck. Corridore dotato di motore di grande cilindrata e di uno spunto esagerato è anche intelligente tatticamente e molto sicuro dei propri mezzi. La sparata sull’ultima salita che porta a piazza del Campo a Siena rimarrà nella storia. Una fucilata con cui ha lasciato sul posto un certo Julian Alaphilippe, che ironicamente, ha commentato in modo splendido e riassuntivo: “eppure mi sembrava di andare veloce”. Eppure rispetto a MvdP sembrava fermo o quasi. Talmente forte che il pubblico non si pone nemmeno il solito “problema” della simpatia.

EDIT: ecco i valori della sua prestazione. Se volete approfondire, qui trovate la sua gara su Strava.

Julian Alaphilippe: voto 9. Il campione del mondo aveva avvertito che non era nella condizione dello scorso anno. Poteva essere pretattica, ma anche no. Sull’ultimo strappo poteva fare meglio? Con ogni probabilità, no. Non ha tanto perso lui quanto vinto MvdP. Duello rimandato alla Sanremo?

Egan Bernal, voto 9. Bello vedere il giovane vincitore del Tour de France 2019 dietro il campione del mondo e Turbo-MvdP sulle crete senesi. Più bello vederlo ritrovato dopo un’annata persa tra dolori e problemi vari. Bernal è sembrato in palla e molto a suo agio assieme a due specialisti di corse di un giorno. Alla fine porta a casa un podio non scontato. Di meglio non poteva fare, se non mettersi in canna a MvdP nello strappo finale.

Wout Van Aert, voto 8. Ha deluso il poliedrico Wout con solo la medaglia di legno? Direi di no, visto che rientrava da uno stage in altura in cui non si è per niente risparmiato, anzi, ha macinato un blocco di lavoro notevolissimo per quantità e qualità. Lo si è visto tirare come una locomotiva come al solito, per poi perdere l’attimo buono nel momento decisivo. Per le classiche monumento sarà tirato a lucido.

Thomas Pidcock, voto 9. Il micro rivale (per altezza, 157cm, non per qualità) di Van Aert e MvdP nel ciclocross sembra per ora la solita briscola nelle mani della Ineos. Dopo 4 gare nel mondo dei pro su strada, a 21 anni, ha già un 3° posto alla KBK ed un 5° alla Strade Bianche. Bisognerà vederne il comportamento in altre gare, ma la qualità è li da vedere.

Michael Gogl, voto 9. Il 27enne austriaco ha centrato il miglior piazzamento in carriera (prima era un 8° alla Amstel), mentre tanti si chiedevano chi fosse questo tizio finito nella fuga reale dei grandi nomi. In realtà è un corridore polivalente già molto apprezzato come gregario da Alberto Contador alla Tinkoff, e proprio per evidenziarne la polivalenza, pure da Peter Sagan, che una volta lo ha presentato come “Google Maps”… Ottima prova la sua, ma anche di tutta la Qhubeka, di solito cenerentola, che ha centrato anche l’8° posto con Simon Clarke ed il 12° posto con Robert Power.

Tadej Pogačar, voto 8. Lo sloveno sembra sempre avere quella faccia di uno che si è appena svegliato e si trova a correre li per caso. In realtà per caso il fenomenale 22enne sloveno fa niente, e fresco della vittoria all’UAE-Tour si concede anche una top 10 alla Strade Bianche, a far capire che il 3° posto alla Liegi dello scorso anno non è stata una botta di fortuna. Anche lui ha perso il treno di MvdP nel momento decisivo, ma intanto sta sempre li, ed ha pure uno spunto non comune per un corridore da grandi giri. Si parla sempre di Remco come del cannibale prossimo venturo, ma “Pogi” intanto mette fieno in cascina…

Jakob Fuglsang, voto 8. Il danese ormai conta 35 primavere, ma la solidità rimane, ed il 9° posto lo dimostra. Sempre sornione (tranne quando parla e diventa tagliente come pochi) può essere ancora protagonista in varie occasioni. Sempre quando nessuno se lo aspetta.

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Pubblicato da
Piergiorgio Sbrissa

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