L’UCI introduce nuove misure per la sicurezza

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Dopo vari mesi di proposte e richieste in merito ad un rafforzamento della sicurezza dei corridori in corsa, il Comitato direttivo dell’Union Cycliste Internationale (UCI), riunitosi dal 10 al 12 giugno ad Aigle, in Svizzera, ha preso diverse decisioni in merito, basandosi sulle raccomandazioni elaborate da SafeR, la nuova struttura dedicata alla sicurezza che comprende i rappresentanti di tutte le parti interessate del ciclismo.

Le misure principali sono le seguenti:

-introduzione di un sistema di cartellini gialli

-limitazione dell’uso di auricolari nelle gare

-modifica della cosiddetta regola dei “tre chilometri” (o “zona sprint”)

-semplificazione del metodo di calcolo dei distacchi nelle tappe con arrivo in volata.

Tutte queste modifiche saranno sottoposte a periodi di prova, nelle prossime gare e fino alla fine della stagione, in collaborazione con le parti interessate, prima di essere finalizzate e implementate.

Oltre a queste misure il comitato ha creato una nuova figura, quella del SafeR Safety Analyst. Il ruolo dei SafeR Safety Analyst, nominati da ciascuna delle parti interessate, è quello di “esaminare le misure di sicurezza messe in atto dagli organizzatori, in particolare per quanto riguarda le sezioni problematiche dei percorsi di gara. Ciò comprenderà raccomandazioni sui percorsi di gara e sulle misure di mitigazione del rischio, nonché sulla formazione alle migliori pratiche. Verranno inoltre esaminate le pratiche e le politiche all’interno delle squadre per garantire che si assumano la responsabilità della sicurezza dei loro corridori, sia in gara che in allenamento. Gli analisti utilizzeranno attivamente il database degli incidenti di gara dell’UCI per garantire una raccolta accurata dei fattori che contribuiscono agli incidenti di gara e alle cadute. La raccolta di dati accurati e pertinenti aiuterà SafeR a proporre misure correttive basate su fatti e dati oggettivi, a comunicare le migliori pratiche per gli organizzatori e le squadre e a formulare raccomandazioni per modificare i regolamenti e le guide per gli organizzatori“.

SafeR lavorerà anche in collaborazione con aziende e partner riconosciuti per la loro competenza scientifica nel settore per realizzare studi su diverse attrezzature (ad esempio i cerchi hookless, profili delle ruote, body, caschi, etc.) al fine di definire quali misure potrebbero essere rilevanti per ridurre il rischio di incidenti e cadute. I risultati di questi studi potrebbero portare a nuove regolamentazioni e, nel caso di attrezzature utilizzate in gara, alla revisione delle specifiche di tali attrezzature o all’introduzione di specifiche per attrezzature attualmente non regolamentate, nonché al rafforzamento delle procedure di autorizzazione prima del loro utilizzo in gara.

In particolare ecco la spiegazione del sistema dei cartellini:

Un sistema di “cartellini gialli” sarà introdotto a partire dal 1° agosto 2024 (fase di prova fino al 31 dicembre 2024) nelle gare professionistiche su strada maschili e femminili. Questi cartellini gialli rappresenteranno una sanzione ma non esisteranno fisicamente. Saranno tuttavia elencati nel comunicato della gara pubblicato dopo l’arrivo.
Questa iniziativa avrà un effetto dissuasivo su chiunque sia presente nel convoglio di gara (corridori, Direttori Sportivi, altri piloti e motociclisti, ecc.) che potrebbe mettere in atto comportamenti che potrebbero compromettere la sicurezza dell’evento. Inoltre, il sistema avrà lo scopo di responsabilizzare tutti questi soggetti, introducendo il monitoraggio dei comportamenti scorretti nel tempo e incoraggiando di conseguenza un comportamento rispettoso.
I commissari di gara potranno quindi emettere questi cartellini gialli per qualsiasi infrazione che possa mettere a rischio la sicurezza della competizione. I 21 incidenti di gara interessati sono elencati nell’articolo 2.12.007 del Regolamento UCI. I cartellini gialli potranno essere comminati sia in aggiunta alle altre sanzioni previste dalla tabella degli incidenti di gara, sia come sanzione a sé stante. È importante notare che la tabella degli incidenti di gara prevede già la possibilità di squalificare un corridore (definita cartellino rosso in altri sport). Questa possibilità non viene intaccata dall’introduzione del sistema di cartellini gialli.

Lo sviluppo di questa misura fa seguito a un’ampia consultazione nel 2023 all’interno di SafeR. È stata inoltre approvata dalla Commissione Strade dell’UCI e dal Consiglio del Ciclismo Professionistico, rispettivamente nel febbraio e nel marzo 2024, prima dell’approvazione dei regolamenti da parte del Comitato Direttivo dell’UCI. Il sistema sarà presentato ai corridori e alle squadre prima della sua introduzione e sarà oggetto di iniziative educative guidate da SafeR, che saranno messe in atto nei prossimi mesi.
Il periodo che va dal 1° agosto al 31 dicembre 2024 servirà come periodo di prova durante il quale non saranno imposte ulteriori sanzioni relative ai cartellini gialli: infatti, i cartellini gialli possono già essere utilizzati negli eventi UCI WorldTour e UCI Women’s WorldTour, ma durante questo periodo non saranno comminate squalifiche o sospensioni per l’accumulo di cartellini gialli. Continueranno a essere comminate le sanzioni esistenti, elencate anche nella suddetta tabella degli incidenti di gara del Regolamento UCI, tra cui multe, detrazioni di punti UCI, retrocessioni e squalifiche. Al termine della stagione 2024, SafeR effettuerà una valutazione completa del sistema dei cartellini gialli prima di presentarla al Consiglio del ciclismo professionistico e poi al Comitato direttivo dell’UCI.

Dal 1° gennaio 2025, tuttavia, saranno imposte sanzioni per l’accumulo di cartellini gialli. Inoltre, il sistema sarà esteso agli eventi delle UCI ProSeries (Uomini e Donne Elite), ai Giochi Olimpici, ai Campionati del Mondo UCI (Uomini e Donne Elite e Under 23) e ai Campionati Continentali (Uomini e Donne Elite e Under 23).
L’UCI manterrà un database dei cartellini gialli emessi in conformità agli articoli 2.12.003bis e 2.12.007 del Regolamento UCI. A partire dal 1° gennaio 2025, con riserva di modifiche in seguito alla valutazione del periodo di prova, l’accumulo di cartellini gialli in un periodo definito comporterà una sospensione come segue (si veda anche l’infografica qui sotto):
durante la stessa gara, chiunque riceva due cartellini gialli sarà squalificato da quella gara e sospeso per 7 giorni, a partire dal giorno successivo al ricevimento del secondo cartellino giallo;
chi riceve tre cartellini gialli nell’arco di trenta giorni sarà sospeso per 14 giorni, a partire dal giorno successivo al ricevimento del terzo cartellino giallo;
chi riceve sei cartellini gialli in un periodo di un anno sarà sospeso per 30 giorni, a partire dal giorno successivo al ricevimento del sesto cartellino giallo;
un cartellino giallo che è stato preso in considerazione per l’imposizione di un periodo di ineleggibilità non sarà più preso in considerazione in futuro.

 

L’uso degli auricolari in corsa:

Limitazione dell’uso di auricolari in gara
Sempre in tema di miglioramento della sicurezza nelle corse su strada, l’UCI ha deciso di testare quest’anno gli effetti di una restrizione all’uso di auricolari in gara. La misura sarà testata in alcune gare professionali di un giorno e in alcune corse a tappe. L’elenco degli eventi e delle tappe interessate non è ancora stato definito.
Questa decisione si basa su discussioni sull’argomento all’interno di SafeR, che hanno portato alla conclusione che gli auricolari potrebbero essere sia una fonte di distrazione per i corridori che un pericolo fisico, in quanto le unità radio sono montate sulla schiena, e rappresentano un rischio quando un gran numero di squadre chiede contemporaneamente ai propri corridori di spostarsi in testa alla corsa.
Verranno raccolti i feedback di tutte le parti interessate per studiare gli effetti della limitazione dell’uso degli auricolari e per prendere in considerazione altre misure che potrebbero portare a un cambiamento nelle modalità di utilizzo degli auricolari, ad esempio limitandone l’uso a due corridori per squadra.
Una valutazione complessiva sarà effettuata all’interno di SafeR alla fine della stagione, prima di essere presentata al Consiglio del ciclismo professionistico e poi al Comitato direttivo dell’UCI in vista di una decisione sull’uso degli auricolari in futuro.

Modifica della regola dei “tre chilometri” (o “zona sprint”)

L’UCI ha deciso di consentire agli organizzatori e ad altre parti interessate di richiedere, su base sperimentale, una modifica della cosiddetta regola dei “tre chilometri” (o “zona sprint”) (articolo 2.6. 027 del Regolamento UCI) che si applica quando una corsa entra nella zona che porta allo sprint finale e secondo la quale, in caso di incidente debitamente segnalato (ad esempio una caduta, un problema meccanico o una foratura) negli ultimi tre chilometri di una tappa su strada (esclusi gli arrivi in vetta), al corridore colpito viene accreditato il tempo del corridore o dei corridori con cui stava viaggiando al momento dell’incidente. L’organizzatore (o altra parte interessata) che ne faccia richiesta può, se giustificato, ottenere un’estensione della distanza da prendere in considerazione ai sensi della suddetta regola, che può essere aumentata fino a un massimo di cinque chilometri. Qualsiasi modifica deve essere concordata prima dell’inizio della gara.
La distanza di tre chilometri è stata introdotta nel 2005, mentre in precedenza era di un chilometro.
Questa misura intende tenere conto dell’aumento delle infrastrutture di moderazione del traffico – fonte di pericolo per i pelotons – in un raggio sempre maggiore dai luoghi di arrivo delle gare. L’estensione della zona in cui si applica la regola, quando necessario, ridurrà la pressione sui corridori durante la fase della gara che precede lo sprint finale.

Semplificazione del metodo di calcolo dei distacchi temporali nelle tappe con arrivo in volata
Nella stessa ottica, il SafeR ha esaminato anche il metodo di calcolo dei distacchi temporali nelle tappe con arrivo in volata, introdotto nel 2018. Attualmente, secondo la regola per il calcolo dei distacchi, ai corridori dello stesso gruppo viene assegnato lo stesso tempo, a condizione che non più di un secondo separi due corridori che si seguono a vicenda. In altre parole, se c’è uno scarto di un secondo o più tra due corridori, il tempo dei corridori del secondo gruppo viene calcolato in base allo scarto che separa il primo corridore di ogni gruppo al traguardo. In base al protocollo speciale in vigore dal 2018, su richiesta dell’organizzatore dell’evento, il calcolo del distacco può essere esteso a tre secondi, ma solo per i corridori del gruppo principale. SafeR ha emesso una raccomandazione per testare l’applicazione di questo speciale regime di calcolo dei tre secondi di distacco a tutti i gruppi in gara, con la sola eccezione delle fughe chiaramente stabilite.

Questa sistematizzazione della regola dei tre secondi ha lo scopo di semplificare il calcolo dei distacchi nelle tappe con arrivo in volata, di alleggerire la pressione sui corridori non direttamente coinvolti nella volata e di consentire loro di lasciare un certo margine con la testa della corsa – tre secondi corrispondono a un distacco di 50 metri anziché 17 metri per un distacco di un secondo – e di ridurre così l’assunzione di rischi inutili, in particolare per i corridori che puntano alla classifica generale.
Queste ultime due regole (la cosiddetta regola dei “tre chilometri” o “zona sprint” e il metodo di calcolo dei distacchi nelle tappe con arrivo in volata) potranno entrare in vigore solo al termine di una fase di test organizzata durante alcune tappe del prossimo Tour de France con arrivo in volata.

 

Commenti

  1. Pensa che io avrei messo il sistema di cartellini per gli organizzatori e reso corresponsabili civilmente, sempre gli organizzatori, in caso di cadute dovute al tracciato, che vadano ad impattare sugli atleti e quindi ingaggi e mancati introiti per le squadre.
  2. Ser pecora:

    ....mi sembra improbabile, fossero gestite dagli organizzatori le strade....al massimo potranno fare pressioni sulle amministrazioni locali (come già avviene), ma la vedo dura far asfaltare centinaia di km di strade gestite da n enti. Non parliamo del togliere l'arredo urbano...

    Poi, prendiamo una strada come quella della famosa caduta ai paesi baschi: l'asfalto era buono, erano le radici sotto che lo deformavano: mi immagino sistemare una roba del genere: togliere l'asfalto, rifare il fondo togliendo le radici e riasfaltare tutto...magari per decine e decine di punti. Chi li mette i soldi? Gli enti preposti no, visto che se li avessero lo farebbero; gli organizzatori? Andrebbero in perdita e fine delle gare.
    Mi sembra più pratico segnalare per quanto possibile (e comunque per una tappa di 200km segnalare tutti i punti è improbabile pure quello).

    Sostenere gli indennizzi degli incidenti poi è un bel modo per entrare in un ginepraio legale: la responsabilità della condotta di guida mi sembra sia personale. Sempre riprendendo l'esempio della caduta ai paesi baschi: chi la curva l'ha presa e 50 invece che 70kmh è rimasto in piedi....
    Ok pero’ a me sembra ad esempio che qualche anno fa i comuni si facessero un punto d’onore di rifare le strade quando passava il giro, ritenendo giustamente di sfruttarlo come vetrina. Oggi non usa piu’. è una impressione soggettiva, non ho dati a suppprto, magari sbaglio ….

    Un certo potere negoziale l’organizzatore lo ha, ad esempio puo’ decidere in certa misura di passare dal comune a o dal comune b, o di fare una tappa o un’altra. Se i comuni e gli enti gestori delle strade dovessero consegnare il piano di qualita’ del manto stradale e se se ne tenesse conto nel decidere il percorso ci sarebbe un effetto positivo, anche se non risolverebbe al 100%, lo so.
  3. Ser pecora:

    Penso sia solo una questione di costi, non di usanze. D'altronde che le strade facciano sempre più schifo non è una questione di pigrizia dell'anas & c. ma di fondi.

    Idem sulla questione dello scegliere dove passare. E' sempre la solita storia: sono i comuni che pagano per avere partenze ed arrivi, il percorso per andare da a -> b non è che ha sempre mille alternative, ed ai comuni in mezzo spesso non frega niente, anzi, si lamentano pure se le strade gliele sistemano "per i disagi": https://bologna.repubblica.it/cronaca/2024/06/12/news/tour_de_france_passa_a_bologna_cantieri_calendario_dei_lavori-423215739/#google_vignette

    Comunque quello che non va è la mentalità per cui l'UCI dovrebbe "imporre" o sanzionare a manetta: è un non senso. L'UCI giustamente cerca dei compromessi, perché mettere i bastoni nelle ruote agli organizzatori significa trovarsi senza corse. Gli organizzatori vanno tutelati quanto i corridori, altrimenti questi le gare se le fanno in giardino.
    Però quando guardi le gare in Italia col relativo stato di abbandono delle strade e di quello che ci sta intorno e che invade la strada,erba rovi etc...e poi
    guardi una gara in Francia o in Svizzera ti sembra che stiano proiettando in TV l'Eden.
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