Tour de S.Juan: ultima tappa con brivido per Jakobsen

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Miguel ángel Lopez (Team Medellin) ha vinto il Tour de San Juan 2023. Ma la settima ed ultima tappa ha riservato un brivido per lo sprinter della Soudal-QuickStep, Fabio Jakobsen. Il campione europeo è stato colpito in piena faccia da un cellulare tenuto in mano da un tifoso durante lo sprint.

La volata è stata vinta da Sam Welsford (Team DSM) davanti proprio Jakobsen e Giacomo Nizzolo (Israel – Premier Tech). Terza vittoria in tre giorni per il Team DSM, due di Welsford ed una di Mayrhofer alla Cadel Evans Great Ocean Road Race.

Per Jakobsen un piccolo taglio sul viso e soprattutto tanto spavento per un incidente che poteva avere conseguenze ben peggiori se lo sprinter olandese fosse caduto nel momento di massima velocità allo sprint. Un incidente che ripropone il tema della sicurezza nelle corse e nei rettilinei finali per gli sprint. Impossibile non ricordare proprio l’incidente occorso a Jakobsen al giro di Polonia 2020, per il quale ha rischiato la vita; ma anche le terribili immagini del braccio rotto di Daniele Colli della Vini Fantini al Giro d’Italia 2015.

I tifosi e le transenne dovrebbero essere poste in modo da non permettere ai tifosi di poter entrare in contatto coi corridori.

Il finale di tappa è stato concitato anche per Lopez, il quale ha dovuto mettere la propria squadra ad inseguire senza respiro Remco Evenepoel, andato in fuga con Quinn Simmons (Trek) a 14km dall’arrivo. Inseguimento completato ai -3km quando le squadre degli sprinter hanno preso il testimone.

Secondo posto consecutivo in classifica generale per Filippo Ganna (Ineos)  (anche quest’anno a 30″ dal vincitore), il quale in questa edizione non ha potuto contare su una cronometro individuale.

Commenti

  1. bianco70:


    Basta semplicemente mettere le transenne più indietro e creare un corridoio di sicurezza tra i tifosi e la carreggiata.

    In alcuni casi lo spazio non c'è. L'esempio lampante è proprio il giro di Polonia. L'arrivo (in discesa) dove si è disintegrato Jakobsen ha delle rotaie del tram (o treno) proprio dalla parte dove si è schiantato a poca distanza dalle transenne.
    Chiaro non dovrebbe essere permesso fare un arrivo li, ma gli organizzatori per vari motivi (città che paga, logistica, etc..) lo vogliono li.

    Sicuramente si potrebbe obbligare ad avere delle transenne diverse e migliori (in Belgio le hanno studiate bene), ma spesso in vari paesi, soprattutto quelli meno ricchi, non è facile. Difficile far spendere decine di migliaia di euro ad organizzatori argentini o colombiani per roba che poi useranno 1 volta all'anno.

    Che non sia facile è confermato dal fatto che i percorsi sono validati dai corridori. Un loro rappresentante che convalida il percorso c'è sempre assieme al commissario UCI. Come sempre, i corridori, non ricordandoselo, criticano sempre a cose fatte.
  2. sti ragazzi sono in mano a dio.. è vero che il ciclismo è nato per strada, ma non c'erano orde di persone con i cellulari che non guardano, e che non hanno spesso idea della velocità del gruppo
    ultimo km non bastano le transenne ci vogliono i pannelli di plexiglas alti 2m sopra le transenne
    non è fattibile evidentemente per logistica e costi, ma cosi' è veramente giocare con la vita dei corridori
  3. bianco222:

    Che poi hai la possibilità di vedere i ciclisti a un metro da te e che fai? li guardi attraverso uno schermo da 4"...
    Peraltro per registrare uno spezzone di video mosso, che basta cercare con google e trovi la stessa cosa ripresa e montata professionalmente da dieci camere. Misteri del mondo moderno. Come quelli che al museo fanno la foto alla Gioconda (neanche un selfie), come se il loro cell col riflesso del vetro fosse meglio di quel che trovi digitando 'gioconda' su un motore di ricerca. In questo caso, con l'aggravante di aver squarciato il quadro.
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