Matteo Spreafico (ViniZabú-KTM) positivo all’antidoping

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Matteo Spreafico (ViniZabú-KTM) è risultato positivo all’Enobosarm (ostarine), sostanza proibita della classe S1.2 (anabolici) nella lista WADA delle sostanze proibite durante due controlli, il 15 e 16 Ottobre, durante il Giro d’Italia.

Il corridore è stato sospeso provvisoriamente dall’UCI, in attesa di controanalisi.

 

Commenti

  1. EliaCozzi:

    Sì, effettivamente non posso che darti ragione, le grandi squadre continuerebbero a fregarsene perché i controllori chiuderebbero un occhio per non far chiudere tutto il carrozzone dell'indotto, mentre i piccoli imprenditori non potrbbero permettersi questo rischio di impresa.

    Ribadisco però che n questo caso stiamo parlando di illecito nell'attività lavorativa, anche se lo fai a casa (se un autista di pullman guida ubriaco non è che l'azienda dei trasporti può dire di essere innocente perché quello s'è ubriacato a casa! o-o ).

    Mi rendo conto che introdurre dei controlli antidoping interni a ogni squadra sia economicamente proibitivo, però in qualche modo una soluzione va trovata: son passati 25 anni dall'Operacion Puerto e non siamo ancora riusciti a debellare questa piega.

    Ne va sopratuttutto dell'immagine che il ciclismo da alla gente comune: già ci sono gli automobilisti che ci odiano, ora tornano anche quelli che pensano ciclista = drogato.
    secondo me la piaga può essere minimizzata, ma non debellata (come per tutti i comportamenti umani non eticamente corretti).
    oltretutto, lo stesso confine tra cosa è doping e cosa non lo è diventa spesso aleatorio: pensa a Bugno, squalificato per aver assunto caffeina, che ora non è più considerata come dopante.
    è un discorso molto lungo, complesso ed estremamente tecnico, su cui non mi sento di proseguire perché non penso di avere le competenze per farlo: e come tutti i problemi complessi, pensare di individuare delle soluzioni semplici è a parer mio velleitario.

    ps: personalmente sono un dopato, ho preso per qualche anno cortisone ed ora di nuovo testosterone, per problemi di salute.
    le mie prestazioni non sono cambiate di un micron rispetto a prima.
    (ovviamente non faccio gare, né le facevo prima)
  2. simo911:

    guarda ho conosciuto un ex pro che ha smesso proprio quando la squadra gli ha dato l'ultimatum (o ti curi o non corri)...lui ha avuto la forza di dire no, ma mettiti nei panni di un ragazzo di 20-22 anni che per correre in bici ha trascurato gli studi (magari non ha nemmeno il diploma), non ha mai lavorato in vita sua e si trova davanti al bivio...ci sta che qualcuno ci caschi. è sbagliato, ma ci sta. Anche perchè il pro medio non è proprio un luminare, si mette la radiolina e se il DS dice "accelera" o "rallenta" lui accelera o rallenta...
    Per questo occorre punire anche le squadre. Durante i fatti di calciopoli abbiamo spesso sentito parlare di responsabilità oggettiva delle società di calcio, ossia per le combine fatte dai calciatori all'insaputa di tutti ne rispondevano anche le società che, in alcuni casi, erano veramente inconsapevoli del comportamento illecito dei propri tesserati. Una forma di responsabilità oggettiva va introdotta anche nel ciclismo, per cui se trovano un dopato scatta la squalifica del corridore, ma anche una sanzione per la squadra. In questo modo i DS nel far "curare" i corridori magari ci ripensano.
  3. Ma domanda, come mai tutti questi amatori esperti di doping? Spero siate tutti medici perché io certe sostanze non le ho mai sentite nominare, e sono un chimico, non un padrone del Tibet...
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