Paris-Nice 2013

Quest anno la Tirreno-Adriatico ha calamitato quasi tutti i vari “big” del ciclismo mondiale, rendendo la corsa molto appassionante e seguita dal pubblico. Togliendo in parte visibilità alla Parigi-Nizza, corsa che negli anni passati era invece il banco di prova preferito per i corridori al vertice.

La Parigi-Nizza di quest anno ha però avuto l’interesse di mettere in luce molti “giovani” che molto probabilmente saranno i big di domani nelle corse a tappe.

La classifica finale:

1°-Richie Porte (Sky Procycling)

2°-Andrew Talansky (Garmin-Sharp) a 55″

3°-Jean-Christophe Peraud (AG2R La Mondiale) a 1’21”

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L’australiano Richie Porte, ex braccio destro di Contador alla Saxo-Bank, centra così il risultato più prestigioso della sua carriera, prima di rientrare nei ranghi per il prossimo Tour della Catalogna dove dovrà supportare capitan Wiggins. Una prova quella di Porte che però gli da maggiori opportunità per il futuro, sia in seno allo Sky Team sia in eventuali altre squadre. Lo stesso Porte ha dichiarato che a questo punto spera di poter avere lo status di leader per il Giro d’Italia 2014.

D’altronde la sua prestazione è stata notevole, in particolare nelle tappe chiave di Montagne de Lure e Col de Luze. In particolare quest’ultima cronoscalata, dalla pendenza media non particolarmente elevata (4,9%), ma che ha dato un confronto diretto con la prestazione dell’anno scorso proprio di Bradley Wiggins che aveva chiuso in 19’12” contro i 19’17” di Porte (nel 2012 però c’era più vento). Per la cronaca, Porte ha migliorato di 100″ la sua prestazione dello scorso anno, cosa che sicuramente fomenta ancora di più le diatribe sul “metodo Sky”. Vedremo.

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Richie Porte ha ottenuto questa vittoria all’età di 28 anni, la stessa del vincitore della Tirreno-Adriatico Vincenzo Nibali. Alla Parigi-Nizza però molti giovani hanno fatto davvero bene, a cominciare dal secondo in classifica Andrew Talansky, 24 anni, vincitore anche della 3^ tappa e della maglia bianca, considerato ormai da tutti una “promessa” per i Grandi Giri. A cui manca forse ancora un po’ di esperienza tattica però.

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O come Nacer Bouhanni, 22 anni, vincitore della 1^ tappa, uno della leva dei giovani francesi che stanno facendo ben sperare Oltralpe, dopo anni di prestazioni anonime (dovute alle rigida cultura antidoping nazionale a sentire i francesi) come anche Barguil e Bardet. O come anche Damien Gaudin, 26 anni, pistard che sta facendo bene anche su strada e che alla Parigi-Nizza ha vinto il prologo e che potrebbe confermarsi specialista a cronometro.

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Menzione anche per per il vincitore della 2^ tappa, il tedesco Marcel Kittel, 24 anni, velocista/cronoman che potrebbe fare bene al pari o quasi di corridori quasi coetanei come Taylor Phinney e Luke Durbridge, magari in una squadra migliore della Argos-Shimano.

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E per concludere ricordiamo Tejay Van Garderen, 24 anni, dal Montana, classificatosi 4°. Ennesimo buon piazzamento per un’altra “promessa” che sembra ormai pronta per sbocciare, a patto forse che tiri fuori una maggiore aggressività.

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