Report antidoping 2018: Italia il Paese con più positivi

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È uscito stanotte il report dell’agenzia antidoping WADA riguardante i controlli fatti nel 2018 (lo trovate qui). Come riferisce il Corriere:

delle 1.459 positività accertate in quella che è l’ultima stagione scrutinata dagli analisti dell’Agenzia, commesse in 93 sport da atleti di 114 nazioni, ben 171 sono attribuite ad atleti italiani. La Francia ci segue ben staccata a quota 128 seguita da Stati Uniti (103), Brasile (84), Russia (82), Cina (62), India (57). Ancora più staccati Belgio, Spagna e Sudafrica. Due le ragioni di questo poco invidiabile primato. La capillarità dei controlli in Italia sugli sport cosiddetti minori da parte dei Nas e di Nado Italia e, purtroppo, la grande quantità di positivi a livello amatoriale sia negli sport di resistenza che in quelli di forza, sia a livello giovanili che tra atleti molto maturi. Le positività globali sono in forte crescita rispetto al 2017 ma non arrivano ai livelli record del 2015.

Magra consolazione: il body building precede l’atletica leggera e il ciclismo nel triste primato .

Commenti

  1. siamo primi perche' da noi fanno i controlli anche ad amatori.......vorrei vedere in Belgio per fare un piccolo esempio se li facessero,se avrebbe ancora pochi casi....
  2. Ser pecora:

    La Wada fa i controlli agli amatori? Col sistema Adams?

    ...
    non credo......ma non credo neppure che quei 171 casi italiani siano tutti professionisti.....
  3. Lukino79:

    Io proverei a liberalizzare qualsiasi pratica dopante, giusto per la curiosità di vedere cosa succederebbe nello sport. Secondo me ci sarebbero un po' di anni allucinanti, con prestazioni incredibili, magari un po' di morti qua e là, per poi tornare a dove siamo adesso dove quasi tutti usano un po' di aiutini, senza esagerare, e si porrebbe fine alla farsa della lotta al doping.
    come no...poi la marea di gente che si è rovinata con il doping, la curiamo con la sanità pubblica pagata con le tasse, un pò come facciamo già ora con chi "SCEGLIE" di rovinarsi con varie attività che conosciamo tutti.
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