Tour de France 2021: Cavendish dentro, Aru fuori

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Ormai 18 squadre su 23 hanno annunciato ufficialmente la loro formazione per il Tour de France. La sorpresa maggiore è la convocazione di Mark Cavendish da parte della Deceunick-QuickStep. Il 36enne sprinter inglese sta vivendo una sorta di favola personale nel finale di carriera, dopo anni di Blackout quasi totale dovuti a mononucleosi e depressione, il ritorno in una grande squadra a stipendio zero, il ritorno alle vittorie ed ora il rientro alla gara più importante.

Non sarà facile, ma Cavendish potrebbe perlomeno avvicinarsi ancora di più al record di tappe vinte al Tour, detenuto da Eddy Merckx con 34. Cavendish è attualmente a quota 30. Ma l’ultima risale al 2016. Cavendish potrà contare però su uno dei “treni” migliori del World Tour, con Davide Ballerini, Kasper Asgreen e Michael Mørkøv.

La convocazione di Cavendish è arrivata per l’esclusione di Sam Bennett, vincitore l’anno scorso della maglia verde, per via di un problema “minore” al ginocchio dell’irlandese, come lui stesso lo ha definito. Esclusione con polemica però. Patrick Lefévère, Team Manager della Deceunick ha dichiarato che: “quando Bennett ha detto di essersi fatto male e che aveva bisogno di cure e riposo sentivamo già nell’aria che non sarebbe stato pronto per il Tour de France. Tre giorni prima del giro del Belgio ha colpito il manubrio col ginocchio. Non ci ha detto niente a riguardo. Quando è arrivato lo abbiamo mandato ancora a casa. Da allora è stato tutto un si-no-si: allenarsi o non allenarsi? Non posso provare che non abbia un problema al ginocchio, ma penso sempre di più che sia più paura di fallire che solo dolore. Ieri doveva venire in Belgio, ma ci sono stati ancora problemi con l’aereo. Quindi cominci a pensare cose strane. Deve venire in ogni caso. Non farò finta di niente“.

Bennett se ne andrà a fine stagione della Deceuninck (probabilmente per tornare alla Bora-Hansgrohe), e Lefévère, interrogato sulla possibilità che questo giochi un ruolo nella vicenda, ha gettato benzina sul fuoco: “Se è il caso, questo direbbe molte cose su di lui, dopo tutto quello che ho fatto per lui. Ho persino pagato in anticipo le sue sanzioni con la Bora (per aver terminato il contratto in anticipo e poter andare alla Deceuninck-ndr). Se mi tratta così, dice molto (sulla persona -ndr-). Non lo escludo“.

Senza grandi drammi invece l’esclusione dell’ultim’ora dal Tour di Fabio Aru da parte della Qhubeka-Assos. Il sardo, vincitore della Vuelta 2015 e maglia gialla al Tour 2017 per 2 tappe, sarà rimpiazzato da Carlos Barbero. È lo stesso Aru a comunicare il motivo: “So cosa è necessario per correre il Tour ed ho capito che coi problemi fisici che ho avuto questo week-end (Aru si è ritirato ai campionati nazionali su strada a Imola ai -50km dal traguardo senza dare spiegazioni -ndr-) il mio corpo semplicemente non sta come dovrebbe perché io possa dare il meglio per la partenza del Tour. Dopo aver discusso la situazione con la squadra ho deciso che è nel nostro miglior interesse ritirarmi dalla selezione“.

Commenti

  1. jan80:

    beh Contador ha vinto un Giro 2015 contro 2 Astana.....scusa se poco
    E nel 2014 volava sia nelle gare preTour che al Tour ove solo un infortunio lo estromise e dopo il quale riprendendosi a tempo di record, riuscì a vincere la Vuelta con una delle più grandi imprese degli ultimi anni, seconda solo a quella di Froome a Bardonecchia.
    Ma tanto è inutile. I fatti non le opinioni, smentiscono il castello di carte costruito intorno alla visione della Astana tutti dopati, ma i pregiudizi vari sono insmontabili. Al tempo loro erano i cattivi e basta, nella decade ovviamente lo sono stati quelli della Sky, in questo momento lo sono quelli della Bahrein e lo scorso anno che andavano ovunque e stravincevano, lo erano quelli della Jumbo.
    Mi incuriosisce come a periodi, questa o quella squadra trovino la pozione magica, ovviamente sconosciuta a tutti gli altri, antidoping incluso, che ne giustifica i risultati, salvo poi essere soppiantata dalla squadra successiva.
  2. golance:

    questi due esempi sono più calzanti..corridori che hanno avuto per un periodo prestazioni esagerate e passate le vicende giudiziarie hanno continuato comunque a vincere seppur con un piccolo ridimensionamento.
    Appunto un rimensionamento nel modo di correre,forse non tutti ricordano come andava Contador o Basso a cronometro prima della squalifica, hanno ritrovato la vittoria ma non avevano le stesse prestazioni con la stessa cadenza,ed erano nel pieno della maturita atletica per parlare di calo fisiologico come per esempio è successo ad Armstrong che comunque al suo ritorno in gruppo in Astana si è portato dietro il DS della Discovery
  3. la storia del ciclismo (dello sport) e’ piena di atleti fenomenali che per svariate ragioni hanno brillato per pochi anni in gioventù.

    Nel ciclismo la la lista e’ lunghissima. Al momento mi viene in mente Cunego o in un certo senso anche Saronni.

    Nel tennis Borg dopo aver vinto tutto ha smesso a 25 anni.
    Platini ha smesso a 30.
    Merckx ha salutato tutti a 32.
    se avessero continuato con scarsi risultati staremmo qui a dire che chissà perché erano prima fenomeni e poi no ?

    anche io a 51 anni non sono performante come a 30 (non solo in bici) ma non perché non trovo piu la ricetta del Viagra.
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