[Test] Bianchi Oltre XR.2 Dura-Ace

La Oltre XR.2 è il modello di punta del marchio Bianchi, da cui è classificata come HoC, “Hors-Categorie”, destinata all’ “extreme-racing” ed evoluzione delle precedenti Oltre e Oltre XR.

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La Oltre XR.2 si propone quindi come bici per i ciclisti più competitivi alla ricerca della prestazione pura, con un telaio che massimizza la trasmissione della potenza e il rapporto peso e rigidità. Le precedenti versioni presentavano già il profilo aerodinamico della forcella e del reggisella; con la XR.2 Bianchi, oltre ad alleggerire e ad aumentare la rigidità del telaio, ha modificato la forcella integrandola maggiormente con il telaio sotto al tubo di sterzo, incrementandone l’aerodinamicità (e l’estetica).

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Il telaio è in carbonio “ultra high modulus” UMS40 e CN60 e Bianchi dichiara un peso di 895 g. in taglia 55, a cui si aggiungono i 355 g. della forcella; le tecnologie di cui si fregia sono la tessitura X-Tex all’interno dello sterzo e del movimento centrale per incrementare la rigidità torsionale, i forcellini UTSS per un migliore assorbimento delle vibrazioni e riduzione del peso e la lavorazione WMP (Wrinkleless Molding) per una maggiore efficienza del telaio.

La geometria del telaio è chiaramente corsaiola: nella taglia media (55) il tubo orizzontale è lungo 550mm e il tubo di sterzo 145mm. A parità di misura e lunghezza, quindi, la Oltre XR.2 ha un tubo di sterzo più basso di 25mm rispetto ai modelli dedicati all’endurance della stessa Bianchi quali la Infinito CV e la Intenso (da me provata nell’autunno passato). Il piantone ha un’angolazione standard a 73.5° mentre lo sterzo è più chiuso, con un angolo rispetto al terreno di 72.5° rispetto ai 72° dei modelli endurance. Per finire, anche il carro è di lunghezza ridotta rispetto ai modelli maggiormente votati al comfort. La Oltre XR.2 è proposta in 7 taglie, 47-50-53-55-57-59-61, 4 colorazioni, compatibile con i sistemi di trasmissione tradizionali e quelli elettronici, cavi interni, sterzo conico 1.5’’-11/8’’ e movimento BB386EVO. La Oltre XR.2 è anche disponibile nella versione per freni a disco con telaio e forcella dedicati.

Il modello in prova, in taglia 57 (56cm di orizzontale), è montato con gruppo Shimano Dura Ace di2 11v Compact, con l’eccezione della guarnitura FSA K-Force Light BB386EVO dotata di un asse da 30mm di diametro per una rigidità maggiorata. Anche l’attacco manubrio e la piega sono della FSA, OS-99CSI e K-Force compact rispettivamente, con grafiche personalizzate da richiami color celeste. Il reggisella è dedicato alla bici ed ha una sezione aerodinamica. La sella è una Fizik Arione R3 braided. Per completare l’allestimento, le ruote fornite sono le Fulcrum Racing Speed XLR Dark con tubolari Veloflex Carbon 23. La bici è fornita di un portaborraccia Elite Pase Carbon con viti Carbon-Ti. Il peso della bici in questa configurazione (e misura) è di 6,5 kg (senza pedali).

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Nell’effettuare le regolazioni è molto funzionale il collarino e il reggisella dedicato, modificando rapidamente l’altezza sella senza modificare la direzione. E’ risultato leggermente più macchinoso il sistema di chiusura/regolazione della sella con due viti a brugola che si innestano nella parte posteriore del canotto. La serie sterzo (FSA Orbit) con tappo Carbon-Ti presentava viteria Carbon-Ti con incavo Torx. Sotto l’attacco ho lasciato solo un piccolo spessore per non snaturare la vocazione della bici nonostante con la mia posizione a 800mm sella-movimento risultasse un dislivello sella manubrio superiore a quello cui sono abituato, con un’impostazione maggiormente racing. Sotto l’attacco si nasconde la centralina Shimano che, con una pressione del cambio, mi segnala la carica della batteria. Infine nel manubrio sono presenti due tastini per poter cambiare il pignone rapidamente dalla presa bassa: pollice destro rapporto più lungo, pollice sinistro per alleggerire.

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La prova

La bici è stata provata per circa un mese ed oltre 1000km in diverse condizioni: uscite solitarie o più tirate in pianura (spesso ventosa in questo periodo), sul percorso della granfondo Camogli con salite di discreta lunghezza e discese impegnative, e nelle valli del Varesotto su salite più importanti. Avvicinandomi alla bicicletta quello che mi ha colpito, oltre all’estetica ricercata e, secondo me, di forte impatto, è il peso, nonostante il montaggio non esoterico. Alla prima pedalata si apprezza subito la combinazione telaio-ruote, con una rigidità molto elevata ed una sensazione di estrema facilità nell’accelerazione. Nel mio utilizzo ho continuato a rilevare questa impressione di fondo, la bici si è sempre mostrata pronta al cambio di velocità, sia sui pedali che con progressioni in sella. In particolare, ho trovata davvero reattiva la bici nelle accelerazioni e negli scatti dal gruppo, sia nel vallonato che in volata, situazioni dove le ruote di altissima gamma Fulcrum hanno sicuramente giocato ampio ruolo.

Nelle salite ho trovato un buon feeling con la bici e il suo peso limitato rende molto facile portarla “en danseuse”. Nelle discese ho rilevato un comportamento diverso in base al fondo stradale: la Bianchi è estremamente precisa e pronta al cambio di direzione e molto maneggevole, un minimo cambio di peso corrisponde ad un cambio di direzione, caratteristica che richiede anche una certa esperienza. Nelle discese con asfalto irregolare, però, la rigidità e leggerezza dell’accoppiata bici/ruote mi hanno messo in lieve difficoltà in alcune circostanze, pur migliorando sensibilmente con una maggior abitudine al mezzo.

La bici in pianura evidenzia abbastanza le irregolarità dell’asfalto senza però risultare scomoda ed anche nei tratti in pavé non ho riscontrato eccessive vibrazioni. Nella situazioni di pianura e vento non ho riscontrato differenze o vantaggi dei profili aero del telaio mentre ho apprezzato molto le ruote per la facilità nel mantenere la velocità e una buona stabilità con vento laterale. Nei giri più lunghi la bici non mi ha affaticato eccessivamente rispetto a bici meno corsaiole anche se dopo tratti prolungati con asfalto dissestato le braccia e le mani ne risentivano più che con mezzi meno rigidi. La posizione con dislivello sella-manubrio elevato, dopo un periodo di adattamento, non mi ha dato alcun fastidio anche nelle salite più lunghe.

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Il gruppo Shimano Dura Ace Di2 elettronico era per me una novità e inizialmente ho dovuto abituarmi all’estrema facilità di cambiata: basta infatti sfiorare i tasti accanto alla leva freni per cambiare e tenerli premuti per cambiate multiple. I tastini aggiuntivi all’interno della piega, inoltre, nei primi utilizzi mi hanno causato alcune cambiate involontarie, specie con i guanti invernali. Una volta che mi sono abituato alla posizione dei tasti e alla modalità di cambiata ho apprezzato appieno la precisione del cambio elettronico e l’immediatezza della cambiata, in particolare grazie ai tastini aggiuntivi in presa bassa.

La cambiata però tra i pignoni è risultata un po’ rumorosa, forse per una maglia o due di troppo della catena o una regolazione migliorabile del cambio. In una occasione, cambiando in quasi surplace per un semaforo rosso, la catena è caduta all’interno della guarnitura. Ho provato a provocare altre volte una caduta senza più riuscirci ma in tale occasione e nel caso di trasporto senza ruote la catena è finita all’interno rischiando di segnare il telaio; a tal proposito penso che anche su cambio elettronico sarebbe opportuno montare un chain-catcher sulle viti del deragliatore. La deragliata, ad eccezione dell’episodio descritto, è sempre risultata precisa anche in situazioni di stress cambiando in salita sotto sforzo.

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Quanto ai restanti componenti, la guarnitura FSA è risultata molto efficace nella deragliata e come rigidità non ho percepito alcuna flessione delle corone sotto sforzo. Per un centinaio di chilometri c’è stato un leggero scricchiolio ma probabilmente era dovuto a dello sporco essendo poi scomparso senza riproporsi nel resto del test. La sella Fizik Arione è una sella che non ha bisogno di presentazioni essendo molto conosciuta tra i ciclisti, sicuramente nella versione braided (carrello in carbonio) e nella colorazione proposta si abbinava bene al livello della bici e non ho riscontrato alcun problema: facile nella regolazione e molto curata nei materiali.

Un piccolo inconveniente riguarda il reggisella che si è leggermente segnato applicando una luce della decathlon, benchè rivestita in gomma. A tal proposito segnalo la quasi impossibilità di fissare al reggisella diversi tipi di luci e anche supporti per bomboletta pit-stop a causa della sua forma a goccia.
Le ruote Fulcrum Racing Speed XLR nella versione da 50mm come già detto esaltavano la bici nei percorsi veloci pur risultando appropriate e maneggevoli anche nei percorsi più di montagna. La frenata è sempre stata precisa e modulabile anche se nelle discese dopo un certo surriscaldamento l’anteriore ha fischiato sensibilmente. Sul bagnato la frenata si allunga ma senza far perdere sicurezza. I tubolari Veloflex li ho gonfiati attorno agli 8.5 bar e li ho trovati molto morbidi e comodi e con un buon grip mentre a pressioni superiori rimbalzavo eccessivamente sullo sconnesso; perdono però rapidamente pressione richiedendo un gonfiaggio quasi quotidiano.

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Conclusioni

La Bianchi Oltre XR.2 è sicuramente un’ottima bici per un utilizzo agonistico da parte anche dei ciclisti più esigenti. La geometria racing, lo studio aerodinamico della parte anteriore e unitamente alla sua leggerezza ne fanno una bici adatta a tutti i terreni, eventualmente modificando le ruote in base al comportamento desiderato. Secondo l’opinione di chi scrive il suo terreno ideale nella configurazione fornitami è il misto vallonato per gare a circuito impegnative dove la reattività può essere esaltata negli strappi presi in velocità e negli scatti e cambi di ritmo. La bici è estremamente curata in ogni dettaglio e personalizzata con componenti e viteria dedicati.

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La Bianchi Oltre XR.2 con Dura Ace-Di2 ha un prezzo di listino pari a 8.990 euro con ruote Fulcrum Racing Zero. Per avere le ruote Fulcrum Racing Speed XLR tubolare vanno aggiunti, secondo il catalogo, 1.300 euro, portando quindi il prezzo di listino al di sopra dei 10.000 euro. La garanzia è pari a 5 anni sul telaio e 2 anni sui componenti. Il prezzo del solo telaio è pari a 3.150 (con forcella, serie sterzo, reggisella ed espander). Il prezzo del solo telaio è molto buono in rapporto alla qualità globale e risulta competitivo anche in rapporto alla concorrenza. Diversamente, il prezzo dell’allestimento é elevato, anche considerando il costo dei componenti forniti.

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