55^ TIRRENO-ADRIATICO, RITORNA L’ARRIVO IN SALITA E NIENTE CRONOSQUADRE
La tappa di apertura – con partenza e arrivo a Lido di Camaiore – sarà in linea e non una cronometro a squadre come negli ultimi anni. Il percorso prevede altre due tappe per velocisti, due per finisseur e la classica cronometro finale a San Benedetto del Tronto. Riproposto l’arrivo in salita che sarà ai 1362 m di Sassotetto, dove nel 2018 si impose Mikel Landa. Vincenzo Nibali annuncia la sua presenza alla Corsa dei Due Mari.
San Benedetto del Tronto, 12 dicembre 2019 – Presentata oggi nella cittadina marchigiana la 55^ edizione della Corsa dei due Mari, in programma dall’11 al 17 marzo 2020 e organizzata da RCS Sport/La Gazzetta dello Sport. Percorso che strizza l’occhio a corridori completi che senza la cronosquadre iniziale dovranno affrontare l’arrivo in salita a Sassotetto, la cronometro finale a San Benedetto del Tronto oltre a tre tappe adatte ai velocisti e due mosse e insidiose adatte ai finisseur.
Vincenzo Nibali, due volte vincitore della Corsa dei Due Mari (2012, 2013) ha annunciato questa mattina che sarà al via dell’edizione 2020.
IL PERCORSO
Tappa n. 1 Lido di Camaiore – Lido di Camaiore, 134 km
Percorso
Tappa suddivisa in due parti entrambe in circuito. Nei primi 90 km circa si percorre 3 volte il circuito del Monte Pitoro (salita dal versante Massarosa) di circa 26 km scendendo su Camaiore. Dopo il terzo passaggio si iniziano due giri quasi completi di un grande circuito di circa 19 km tra Pietrasanta e Lido di Camaiore completamente pianeggiante.
Tappa n. 2 – Camaiore – Follonica, 198 km
Percorso
Tappa mossa e articolata specialmente nella seconda parte. Partenza da Camaiore e attraverso Montemagno si raggiunge prima Pisa e poi il Livornese per abbandonare la parte completamente pianeggiante in prossimità di Castagneto Carducci dopo aver superato Cecina. Si affronta quindi la salita di Sassetta e terminata la discesa si entra nel circuito finale di 20 km caratterizzato dal breve strappo “dell’Impostino”
Tappa n. 3 – Follonica – Sacrofano, 233 km
Percorso
Tappa molto lunga e ondulata. Si attraversa il Grossetano per scalare il GPM di Scansano e poi l’alto Viterbese per costeggiare i laghi di Bolsena e Vico e scalare la salita di Poggio Nibbio dal versante di San Martino in Cimino. Si affronta quindi un lungo tratto a scendere che poi termina con la breve risalita all’arrivo di Sacrofano. Ultimi chilometri per la prima parte in discesa e quindi sempre a salire fino all’arrivo con pendenze attorno al 6/7%.
Tappa n. 4 – Terni – Sassotetto, 204 km
Percorso
Tappa molto impegnativa con 6 salite di cui 4 classificate GPM. In partenza si supera il passo della Somma per scendere su Spoleto e dopo Campello sul Clitunno scalare la salita di Pettino (15 km con pendenze attorno al 6/7%). Segue un tratto misto dove si superano il Valico del Soglio, Cerreto di Spoleto e Norcia per affrontare il GPM di Forca di Ancarano e entrare nei monti Sibillini. Dopo Visso si sale al Santuario di Macereto preceduto dallo scollinamento di Santa Margherita. Raggiunta Polverina si percorrono strade ondulate e mosse altimetricamente per arrivare a Sarnano e affrontare la salita finale di Sassotetto.
Gli ultimi chilometri della tappa coincidono con la salita finale al Sassotetto. Si tratta di una salita dalla pendenza abbastanza costate tra il 6 e il 7% con alcuni picchi oltre il 10% e costituita da lunghi rettilinei intervallati da tornanti. La pendenza si addolcisce a ridosso dell’arrivo.
Tappa n. 5 – Pieve Torina – Loreto, 181 km
Percorso
È la tappa dei Muri. Sono tutti concentrati nei 3 giri di circuito che portano la corsa a affrontare 3 volte la salita di Loreto (che costituisce l’arrivo) e 3 volte quello di Recanati. Avvicinamento costantemente in discesa dai Monti Sibillini passando da Camerino e raggiunta la valle del fiume Potenza si affrontano le salite Montefano e Osimo prima di entrare nel circuito e finale.
Circuito finale di 25 km che prevede di affrontare le due salite di Loreto e Recanati. Ultimi chilometri tutti in salita con pendenze attorno al 10%.
Tappa n. 6 – Castelfidardo – Senigallia, 178 km
Percorso
Tappa ondulata nella prima parte e in seguito pianeggiante, non particolarmente impegnativa. Da Numana, attraverso Ancona (parte esterna), Offagna, Jesi e Ostra si svolge un percorso di avvicinamento a Senigallia dove si percorreranno 4 giri di un circuito di circa 16 km.
Circuito finale completamente pianeggiante si svolge tra strade cittadine ampie e ben pavimentate e la campagna limitrofa. Ultimi 3 km interamente cittadini con ultima curva ai 1000 m.
Tappa n. 7 –San Benedetto del Tronto (cronometro individuale), 10.1 km
Percorso
Cronometro individuale di 10’050 m sul percorso che è il medesimo dal 2015. La pedana di partenza è posta in viale Tamerici (Riva sud) da dove si procede verso Porto d’Ascoli lungo il mare. Da Piazza Salvo d’Acquisto (cronometraggio intermedio – km 4.7) si prosegue ancora circa 750 m prima di risalire fino a San Benedetto del Tronto dove la corsa termina sul traguardo tradizionale di viale Buozzi. Gli ultimi 2.5 km sono praticamente rettilinei.
STATISTICHE
- Per il 6° anno consecutivo Lido di Camaiore sarà la sede di partenza della Tirreno–Adriatico NamedSport.
- Sacrofano è città di tappa inedita per la Tirreno-Adriatico NamedSport.
- Il valico di Sassotetto sarà arrivo di tappa per la 3^ volta alla Tirreno-Adriatico NamedSport dopo il 2009 (Egoi Martinez) ed il 2018 (Mikel Landa).
- Per la prima volta Loreto sarà città d’arrivo di tappa alla Tirreno-Adriatico NamedSport.
- Arrivo tradizionale per la Tirreno-Adriatico NamedSport: San Benedetto del Tronto sarà la meta finale per la 54^ volta su 55 (solo la prima edizione, quella del 1966, non terminò a San Benedetto del Tronto: la tappa finale fu la San Benedetto del Tronto – Pescara).
- Tre inediti di fila: Nelle ultime tre edizioni, tre nazioni diverse hanno ottenuto la loro prima vittoria nella classifica generale della Tirreno-Adriatico NamedSport: Colombia (Nairo Quintana, 2017); Polonia (Michal Kwiatkowski, 2018); Slovenia (Primoz Roglic, 2019).
Quegli esempi aneddotici dimostrano veramente qualcosa?
Non frenano? Ma dai su...
Che poi andare in giro con le ruote da 90mm o le lenticolari e vento sia sconsigliabile vale per qualunque bici eh...
Ma è la ragione iniziale che è da incorniciare: "sono inutili perché danno vantaggio a tutti". Indistintamente. "40-60W", che poi siano 40 o 60 fa niente...tanto per gente che ragiona cosi i tunnel del vento non sono condotti da ingegneri che fanno professionalmente e dignitosamente il loro lavoro, ma assoldati dai soliti "loro" che vogliono solo lucrare e fregare qualcuno.
Ormai a questa voragine non sfugge niente, manco l'aerodinamica. Navier e Stokes come i fiori di Bach.