Chi è Tom Dumoulin?

Tom Dumoulin stamattina si è svegliato fresco vincitore del Giro d’Italia #100, dopo un finale tra i più belli dei recenti grandi giri, con la vittoria a cronometro nell’ultima tappa (per la terza volta nella storia l’ultimo cambio di maglia Rosa avviene nell’ultima tappa a cronometro dopo il 1984 -Moser su Fignon- ed il 2012 -Hesjedal su Rodriguez-. Nel 1976 il cambio finale avvenne nell’ultima semi-tappa a cronometro, penultima tappa sul totale: -Gimondi su De Muynck-).

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186 cm di altezza per 70 kili scarsi lo mettono nella stessa categoria dei vari Froome e Wiggins, anche se la pedalata di Dumoulin è agli antipodi di quella del “frullino” britannico, fatta più di rapportoni che ricordano Miguel Indurain, con cui i paragoni già si sprecano (anche se il buon Miguelon pesava un bel po’ di più).

Innanzitutto cronoman dunque, di cui si sta dimostrando grande specialista, anzi di cui si è subito dimostrato grande specialista, sin da U23. Iniziato il ciclismo non proprio giovanissimo, a 15 anni, si è dedicato full-time al ciclismo dopo essere stato respinto alla scuola di medicina di Maastricht (nei Paesi Bassi solo 1/3 dei candidati viene preso), suo grande sogno. Eccolo debuttare negli U23 a 20 anni quindi, alla Coppa delle Nazioni in Portogallo. La prima tappa è una cronometro individuale, lui non ne ha mai fatta una, tanto che usa la bici di un compagno di squadra, e la vince. Il bello è che poi resiste nelle altre tappe e si aggiudica la classifica generale: “Non mi sono mai stupito cosi tanto”, dichiarò.

Lo stesso anno conquista un 7° posto nella crono individuale ai mondiali U23. Tanto basta per essere notato e messo sotto contratto con la Project 1t4i (assieme a Degenkolb, Kittel, Geschke e De Koert) già Skil-Shimano, che poi diventerà Argos-Shimano, Giant-Shimano, Giant-Alpecin ed infine Sunweb quest’anno.

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Squadre in cui si deve conquistare il proprio spazio facendo gavetta in ogni ruolo, compreso far parte del treno di Marcel Kittel.

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Nel 2014 e 2016 conquista la maglia di campione nazionale a cronometro. Sempre nel 2014 fa vedere che il suo talento a cronometro è di classe mondiale, col 3° posto ai mondiali di Ponferrada dietro specialisti della disciplina come Bradley Wiggins e Tony Martin.

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La consacrazione arriva alle Olimpiadi di Rio 2016 con l’argento sempre nella crono individuale.

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Dumoulin pero non va male nemmeno in salita, anzi, tanto che sorprende tutti alla Vuelta 2015, quando attacca già alla 2^tappa sul Carminito del Rey assieme a Nicholas Roche, Nairo Quintana ed Esteban Chaves che lo fulmina sul traguardo relegandolo al secondo posto. Con lo scalatore colombiano si contenderà a lungo la maglia Amarillo. Quando sembra ormai fatta dopo la vittoria nella cronometro della 17^tappa ed un altro allungo nella 19^, all’ultima tappa di montagna, penultima della Vuelta, crolla e viene battuto da Fabio Aru, uscendo non solo dal podio, ma finendo 6°.

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Nel 2016, oltre all’argento olimpico si concede la vittoria casalinga ad Apeldoorn nel cronoprologo del Giro d’Italia, per cui indossa la maglia rosa, e ben due tappe al Tour de France, una ovviamente a crono, ma anche una in montagna, ad Arcalis, sotto una pioggia torrenziale.

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Ormai gli obiettivi per la “farfalla di Maastricht”, soprannome che detesta, sono chiari, tanto che la mattina del 1° Gennaio 2017 li fa sapere al mondo via twitter.

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4 mesi dopo il sogno diventa realtà

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Tom Dumoulin è il primo olandese vincitore del Giro d’Italia, 50 anni dopo il primo vincitore olandese di un Grande Giro: Jan Janssen alla Vuelta 1967. L’Olanda è la 13^ nazione che vince il Giro d’Italia. E la 5^ vittoria olandese nei Grandi Giri dopo Jan Janssen Vuelta ’67 e Tour ’68; Joop Zoetemelk Vuelta ’79 e Tour ’80.

Prima di Dumoulin, Erik Breukink fu l’unico olandese sul podio finale del Giro: 2° nel 1988 e 3° nel 1987.

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