Non è un urlo di BDC-Mag nel silenzio della quarantena da Coronavirus, ma la specifica richiesta del presidente di Confindustria ANCMA al presidente del Consiglio Conte, che noi appoggiamo in pieno.
Eccola nella sua versione integrale:
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https://amp.theguardian.com/world/2020/apr/13/pop-up-bike-lanes-help-with-coronavirus-social-distancing-in-germany&ved=2ahUKEwivs6O-ruXoAhWusaQKHftNBdwQFjAEegQIBxAC&usg=AOvVaw1AoWFlNah5vVBZx6HM5S5_&cf=1
Oltre che bdc, io sono anche un ciclista urbano e mi e' capitato di essere in prima linea nel chiedere all'autorita' locale piu' infrastrutture e sicurezza per le bici. Ho vissuto per anni a Parigi, ed ho visto questa citta' trasformarsi e diventare piano piano amica del ciclismo. Oggi si calcola che chiudendo anche solo il servizio di bike sharing parigino, il sistema trasporti sarebbe al collasso.
Francamente, tornato in Italia mi e' passata subito la voglia di chiedere alcunche all'amministrazione locale. Io non sono di quelli che ama solo gettare fango sul nostro paese - ci sono tanti aspetti positivi, ma su questo non ho dubbi: le amministrazioni delle grandi citta' non sanno ascoltare e non sanno osare.
Abbiamo produzione locale di bici, bel tempo e cultura delle due ruote. Strade ancora pericolose rispetto ad altri paesi europei, ma infinitamente piu' sicure della maggior parte dei paesi del mondo. Un passato in cui spostarsi in bici era normale. Perche' la mobilita' urbana si sia ridotta a questo, non so. Qualcosa inizia a (ri)cambiare. Ma io negli ultimi dieci anni ho macinato km in praticamente ogni citta' francese, in Olanda e Belgio, a Londra ed Edinburgo, NY, Washington, Rio de Janeiro e Seoul. A Mosca, dove vivo, vado ovunque in bici tra parchi e piste ciclabili. A Roma, dove torno di tanto in tanto, ho inforcato una bici l'anno scorso e mi e' subito passata la voglia. Speriamo che almeno questa triste vicenda sia l'occasione per fare quello che i danesi han fatto cinquant'anni fa. Di soldi, ne servono ben pochi - basta l'attenzione.