Da qualche giorno si sono moltiplicate le voci e indiscrezioni che vorrebbero Chris Froome passare dal Team Ineos ad altre squadre a metà di questa stagione.
Il motivo sarebbe legato alla volontà del britannico di cercare la 5^vittoria al Tour de France, raggiungendo così gli altri recordman detentori di vittorie nella grande corsa francese (Anquetil, Merckx, Hinault e Indurain). Cosa che sembra sempre più difficile per Froome rimanendo nella Ineos, per una questione di età (tra 5 giorni festeggerà i 35 anni), di opportunità reali in una stagione sconvolta dal coronavirus, i dubbi sulla sua condizione fisica dopo il grave incidente dell’anno scorso ed il problema delle gerarchie interne alla squadra, che chiaramente privilegiano ormai il giovane talento colombiano Egan Bernal.
Dopo la falsa voce di un trasferimento alla Israel Cycling Academy, lanciata da un account satirico (ma presa sul serio da molti), si moltiplicano però ora le voci di un avvicinamento tra Froome e la Movistar. Froome potrebbe svincolarsi dalla Ineos, dopo 11 anni di militanza, e passare alla squadra spagnola, la quale è sponsorizzata dal gigante delle telecomunicazioni latino-americano, che però recentemente si è fusa con Liberty Global, proprietaria di Virgin, con un progetto da 10 miliardi di sterline per farla diventare il primo operatore anche nel Regno Unito. Nell’economia di questa operazione l’acquisizione di Froome per la Movistar sarebbe oltre che fattibile anche positiva in termini di immagine per il mercato britannico.
Al momento nessuno degli interessati commenta queste voci, ma un corridore veterano della Movistar, Joaquin Rojas, quantomeno tende la mano a Froome via social:
Al contrario, la continuità negli anni si vede nel vincere ogni anno o quasi un qualcosa.....mica puoi vincere tutto sempre...persino Merckx qualche suonata (molto poche) se la è presa.
Solo per chi capisce poco o nulla di ciclismo. Quella è stata spettacolarmente la sua più bella impresa, ma ha solo dimostrato quello che solo pochi dicevano, ossia che non era spettacolare (per i suo detrattori) perchè dare spettacolo lo fa solo chi fa banzai non potendo fare altrimenti ma spesso il banzai finisce con la morte (in questo caso sportiva) di chi lo fa. Un campione completo, come Froome, non ha spesso bisogno di dare spettacolo inteso come quello che intende la gente comune, essendo che ha sempre costruito le sue imprese un pò qua un pò là. A crono, con attacchi in salita ma non sconsiderati, con attacchi in discesa ma non sconsiderati...persino in pianura lo abbiamo visto attaccare (con Thomas, Bodnar e Sagàn). Quando ha avuto bisogno del banzai, ha dimostrato di averlo nelle corde (al netto degli inevitabili errori degli avversari come sempre in questi casi).
Certo che ne è il reale vincitore e per 2 buone ragioni:
1 perchè non hanno trovato uno a cui fosse giusto assegnarli (a Froome la Vuelta 2011 gliela hanno data e giustamente 8 anni dopo, tanto per dire);
2 perchè nessuno dei suoi avversari si è mai sognato di rivendicarli, ben sapendo che aveva vinto perchè era il più forte.
Ti faccio un esempio. Sir Stirling Moss, appena deceduto, non ha mai vinto un campionato mondiale. Non ostante questo rimane uno dei più grandi piloti di tutti i tempi. Non importa sempre vincere, conta anche 'come' corri. Villeneuve (che per inciso non mi entusiasmava) aveva tutte le caratteristiche del grande campione, a prescindere dalla morte. Non a caso Enzo Ferrari, che non era di facile entusiasmi e qualcosa di piloti la sapeva, stravedeva per lui. Il mondo dell'automobile è molto più complesso di quello del ciclismo, così come un'automobile è molto più complessa di una bicicletta e i parametri di valutazione sono molto più ambigui. E forse questo è proprio il bello del ciclismo, forse lo sport più 'fossile' che ancora viva e vegeti... Tra Coppi e Froome, come campioni, ci sono molte meno differenze che tra Fangio e Hamilton...