Gelo e neve sulla Freccia vallone vinta da Williams e Niewadoma

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Kasia Niewadoma (Canyon/SRAM) e Stephen Williams (Israel-PremierTech) saranno ricordati come i vincitori di una delle più dure edizioni della Freccia Vallone. In particolare l’edizione maschile ha visto arrivare al traguardo solo 44 corridori sui 174 partiti (34 ritirate tra le donne) la più bassa percentuale (25,3%) dal 1980 quando vinse Giuseppe Saronni in un gruppo ridotto a 47 corridori (22,49% di arrivati al traguardo). La percentuale media delle ultime 10 edizioni è 72,5%, per confronto.

Gran parte dei favoriti si sono ritirati: Marc Hirschi e tutta la UAE, Tom Pidcock (Ineos) e Mattias Skjelmose (Lidl-Trek), quest’ultimo vittima di una crisi di ipotermia ripresa da uno spettatore:

Partiti con 11°, la temperatura è presto scesa per via della pioggia, poi una perturbazione ha portato neve-mista pioggia con la temperatura precipitata a 1,5°, che accompagnata dal forte vento ha colto i corridori con una temperatura percepita sotto lo zero. Il direttore sportivo della Israel-PremierTech, Rik Verbrugge, ha spiegato che nelle ammiraglie si sono organizzati come hanno potuto, ma durante una corsa la cosa diventa molto complicata in queste condizioni:

“Nella seconda macchina abbiamo lasciato le borse con l’abbigliamento antipioggia durante il primo passaggio nel caso avessero avuto bisogno di giacche. Alcuni corridori hanno preso una giacca per stare al caldo. È stato relativamente complicato scendere alla macchina perché si perde la posizione e ci si ritrova tra tutti i corridori che si ritirano, bisogna pianificare in anticipo e avere molte cose con sé. Avevano già vestiti pesanti prima che iniziasse a piovere”.

Anche dal punto di vista nutrizionale i corridori si sono adattati: “…avevamo delle borracce con bevande energetiche calde con tantissime calorie, per aiutarli a resistere al freddo, ma era comunque complicato”.

Verbrugge ha poi detto che le previsioni non davano temperature inferiori ai 3°-4° e che la neve e poi la grandine hanno sconvolto i piani: “Dylan Teuns non riusciva più a parlare, aveva la mascella bloccata dal freddo. Per lui era impossibile ottenere un risultato.… se hai freddo non puoi sopravvivere. Quando sei completamente bagnato e c’è vento oltre alla velocità finisce male.”

Verbrugge ha detto che nelle ammiraglie si stavano muovendo verso l’utilizzo del protocollo per condizioni meteorologiche estreme:“Oggi eravamo molto vicini. Se avesse iniziato a gelare o la neve fosse rimasta sulla strada la situazione avrebbe potuto diventare molto pericolosa e al limite.”

Il problema però non si è posto per l’organizzatore, ASO, infatti Christian Proudhomme, direttore della corsa ha commentato serafico che: “Per noi non c’è stato nessun problema. In caso di corsa a tappe avremmo potuto valutare di abbreviare la durata dell’evento. Non era un’opzione per oggi dal momento che la gara si è conclusa in un circuito locale i corridori sono stati liberi di abbandonare, giro dopo giro“.

Benoît Cosnefroy (Decathlon) 4° all’arrivo ha commentato: “Sinceramente ero congelato all’arrivo, negli ultimi 80km pensavo di non farcela ad arrivare. É stata una delle peggiori giornate in bici nella mia vita“.

Per spiegare in modo chiaro il concetto Michal Kwiatkowski (Ineos) ha usato una metafora curiosa, ma efficace: “immaginate di bere tre bicchierini di vodka a stomaco vuoto. L’effetto vi colpisce in millisecondi”.

 

Alla salute dei 44 coraggiosi!

Commenti

  1. Confesso di avere riguardato entrambe le gare giusto gli ultimi 5 km, anche perche', dispiace dirlo, ma la Freccia, per noialtri sul divano, e' ancora piu' "essenziale" della Sanremo: si riduce tutto a quell'ultimo km. Questo non rende giustizia alla barca di freddo che si sono presi / prese ieri :azz

    Tra le donne, posso lontanamente immaginare che patimento sia stato per atlete extra-light come Realini. Grandissima Longo Borghini, che, dopo aver lavorato per la prima, ha anche improvvisato un podio sul Muro. Vollering decisamente in crescita e sempre uno spettacolo da veder pedalare. Contentissimo per la Niewiadoma, che non avrà i numeri delle top riders Trek o SD, ma e' sempre li: tostissima.

    PS: quest'anno per motivi di salute mi e' saltato il progetto di andare a fare / vedere la Liegi... meglio cosi, visto il meteo orribile, anche se non del tutto inusuale, nelle Ardenne :roll:
  2. gipsy:

    Ok, ma qua si sta parlando dell'edizione 2024, non dell'albo d'oro. Corridori italiani adatti, perlomeno a discorsi, ce ne sarebbero diversi, oltre a Formolo: Bettiol, Bagioli, Ulissi...
    e quando l'edizione del 2024 sarebbe diventata una gara di seconde linee con partenti Pidcock, Ayuso, Skjelmose (3 a caso)? La pioggia e il freddo ha scompigliato tutto e quindi, come dicevo, non fa testo.

    Bettiol ad una freccia...
    Ulissi fa il gregario nella UAE di ieri
    ok Bagioli, ma in Trek, ieri, avrebbe fatto il gregario a Skjelmose

    ma anche facendo passare l'elenco partenti... di italiani con effettive possibilità di essere protagonisti, non ne vedo
  3. bad:

    non ci capiamo... gli italiano non ci sono e quelli che hanno fatto l'exploit (come diceva @Ser pecora ) sono quelli che abitano in zone piovose (Normandia, Galles, Belgio) più abituati degli italiani a quel meteo
    Sinceramente pero' non credo che gli italiani non abbiano fatto bene per il meteo.
    E' tutta la campagna delle classiche che gli italiani non sono in vista.

    Al momento di italiani competitivi per la vittoria in gare come le classiche delle Ardenne non ce ne sono molti in effetti. Ci sono buoni corridori: Fortunato, Velasco, Rota, Battistella, ma non direi che siano dei candidati alla vittoria. Ci sono però vari giovani che possono fare bene: Zambanini, Piganzoli, Busatto, Buratti...ma devono ancora "farsi".

    Gli italiani sono messi meglio con corridori da corse a tappe, ma manca pero' proprio quello con la sparata in salita.
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