In bici contro la tempesta

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Oggi è previsto l’arrivo di Sabine. Non è una biondona olandese dalle curve da capogiro, bensì quello che i tedeschi chiamano un “Winter Orkan”, tradotto letteralmente “Uragano invernale”. Chi ha avuto l’occasione di provarne uno, sa che non si scherza. Nei miei anni trascorsi in Baviera ho sperimentato sulla mia pelle Kyrill, nel 2007, e mi ricordo ancora la notte passata in bianco per il rumore spaventoso del vento, oltre a oggetti di ogni tipo che volavano nel vicinato. Le scuole rimangono chiuse, treni e aerei non si muovono, le strade in mezzo ai boschi vengono bloccate.

Arrivando dall’atlantico, colpirà anche l’Olanda. Come da tradizione, al primo vero Orkan dell’anno è stata organizzata la NK Tegenwindfietsen. È la versione olandese della nostra cronoscalata, che prevede l’attraversamento di una delle tante dighe che tengono il mare fuori dai Paesi Bassi. Rigorosamente contro vento, con una bici “olandese”, senza cambio. Si può fare come cronomentro singola o a squadre.

Le tribune per il pubblico sono ancorate al terreno, probabilmente gli spettatori si dovranno mettere la cintura di sicurezza per non volare via. C’è anche la band da uragano, con strumenti ben fissi per terra. Non mancano i secchi per vomitare, pensati per i ciclisti allo stremo delle forze. Se riusciranno a fare centro non si sa.

 

Commenti

  1. Io vado in bici pure d'inverno, ed in genere esco nella notte piu' fredda dell'anno. Il dettaglio importante, e' che abito a Mosca. L'elettronica in queste condizioni non funziona (le batterie muoiono all'instante), il cambio deve essere rigorosamente meccanico ed il cellulare va tenuto attaccato al corpo, non in tasca. Passamontagna e calzettoni, un portaborraccia col termos, se si incontra un altro ciclista si batte cinque. Il vorticare del vento costringe a fermarsi di tanto in tanto, le medie sono ridicole, ma ciononostante non e' difficile infilare i record strava dell'anno uno dopo l'altro. Poi a marzo torna la normalita'.
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