Kristijan Koren sospeso due anni

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Implicato nell’operazione Aderlass, e a seguito dell’arresto del dottor Mark Schmid (lo scorso 27 febbraio), il ciclista sloveno Kristijan Koren (Bahrain-Merida) è stato sospeso due anni dall’UCI per “violazioni del regolamento antidoping commesse nel 2011 e 2012”. Il 32 enne sloveno, già vincitore del GP di Camaiore, è stato sospeso assieme al suo connazionale Borut Bozic, ritratti nel 2018, ed attualmente facente parte dello staff della Bahrain-Merida, anche lui per due anni.

Negli ultimi 10 anni, su 19 professionisti sloveni, 8 sono stati trovati positivi.

 

Commenti

  1. Bert51:

    2) sono passati 7 anni... ma non per dire che sia meglio non perseguire i reati dopo 7 anni, ma piuttosto che, quanto a controlli per beccare subito questi reati, si era ancora indietro. Spero che nel 2019 il gap reato/controlli si sia ridotto se non colmato.
    Realisticamente non più di tanto.
    -È stato provato a più riprese che il micro-dosaggio di EPO non viene rilevato dal passaporto biologico, o, se da qualche indizio, è facilmente raggirabile.

    -al momento non ci sono test antidoping per rilevare le trasfusioni autologhe (come nel caso in questione).

    -Sono assolutamente in alto mare, e forse non saranno mai possibili secondo alcuni esperti, i test per rilevare le manipolazioni dei fattori per indurre l'ipossia cellulare. Che in parole povere è un modo per far produrre EPO "naturale" al corpo.

    ps
    in questi giorni è stato assegnato il Nobel per la medicina a chi ha scoperto questo meccanismo

    Bert51:
    Paghi comunque, anzi questo è un segnale che PRIMA O POI la paghi, quindi non esiste orizzonte temporale oltre il quale la farai franca.
    In linea di massima non pagano poi tanto. Possono venire licenziati e finire la carriera se sono stagionati. Se sono giovani a squalifica scontata normalmente (e giustamente per diritto) tornano in sella. Di pene pecuniarie o altro non se ne è mai sentito parlare. A parte nel caso Armstrong, ma attraverso meccanismi extra-sportivi.

    Bert51:
    Oltre al perfezionamento dei controlli spero anche che sia dedicata la stessa attenzione a tutti, non che qualcuno l'abbia comunque scampata perche "più uguale degli altri" (cit. La fattoria degli animali). Ma questo è un altro tema.
    Difficile dirlo con certezza, ma la sensazione è che le coperture "politiche" abbiano un peso rilevante. Se non nel ciclismo lo si vede in altri sport come l'atletica (a titolo di esempio solo la Russia, in tre giochi olimpici, si è vista ritirare ben 40 medaglie).
  2. Bert51:

    Mi spiace, pensavo si fosse più "addosso" al problema, quindi i trucchi che si attuano dimostrano che c'è quasi una ricerca d'avanguardia parallela a quella di chi arriva al nobel... anche se tempi, profondità e scopi sono ben diversi. E con questo, purtroppo, non ho detto nulla.
    Le ricerche premiate dal Nobel non sono di ieri. Quindi sono state il punto di partenza per sviluppare i metodi dopanti. Di quei fattori per indurre l'ipossia cellulare ne sento parlare da 5-6 anni almeno in contesto antidoping.
    Sul fatto che si sia "tutti addosso" al problema direi di no. È evidente che non è solo un equilibrio tra "guardie e ladri", ma che ci sono interessi di vario tipo, non solo economici, che spingono una parte dell'establishment a promuovere il doping, addirittura a livello governativo.
    Il caso della Russia e dei paesi ex-sovietici è quello più evidente. E li gli interessi sono principalmente di prestigio internazionale.
    Poi ci sono quelli dei "privati", basti vedere adesso il recente caso di Alberto Salazar e del Nike Oregon Project.


    Bert51:
    Differenza di leggi... le stesse che permettono di aggirare i controlli su traffico ed import di sostanze illecite.
    Non sono un integralista forcaiolo, ma se chi, vinte gare importanti e beccato magari sopporta anche di vedersi annullati i risultati e di uscire dalla "storia", perdesse anche una bella parte dei guadagni realizzati truffando... cambierebbe il clima.
    Vallo a dire al legislatore. ..
    Intanto il problema come dici tu è che le leggi non sono uniformi a livello internazionale.
    E poi c'è tutta la questione della giurisprudenza, di cui so ben poco, ma in cui intervengono vari problemi di principio ed anche di pratica.
    Proporzione della pena, etc.. perché se no poi finiamo che a quello che si fa una pera di cortisone gli si vuole tagliare le mani mentre "fare un po' di nero è sopravvivenza" e cose così....


    Bert51:
    Anche nel ciclismo, credo, sempre senza certezza.
    In quale contesto anche extrasportivo si hanno certezze che tutto sia "pulito"?

    Inutile proiettare nello sport delle pretese che, di fatto, non sono di questo mondo.
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