L’Australia non seleziona Ewan per i mondiali (?) e due corridori fanno appello

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La federazione ciclistica australiana ha annunciato un ritardo nella comunicazione delle selezioni per i prossimi mondiali, i quali si terranno per loro in casa, a Wollongong, a causa dell’appello di due corridori (cosa possibile in Australia, appunto, e USA).

AusCycling ha comunicato che “i ricorsi – che costituiscono una normale parte del processo di selezione – saranno esaminati da un arbitro indipendente nei prossimi giorni. Una volta noto il risultato degli appelli, i selezionatori australiani si incontreranno per determinare la squadra finale per i campionati, che inizieranno il 18 settembre“.

Praticamente in contemporanea, il sempre ben informato quotidiano belga Nieuwsblad ha rivelato che Caleb Ewan non sarebbe stato selezionato nella nazionale australiana.

Ewan è nativo di Sidney, poco a nord di Wollogong, pertanto per Ewan si tratterebbe di correre “in casa” due volte, un’occasione praticamente irripetibile per lui. Senza contare che in questa stagione è stato sia sfortunato che opaco nelle prestazioni, con l’ultima vittoria risalente al giro di Turchia il 15 aprile scorso ed il mondiale sarebbe la corsa perfetta per il riscatto. E non ultimo (per niente) un buon piazzamento (o addirittura la vittoria col suo bottino di 600 punti UCI) al mondiale potrebbe voler dire salvarsi dalla retrocessione per la sua sua squadra, la Lotto-Soudal.

Se non fosse convocato avrebbe come alternative il GP di Fourmies, il campionato delle Fiandre a Koolskamp ​​o la Parigi-Chauny….un duro colpo anche per il morale del 28enne australiano.

La decisione di Rory Sutherland, tecnico della nazionale australiana, sembra tuttavia sensata, in quanto il percorso del mondiale sembra veramente troppo duro (266km e 3950mt di dislivello) sulla carta per uno sprinter puro come “Pocket Rocket” Ewan, mentre è molto più adatto un corridore come Michael Matthews, il quale ha mostrato eccellente condizione proprio con la vittoria nella difficile tappa di Mende al Tour de France. Senza contare che per Matthews, 31 anni, potrebbe essere l’ultima chance in carriera di provare a vincere il mondiale.

Commenti

  1. Lupin III:

    Siamo sicuri che un mondiale valga più di un Fiandre, Roubaix o di una Liegi?
    Come valore siamo più o meno sullo stesso piano,anche se la maglia iridata la porti per un intero anno,quindi ha un fascino ed importanza leggermente superiore
  2. Lupin III:

    Siamo sicuri che un mondiale valga più di un Fiandre, Roubaix o di una Liegi?
    Ci corrono i migliori, corrono non nel proprio club ma nella Nazionale (con compagni con cui non gareggiano quasi mai), direi che vale almeno tanto quanto.
  3. martin_galante:

    ok, ma questi aspetti sicuramente non positivi non sarebbero esacerbati dal nuovo regolamento?
    Forse. Bisognerà vedere alla prova dei fatti. Si tratta pur sempre di un gioco con strategie (singole e di gruppo) in conflitto comunque.
    Cosi a naso mi pare improbabile decidere una strategia a priori tra corridori di club in una corsa con cosi tante variabili.

    Variabili che sono quelle appunto già presenti dalla notte dei tempi, come eventuali accordi "al volo" tra corridori che potrebbero non tener conto della questione punti, ma semplicemente delle ambizioni personali (sia immateriali che materiali), con in più le questioni di ciclomercato (corridori che sanno già che la prossima stagione se ne andranno da una certa squadra o vogliono farlo, etc..).

    Gli accordi in corsa hanno sempre giocato un certo ruolo, difficilmente valutabile dall'esterno. In primis perché non sono conosciuti :-)xxxx
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