L’operazione Aderlass cresce e preoccupa

Si fanno preoccupanti le possibili conseguenze dell’operazione Aderlass (“salasso”) aperta in Germania sui casi di doping di cinque sciatori di fondo. La procura di Monaco sta centellinando informazioni ai media in cui fa presagire le conseguenze sempre più importanti di questa indagine.

Intanto il fatto che non sarebbe limitata a sci e ciclismo, ma a5 sport, di cui 3 invernali. E che al momento sarebbero stati individuati 21 atleti di 8 paesi differenti implicati in questo scandalo. Di questi 21 solo una piccola percentuale sarebbero di sesso femminile.

L’inchiesta è partita da un raid della polizia austriaca durante i campionati del mondo di Seefeld, in cui ha trovato lo sciatore Max Hauke letteralmente con l’ago nel braccio mentre si faceva una trasfusione.

E poi con la confessione televisiva dello sciatore di fondo austriaco Johannes Dürr, a margine dei campionai mondiali di Seefeld, che ha poi portato all’arresto di tre sciatori di fondo austriaci e due estoni. Partita l’inchiesta altri atleti hanno confessato: un altro sciatore estone, Stefan Denifl, ciclista ex Aqua Blue Sport e Georg Preidler (Groupama-FdJ).

Tutti questi atleti avrebbero usufruito dei servigi, sotto forma di trasfusioni sanguigne, di Mark Schmid, dottore tedesco, ex medico di squadra di Gerolsteiner e Milram.

Nel suo studio sono state trovate da 40 a 50 sacche di sangue da 500ml, come ha precisato il procuratore Kai Gräber. Non tutte queste sacche hanno portato ancora all’individuazione dei “donatori”. Il sistema di doping di Schmid sarebbe stato messo in pratica a partire dal 2011, e riguarderebbe migliaia di trasfusioni. Per ora si sa che i 21 atleti individuati avrebbero praticato ciascuno dalle 15 alle 20 trasfusioni pagando da 4000 a 12000eu a stagione a Schmid.

Altro dato interessante ai fini dell’inchiesta è stato l’arresto di una persona che avrebbe fatto da “corriere” con le sacche di sangue tra Erfurt, dove si trova lo studio medico di Schmid, e vari paesi, tra cui Germania, Svizzera, Austria, Croazia, Italia, Svezia, Slovenia, ma anche Corea del Sud  e Hawaii. La persona avrebbe anche portato delle sacche di sangue ad atleti durante i giochi olimpici di Pyeongchang nel 2018. Questo fa presupporre che la rete di atleti coinvolti sia molto ampia e comprenda molti sport differenti.

Gli inquirenti parlano di “un numero maggiore di quello dell’Operacion Puerto”.

Da alcune indiscrezioni pare che Schmid avesse trovato un nuovo metodo per far passare indenni gli atleti ai controlli sul passaporto biologico.

Ora si stanno diffondendo numerose voci incontrollate su eventuali coinvolgimenti di ciclisti “che hanno partecipato al Tour de France”, di cui alcuni di primo piano, ma al momento restano solo indiscrezioni senza prove.

L’inchiesta continua quindi, ma in un quadro giuridico, quello tedesco e austriaco, diverso da quello spagnolo, in cui gli atleti dopati sono perseguiti anche per truffa non solo sportiva, sulla base delle sponsorizzazioni e premi monetari che ricevono.

 

Articolo precedente

La triste storia dell’anti-Merckx: “Jempi” Monseré

Articolo successivo

Le due ultime invitate al Tour de France 2019

Gli ultimi articoli in Magazine

La Tirreno-Adriatico fa 60

Anniversario importante per la Tirreno-Adriatico che nel 2025 toccherà il traguardo delle 60 edizioni consecutive. Partenza…