[Test lunga durata] Cervélo R5 alla GF Terre dei Varano

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Dopo le prime due gare di Terni e Mentana con la Cervélo R5 in test, l’asticella si alza per km e dislivello e ci trasferiamo a Camerino, provincia di Macerata per la GF Terre dei Varano.

Percorso rinnovato per questa VIII edizione che si presenta,  almeno nel lungo, quello che in fase di iscrizione ho opzionato, molto impegnativo, con 153 km e 3300 mt. di dislivello che presenta, fra le altre, la salita del Sassotetto dal versante di Bolognola di ben 16 km e 850 d+. Una gara sempre dal livello di partecipazione molto alto che nelle passate edizioni mi ha sempre messo a dura prova, ma se non altro ripagato da una organizzazione sempre impeccabile al livello delle migliori in Italia e da scorci panoramici veramente meritevoli.

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Per avere il miglior approccio possibile e dunque un sabato tranquillo senza viaggi o alzatacce domenicali, inizio della trasferta dal venerdì sera, sfruttando la casa di un amico, nel cuore dei Monti Sibillini, vicino Visso, nello splendido borgo di Croce.

Un angolo di Italia da meno di 20 abitanti, senza bar, supermercato o altre attività commerciali e con una unica piccola chiesetta, in cui il progresso sembra essersi arrestato a 50/60 anni fa, lontano dallo stress della vita moderna, ove trovare pace e tranquillità.

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Anche stavolta come per la precedente gara di Mentana ho lasciato montate sulla mia R5 le Dt Swiss R20 Dicut, con copertoncini Continental GP 4000 SII da 23 mm. Ruote abbastanza leggere, ma molto rigide. La soluzione, tra le ruote provate (sinora anche le Fulcrum Racing zero con medesimi copertoncini e le Hed Ardennes Plus di serie sulla bici con copertoncini da 25) che più mi ha soddisfatto.

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Confermata anche la scelta del pacco pignoni, l’11-28 Ultegra che sarà una costante nelle gare che affronterò, per avere, abbinato al 52-36 sempre quella gamma di rapporti che mi consenta la giusta cadenza, anche nei tratti più impegnativi o nelle fasi finali in cui la stanchezza si fa sentire.

La Gara

Il paese di Camerino, sito sulla sommità di una collina, non ha il classico parcheggione annesso all’anonimo campo di calcio, ove nel raggio di 200 mt c’è parcheggio, griglie, docce e pasta party. Soluzione sempre comoda, ma tutto sommato anonima. Alla terre dei Varano, tutto è disposto nel cuore del centro storico del paese, quindi un filino meno comodo, soprattutto il parcheggio, ma certamente più suggestivo per chi, come il sottoscritto, vive le trasferte gara anche per vedere posti nuovi e belli e non solo come un attaccare il numero e menare. Per quello ci sono i circuiti intorno ai capannoni industriali.

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Come di consueto per questa gara le griglie sono ordinate, ben presidiate e rispettate, favorito anche dal fatto dell’ottima soluzione delle partenze separate fra i tre percorsi. Accortezza che riduce rischi in termini di sicurezza ove ognuno ha modo di portarsi avanti senza grossi rischi se parte più dietro e tutti sanno di avere a che fare con “avversari” che avranno e le proprie medesime difficoltà, senza inutili tirate di collo con chi poi, arrivato al bivio dei percorsi, se ne gira bel bello sul corto.

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Partenza ad andatura controllata dentro il centro di Camerino che ci porta in discesa senza rischi sotto al paese e dopo alcuni km lancio della corsa limitando al meglio ogni potenziale rischio. Niente numeri pericolosi, nessuna caduta, andatura costante ed elevata al punto giusto da non creare elastici o situazioni pericolose.

Lanciata la gara l’andatura rimane comunque costante, ma non esagerata, tutt’altro, sino alla prima salita. Il percorso incute rispetto e timore un po’ a tutti e il vantaggio di avere davanti tutti le stesse difficoltà, calma non poco i bollenti spiriti.

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La prima salita definisce subito quelli che saranno i valori in campo e per tutto il resto del percorso si andrà un po’ ad elastico ma più o meno sempre con i concorrenti con cui si è formato il proprio gruppetto. Ritmi non infernali, tipici delle gare lunghe e dure, dove non è importante solo la prestazione pura, ma anche la gestione delle forze, permettono di gustare il percorso rinnovato e ancor più bello del passato, con menzione speciale per la stupenda salita di Montelago e passo Salegri e la successiva piana di Colfiorito. Asfalto migliore delle precedenti edizioni con discese divertenti, ma non pericolose e traffico quasi ovunque scarso e comunque ben controllato, ad eccezione della discesa da Sassotetto a Sarnano: 11 km di stradone veloce, dove alcuni motociclisti pensavano di essere in pista. Incrociarli in senso contrario consigliava di stare il più possibile sulla dx della propria carreggiata. Parte finale tendenzialmente a scendere che dava modo di rifiatare, prima delle due salite da 5 e 8 km finali, pedalabili, ma ugualmente impegnative perché giunte dopo molti km e prima del finale, in cui un ultimo km in salita in buona parte sui sanpietrini del centro storico, dava il colpo di grazia subito prima dell’arrivo posto nella piazza principale del paese con i lettini dei massaggi e un pantagruelico ristoro, con frutta, pane e nutella, ciauscolo locale, crostate che attendevano i concorrenti prima di un eccellente e veloce pasta party finale posto nel chiostro del Palazzo Ducale sede dell’Università di Camerino. Sicuramente una location diversa dal solito tendone attiguo a un campo sportivo.

L’R5

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Ennesimo banco di  prova superato a pieni voti dall’R5. Era il primo vero esame in fatto di comodità alla distanza su una gara lunga (per me poco oltre 5h), con tanto dislivello e discese anche lunghe, tecniche da guidare oltre che veloci, anche se il vero banco di prova sono e rimarranno soprattutto le Alpi, in tal senso.

Sicuramente è una bici confortevole, per quanto può esserlo una bici  da gara e non estrema, che assorbe bene le sconnessioni del terreno e che, con una corretta posizione in sella ovviamente, risulta non troppo esigente alla distanza. Conseguentemente vi è anche una ottima guidabilità in discesa che, sia in decelerazione sui tornanti che nelle curve a percorrenza veloce, risulta sempre ben gestibile e permissiva, specie quando si è meno lucidi.

Ancora una volta le DT Swiss R20 Dicut, con i copertoncini da 23 mm, la completano egregiamente donandole brillantezza e scatto nelle per la verità poche, in questo tipo di gare, situazioni in cui queste caratteristiche sono apprezzabili.

Appuntamento con la prossima gara che dovrebbe essere, meteo permettendo, la 3Epic del 4 giugno ad Auronzo di Cadore.

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