È stato lo stesso Julian Alaphilippe (Deceuninck) a confessare il proprio dubbio: testa o cuore? La scelta è stata il cuore, ed il francese si è imposto allo sprint a Nizza conquistando la maglia gialla, la 15^ della sua carriera, oltre alla tappa (5^ in carriera al Tour). Ora resta da vedere sin dove la porterà, ma sempre lui ha dichiarato che la difenderà con ogni mezzo, in contraddizione con l’espressa volontà di non puntare alla classifica generale.
Fin dove riuscirà a difenderla? Forse perlomeno fino a settimana prossima, quando il gruppo abborderà i Pirenei e per Alaphilippe sarà difficile difenderla dagli assalti degli squadroni, ovvero Jumbo-Visma e Ineos.
Jumbo e Ineos che si sono già trovate, letteralmente, in rotta di collisione, nello specifico tra Tom Dumoulin e Michal Kwiatkowski, col secondo che scartando davanti l’olandese lo ha fatto cadere. Niente di grave per Dumoulin, che è riuscito a rientrare nel gruppo con facilità impressionante.
Curiosamente ieri proprio la Jumbo non ha dettato il tempo nell’ascensione finale, il col des Quatre chemins (5,5 km al 5,7 %), con Sepp Kuss e George Bennett, i due smaglianti gregari da salita della squadra olandese, che hanno lasciato soli i capitani Roglic e Dumoulin, ai -2km dalla fine della salita. Roglic e Dumoulin che non hanno avuto certo problemi a far da soli ed arrivare nel gruppo dei migliori a 2″ da Alaphilippe. Idem Bernal e Carapaz per la Ineos, la quale però pare non poter contare troppo su Sivakov, il quale dopo le cadute di ieri ha pascolato nel gruppetto in compagnia di Rowe e Amador.
Ieri in compenso si è visto un altro giovane di grandissimo talento, l’ennesimo di questi ultimi anni, lo svizzero Marc Hirschi (Sunweb), 22 anni, già campione del mondo su strada U23 nel 2018 (con un attacco memorabile), e 3° alla Clasica de S.Sebastian lo scorso anno, a 38″ dal fenomeno Evenepoel, che chiaramente ne ha oscurato il risultato, ma che invece è meglio ricordare, soprattutto perché nello sprint alle spalle di super-Remco è stato battuto dal solo Van Avermaet, mica paglia. E quest’anno ha un eccellente 23° posto al Dauphiné, giusto davanti Alaphilippe e subito dietro tutti i top rider in circolazione.
Ieri per un soffio ha mancato la maglia gialla, in compenso si è preso quella bianca. Fabian Cancellara, suo vicino di casa a Ittingen, ne dice mirabilie, quindi da tenere d’occhio per il futuro sicuramente.
Cosa che dovrebbe ricordarsi la sua squadra, il Team Sunweb, che ieri ha annunciato la partenza di Michael Matthews. L’australiano tornerà a casa, alla Mitchelton-Scott a fine stagione, anche se il suo contratto ne prevedeva un’altra ancora. Le partenze anticipate sono abbastanza rare nel ciclismo, ma la Sunweb è fuori media, infatti Matthews è il 4° corridore ad anticipare i tempi del trasferimento dalla Sunweb, dopo Marcel Kittel, Warren Barguil e Tom Dumoulin. Matthews è stato ovviamente scontento della mancata selezione per il Tour, ed in generale non sembra rientrare nei piani della squadra tedesca, che tuttavia non sembrano chiarissimi: quest’anno al Tour con una squadra votata alla caccia di tappe, senza uomini per fare classifica (a meno di sorprese da Hirschi), ma che ha lasciato a casa Matthews appunto, che sembrava l’uomo ideale; con Bardet in arrivo per l’anno prossimo, ma con i due migliori gregari per la salita, Sam Oomen e Wilco Kelderman, il primo già con contratto firmato alla Jumbo-Visma per la prossima stagione ed il secondo sul piede di partenza con destinazione da stabilirsi.
Quando è scattato sono saltato in piedi sulla sedia.
È veramente un grande corridore, in più è molto generoso e non si tira mai indietro.
Ieri in più sapevano tutti che sarebbe scattato, ma è riuscito lo stesso a portarsi a casa la vittoria.