A margine della Coppa Bernocchi, vinta da Wout van Aert (Jumbo-Visma) in volata su Lorenzo Albanese (Eolo-Kometa) e Andrea Bagioli (Soudal-Quickstep), l’ex campione del mondo Julian Alaphilippe ha fatto un laconico punto sulla situazione sempre più opaca della sua squadra, la Soudal-QuickStep, sulla quale si sommano ormai da giorni speculazioni di ogni tipo: sotto contratto fino alla fine della prossima stagione, Alaphilippe, come tutti i dipendenti della squadra belga Soudal Quick-Step, non sa quale sarà il suo futuro.. Il quotidiano belga Le Soir ha annunciato che oggi dovrebbe arrivare ai dipendenti una lettera di licenziamento.
A quanto pare i corridori della squadra non ne sanno molto di più. Cosi Alaphilippe ai microfoni di Eurosport: “Non sappiamo molto, è un po’ complicato per tutti. Dobbiamo rimanere concentrati su quello che dobbiamo fare, sulla gara. Speriamo che la situazione si sblocchi quando ci saranno novità, perché è un po’ una seccatura“.
Alaphilippe, che ha iniziato la sua carriera da professionista nel 2013 con la Quick-Step, ha espresso tristezza pensando alla possibile scomparsa del Wolfpack: “È triste soprattutto perché è una squadra che per molti anni è stata al centro del ciclismo, con una storia. Lo trovo triste. Non siamo ancora arrivati a questo punto, non piangeremo, aspettiamo buone notizie. Lo speriamo tutti“.
Gli altri, che sono tagliati fuori, non sono coinvolti nelle decisioni e non sono interessati a cooperare più di tanto perché non ne hanno ritorno.
Insomma non si fa fronte comune e quindi la forza e l'appetibilità del ciclismo é molto minore di quello che potrebbe essere.
Lo era per Teofilo Sanson e, ancora prima, per Ambrogio Molteni, e tanti altri.
E' cambiata solo la scala dei valori in campo, ma come dici tu il modello è sempre lo stesso.
Televisivamente il prodotto è un buon riempitivo dei palinsesti a basso costo, ma non cattura audience, al di là dei soliti appassionati; soprattutto ha un pubblico fortemente segmentato (maschi oltre i quarant'anni), che è quello meno interessante per la gran parte degli investitori pubblicitari.
Escluderei invece l'ipotesi secondo la quale chi organizza le corse guadagni già abbastanza così e si accontenti: avendo conosciuto persone mostruosamente abbienti, vi posso assicurare che non ne hanno mai abbastanza, più ne hanno e più ne vorrebbero.