Arriva il doping anche su Zwift

Zwift è diventato ormai il software più utilizzato in ambito mondiale nel ciclismo indoor: ci sono ciclisti che hanno trovato un contratto da pro grazie a Zwift e si parla persino di un prologo al Giro e/o al Tour da farsi su questa piattaforma. Ovviamente essendo un software utilizzato da umani la tentazione di “fare i furbi” anche nel ciclismo semi-virtuale è arrivata subito, con vari trucchetti per aumentare la potenza reale applicata. Ora però un esperto di sicurezza informatica, o Hacker che dir si voglia, ha trovato un modo che consente di pedalare a velocità supersoniche e scalare montagne come fossero cavalcavia senza nemmeno versare una goccia di sudore, ma, volendo, stando comodi sul divano a sorseggiare la classica birra.

Brad Dixon, un consulente della Carve Systems, ha trovato il modo di fare tutto questo grazie ad un programma Open Source, USBQ utilizzato su una scheda Beaglebone, il tutto comandato da un controller stile Playstation. Grazie a questi Dixon ha potuto intercettare i segnali ANT+ dei sensori del Virtual Trainer e modificarli a piacimento scalando montagne dal divano con birra in mano.

Slide di Dixon presentata al Def Con

Dixon ha presentato la sua ricerca all’annuale hacking conference al Def Con di Las Vegas. Ha precisato però che non si tratta tecnicamente di hacking, in quanto non ha sfruttato una falla di Zwift: “Non c’è una falla nel sistema. Non penso possano farci niente per rimediare a questa eventualità. È intrinseco proprio alla natura dei sensori che stanno utilizzando e come funzionano” ha detto Dixon.

Chris Snook, PR manager di Zwift, ha replicato dicendo che a Zwift sanno bene da molto tempo che esistono modi per truccare le proprie prestazioni, e che cercano di contrastarli, ma che in definitiva fanno appello al Fair Play degli utenti, e sulla buona volontà della comunità nel segnalare le prestazioni sospette di utenti usciti dal nulla che viaggiano a wattaggi da WorldTour.

 

 

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