Nel giorno in cui in Italia si festeggia l’ennesima sospensione dovuta ad un controllo antidoping che ha rivelato dello stanozololo nel sangue del vincitore della “Ricordando Pantani”, dalla Spagna arriva una notizia tra il comico ed il tragico.
Nella località spagnola di Villena si è tenuta lo scorso 2 marzo una gara del circuito interclub Vinalopó, una classica del calendario della provincia di Alicante arrivata quest’anno alla 40^ edizione. Ebbene, partiti in 182, tra juniores e master, sono arrivati al traguardo in 52. Il motivo? Il diffondersi nel gruppo dei corridori delle voci circa la presenza dei commissari del CELAD, la Comisión Española para la Lucha Antidopaje en el Deporte, i quali poi hanno effettivamente svolto dei controlli antidoping casuali sugli arrivati al traguardo, tra cui Alvaro Marza, classificatosi 3°, il quale sui propri social ha postato la frase:
“Controllo antidoping = forature e ritiri. Questa non è una formula matematica, è pura realtà. Vediamo se si prendono provvedimenti, è uno scherzo del cazzo. Oltretutto ho superato il test. Questa è la terza volta che supero un controllo“.
Le cause addotte per i ritiri sono cadute e forature, anche se le strade pare fossero in perfetto stato. Tanto che alcuni corridori hanno espresso online la loro frustrazione:
“Sappiamo tutti chi va e chi no. Siamo stanchi di queste figure e che quando ci sono i controlli curiosamente gli stessi di sempre non finiscono le gare per evitare il controllo, ma ovviamente senza prove non possiamo accusare, ma è tutto molto evidente”
“…l’anno scorso uno di loro uscì dal percorso e andò in montagna per evitare di arrivare al traguardo e impedire agli agenti antidoping di effettuare i controlli. Che tristezza…”
I commenti si riferiscono al fatto che questi episodi non sono nuovi nel circuito. Infatti in due precedenti prove del circuito Vinalopó, sempre per voci del genere, ad Almansa si sono ritirati in 92 su 182 iscritti, mentre a Castalla in 117 su 178.
Ma questa volta è record.
Un pro è uno che praticamente ha vissuto gran parte della propria vita facendosi un mazzo tanto per fare la trafila, passare pro farne il proprio lavoro e poi casomai vincere qualcosa. E che spesso si trova fregato in qualcuno di questi passaggi da qualcuno che ha preso l'aiutino. Quindi non direi che sia solo voglia di apparire, ma il tarlo dell'ingiustizia nel perseguire un proprio sogno.
Per l'amatore si è solo voglia di apparire. Spesso senza nemmeno la motivazione di vincere qualcosa.
In definitiva tutte le varie bombe per sportivi e palestre varie credo siano equivalenti alle droghe ricreative come "economia": arrivano illegalmente (o peggio sono trafugate dagli ospedali), sono spacciate illegalmente, comprate in nero, etc...
Tra l'altro cicli interi di steroidi o epo non costano 4 soldi come due pasticche da discoteca.