Essere un ciclista in Italia è sempre più pericoloso

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Non sono parole mie, quelle del titolo, ma quelle che Omar Di Felice, ciclista noto per le sue pedalate estreme, scrive in un post su Facebook, riferendosi alle sue esperienze sulle strade italiane e a quelle di pro del calibro di Wout van Aert, il quale aveva lanciato uno sfogo su Strava dopo una pedalata in bici da corsa nella zona a sud di Como.

Uno sfogo che trova riscontro nei commenti, sia su FB che su Strava, e nelle più disparate esperienze di chi si trova ad usare una strada italiana in bicicletta. È un argomento che si ripropone in continuazione, in particolare dopo gravi incidenti, ma che rimane attuale visto che non viene risolto.

Cosa ne pensate?

Commenti

  1. Io sono tanti anni che mi impegno per la viabilita'. Oltre che in bdc mi sposto in bici anche in citta', ho promosso (all'estero) l'apertura di ciclabili, e non smetto di vantarmi sul forum di aver pedalato per mezzo mondo. Da un lato, la situazione in Italia e' molto triste, perche' sono tanti anni che la questione sicurezza delle strade e' sul tavolo, ma i problemi vengono affrontati solo a parole. Dall'altro, bisogna ammettere che non e' un problema solo italiano, con qualche eccezione in Europa, non e' che il resto dei paesi sia messo molto meglio. E' chiaro che uno che si allena in Belgio o Olanda e viene in Italia, sviene. La cosa triste dell'Italia e' che la situazione sembra molto difficile da cambiare internamente, la cultura dell'auto e' radicata molto profondamente. E' una cultura di autoinvestitura, ci si prende da soli il diritto di utilizzare le strade pubbliche come si vuole. Attenzione, non e' che lo si fa 'illegalmente', spesso si reclama proprio il diritto. Certo non e' cosi' per tutti, ma quante volte ho sentito "mi hanno fatto compra' la maghina, ora me la devono fa parcheggia'".

    L'altro capitolo al solito non e' la durezza della pena, ma la sua certezza. Se causi lesioni gravissime ad un dipendente come datore di lavoro, rischi il carcere, l'azienda chiude per un periodo e parecchie persone vanno a casa. Magari e' giusto cosi', ma se causi lesioni gravissime alla guida (parlo di un caso che conosco), ti si alza il premio assicurativo fin quando non cambi auto e quella nuova la intesti a tua moglie, e se dici al giudice che con l''auto ci lavori neanche ti sospendono la patente. Di fatto, e' molto raro (ho visto statistiche UK, ma tutto indica che sia lo stesso in Italia), che per i crimini commessi alla guida si paghi secondo codice penale, le interpretazioni e le attenuanti vengono spessissimo date a favore di chi e' alla guida. Dopo un secolo di FIAT al governo, non e' che si potesse sperare diversamente.
  2. mariner13:

    l'italiano medio e mediocre impara la lezione solo con pesanti sanzioni. Quando il portafoglio viene toccato si impara a convivere civilmente. Purtroppo è così: in questi casi la mano morbida non ha mai funzionato. La stessa cosa vale per le sanzioni per guida distratta o al telefono. Patente sospesa per 3 mesi e in caso di recidiva patente ritirata. Vedreste quanto migliorerebbe la vita per le strade.
    In Italia la patente non si straccia mai neppure a quelli che uccidono guidando sotto l' effetto di sostanze stupefacenti. e che pure reiterano il reato ( già successo ahimè), ovviamente per una serie di interessi economici correlati, visto che il Paese si è sviluppato sotto il ricatto della industria automobilistica (ex) Italiana.
    Detto questo, non credo che gli Italiani siano peggiori di altri popoli, anzi.
    Basti vedere il comportamento dei "civilissimi" popoli nord europei appena varcano il Brennero.
    Il problema è che da noi ci sono leggi con mille cavilli ed eccezioni. Le condizioni economiche o l' inefficienza della burocrazia rendono difficile anche la messa in atto delle pene, per cui in pratica si può fare ciò che si vuole, quasi certi di farla franca, però, per favore, smettiamola di dare la colpa agli Italiani o di parlare di Italiano medio come del peggio che esista sulla faccia della terra. anche perché prima di parlare male dei propri simili bisogna vedere se noi stessi siamo irreprensibili, lasciando da parte luoghi comuni e ipocrisie
  3. RamboGuerrazzi:

    la politica in italia non sarà mai dalla parte dei ciclisti. Ormai è una guerra e come tale devono organizzarsi le federazioni/associazioni di categoria. Si blocca il traffico finché non lo capiscono. Bloccare il traffico è facile per noi: basta che una domenica usciamo in auto, sullo stesso percorso e con lo stesso gruppetto con cui usciremmo in bici. Corteo perfettamente legale, senza bisogno di alcuna autorizzazione. Si viaggia rispettando i limiti, ovvero si fanno i 50 quando il limite è 50. Un coda di 20 auto a passo lento crea ingorghi un po' dappertutto.
    Apri patentesi~ Se la vogliamo dire tutta..La Politica Non è Mai dalla parte del Cittadino nella Sua Totalità ~ Chiudi Parentesi.
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