Essere un ciclista in Italia è sempre più pericoloso

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Non sono parole mie, quelle del titolo, ma quelle che Omar Di Felice, ciclista noto per le sue pedalate estreme, scrive in un post su Facebook, riferendosi alle sue esperienze sulle strade italiane e a quelle di pro del calibro di Wout van Aert, il quale aveva lanciato uno sfogo su Strava dopo una pedalata in bici da corsa nella zona a sud di Como.

Uno sfogo che trova riscontro nei commenti, sia su FB che su Strava, e nelle più disparate esperienze di chi si trova ad usare una strada italiana in bicicletta. È un argomento che si ripropone in continuazione, in particolare dopo gravi incidenti, ma che rimane attuale visto che non viene risolto.

Cosa ne pensate?

Commenti

  1. RamboGuerrazzi:

    ci fecero uno studio su questo fenomeno, i risultati erano in linea con le tue sensazioni. Il ciclista sportivo non è tollerato, forse a causa dei gruppetti. Il lavoratori in bici di solito non sono in gruppo e sono quindi sempre facili da sorpassare.
    Bisognerebbe anche ricordare che in extraurbano (tranne che con minore di 10 anni), si deve sempre pedalare in fila singola.
    In strada urbana si può stare affiancati in numero non superiore a due 'ove le condizioni del traffico lo consentano'...
    Frase che disapprovo, ma il cds recita così.

    Oltre a pedalare da solo, poi, cerco di seminare bene, per es. ringrazio con segno di approvazione l'auto che dà la precedenza, e se la strada è stretta al primo slarghetto utile segnalo che mi ci fermo e faccio segno ai veicoli di passare. Mi ringraziano spesso, soprattutto i camion.
  2. Bert5quant1:

    Bisognerebbe anche ricordare che in extraurbano (tranne che con minore di 10 anni), si deve sempre pedalare in fila singola.
    In strada urbana si può stare affiancati in numero non superiore a due 'ove le condizioni del traffico lo consentano'...
    Frase che disapprovo, ma il cds recita così.

    su una strada provinciale con un po' di curve, il gruppo da 10 in fila indiana lo superi male e comunque all'automobilista cacacazzi italiano genera stress. D'altronde l'automobilista non è certo famoso per il rispetto del cds, quindi il suo problema non è se sei in fila o raggruppato, il suo problema è andare a 80 all'ora nelle stradine
  3. 4x16:

    1. I ciclisti devono procedere su unica fila in tutti i casi in cui le condizioni della circolazione lo richiedano e, comunque, mai affiancati in numero superiore a due; quando circolano fuori dai centri abitati devono sempre procedere su unica fila, salvo che uno di essi sia minore di anni dieci e proceda sulla destra dell'altro.

    La norma non è chiara, perché nella parte in neretto non specifica "nei centri abitati" quindi nella seconda parte dove parla di "fuori dai centri abitati" va quasi in contraddizione con la parte in neretto.....se avessero scritto "nei centri abitati si può procedere massimo in due ma fuori dai centri abitati in fila indiana" non avrebbe dato adito a interpretazioni, mentre secondo me, così è interpretabile; anche voi avete questa impressione?
    No, assolutamente.
    Punto 1 art 182... dopo la tua frase in neretto specifica subito che fuori dai centri abitati l'obbligo è per fila unica (a meno di tutor con bimbo inf a 10 anni)
    Non c'è ambiguità. Leggere la prima parte e pensare di estenderla all'extraurbano è inammissibile
    Sono d'accordo che una mente più limpida poteva scrivere:
    1a. In area urbana ecc ecc
    1b. In area extraurbana ecc ecc.
    Ma pur migliorabile, il testo attuale comunque non concede il dubbio che nell'extraurbano si possa procedere affiancati.
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