Sono molto gravi le condizioni di Fabio Jakobsen (Deceuninck-QuickStep) dopo la caduta occorsa alla 1^tappa del Giro di Polonia con arrivo a Katowice. Tappa da velocisti con arrivo in leggera discesa, con velocità al traguardo nell’ordine degli 80km/h.
A meno di 100mt dalla linea di arrivo in testa allo sprint vi era Dylan Groenewegen (Jumbo-Visma), ma il connazionale olandese Fabio Jakobsen gli era a ruota. Ai -50mt Jakobsen si era sposato sulla destra e stava rimontando Groenewegen lungo le transenne.
Poche decine di metri dopo Groenewegen ha iniziato a stringere sulla destra Jakobsen, non all’improvviso, ma costantemente, sino ad appoggiarsi a gomito largo con tutto il corpo addosso al rivale.
A questo punto Jakobsen si è sbilanciato andando addosso alle transenne, coperte da pannelli pubblicitari, ma non solidali tra loro, incastrandosi tra le stesse dopo averne divelto una, che peraltro va a toccare la ruota posteriore di Groenewegen che è caduto a traguardo tagliato. Aldilà della transenna Jakobsen ha urtato violentemente contro un commissario di gara, per fortuna senza gravi conseguenze per il commissario.
I pannelli pubblicitari e le transenne volate nella sede stradale hanno poi fatto cadere numerosi altri velocisti.
Il bilancio è di vari corridori in ospedale per accertamenti, tra cui Marc Sarreau (Groupama-FdJ-grave trauma alla spalla e lesioni multiple ai legamenti). Ma le condizioni peggiori sono quelle di Jakobsen, che ha riportato un grave trauma alla testa, la rottura del palato e ferite alle vie respiratorie che ne hanno imposto l’intubazione ed il coma farmacologico. Al momento viene operato da un team di chirurghi maxillofacciali e ortopedici ed è in pericolo di vita.
Certo che il cambio di traiettoria non è consentito. Tuttavia i corridori non corrono su binari e quindi è ben possibile che lo sbacchettamento della bici in una volata porti ad allontanarti dalla linea retta ideale.
Per questo a volte queste manovre in astratto vietate vengono tollerate.
Quando uno invece "la fa sporca" viene squalificato. Il limite è sottile: l'utilizzo dei gomiti per aumentare il volume e tenere gli avversari a distanza ne è l'esemplificazione. Attività lecita e consentita con mani sul manubrio, non più permessa se finalizzata ad ostacolare l'avversario. Chi può dire con certezza quando ricorra una o l'altra situazione? È difficile, difficilissimo dare giudizi.
Soprattutto in una fase della gara dove la concitazione è massima e non è detto che l'atleta riesca a mantenere lucidità e concentrazione per evitare di fare male a sé o ad altri. Alla base ci deve essere anche un minimo di fiducia. Se pensiamo che G sia partito con l'intenzione di fare cadere un avversario (eventualità che in passato, con altri protagonisti, si verificava purtroppo ) allora è inutile discutere. Se invece partiamo dalla prospettiva che G è un velocista, uno sprinter puro, forse il più forte in circolazione attualmente, e che corre come corrono tutti i velocisti ossia con tutto il bagaglio di astuzie e skills che poi diventano ISTINTO , allora capiamo che quel che è accaduto, pur nella sua dimensione illecita, va collocato in una dinamica di gara assolutamente normale.
Invocare il carcere significa non capire tanto di ciclismo o essere accecati dal rancore e/o dalla rivalità sportiva imho.