Greg Lemond intervistato dall’Equipe

Lunga intervista dell’Equipe a Greg Lemond questo Sabato 6 luglio, in cui il tre volte vincitore del Tour de France ripercorre alcuni momenti salienti della sua carriera e parla soprattutto del suo nemico Lance Armstrong.

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Ecco alcuni stralci:

Equipe (E): Nel 1994 vi siete ritirato dal ciclismo dalla porta di servizio, scoraggiato e nauseato, come avete detto un giorno…

Greg Lemond (GL): Si, a causa del doping, dell’epo. Ne ho parlato a lungo con Laurent Fignon all’epoca, il quale si è ritirato lo stesso anno. Abbiamo sofferto dell’arrivo dell’epo a maggior ragione perché sapevamo qual’era il nostro posto in gruppo. Erano 6 o 7 anni che dominavamo le corse, e di colpo ci siamo trovati relegati in fondo, senza capire cosa succedeva.

E: Non avevate veramente idea di cosa stesse succedendo? Potete dirci qual’è il giorno in cui avete toccato il fondo?

GL: Pensavo che il mio incidente di caccia mi avesse reso vulnerabile e più instabile. Mi sono rifugiato in questa convinzione negli ultimi 3 anni di carriera (’91-’92-’93), quando non riuscivo più a stare nei primi dieci in salita. Ero sempre sul filo dell’esplosione….[…] Il giorno peggiore è stato nel ’92, con la vittoria di Chiappucci a Sestrière. Un incubo. Sono arrivato con 50 minuti di ritardo, dopo aver fatto tutta la tappa in fondo al gruppo davanti al camion scopa…due anni prima avevo vinto il Tour…

E: (il doping-ndr-) vi ha portato alle cronache violente nel Tour 2009 scritte su LeMonde contro Alberto Contador?

GL: Non ho mai gettato sospetti su alcun corridore. Nemmeno Indurain. Non ho mai detto niente su qualcuno. Non sono un santo, ma un umano ed ho commesso degli errori di cui mi vergogno anche un po’. Ma in quel caso avevo solo visto i watt che Contador sviluppava in salita e mi sono posto un problema, un interrogativo su quelle prestazioni…

E: Ed allo stesso tempo amavate molto Pantani…

GL: Tutto è molto più ambiguo di come vorremmo che fosse. Amavo la personalità di Pantani, che dava le sue opinioni, parlava, e sulla strada…attaccava…Hinault e Fignon erano così anche loro. Sapevamo chi erano. Ed io avevo un debole per Marco, dal 2003 quando la sua manager Manuela Ronchi era venuta a dirmi che ero il suo idolo e voleva incontrarmi. All’epoca era sotto pressione e lottava con Armstrong che lo maltrattava…Ok, Pantani si dopava, siamo d’accordo, ma era autentico. E lui non minacciava le persone…

E: Qual’è stato il vostro primo contatto con lui (Armstrong -ndr-)?

GL: Nel 1990 in Texas, in una galleria del vento. Mi avevano parlato di Armstrong come di un futuro buon corridore, che voleva parlarmi. Come molti giovani corridori al tempo, tutti nervosi ed intimiditi all’idea di incontrarmi. Ma quando è venuto a salutarmi non l’avevo riconosciuto. Ho visto questo giovane ben piantato davanti a me e gli ho detto: “Con delle spalle così hai più il fisico del giocatore di football che del ciclista!“. Mia moglie Kathy ha sempre pensato che devo averlo pugnalato al cuore…

E: Il suo odio sarebbe nato da questo malinteso?

GL: E’ quello che credo, perché fino al 1998 non devo avergli parlato più di 30 minuti, una volta al mondiale a Stoccarda (1991) ed una volta con sua madre Linda. Era venuta a cercare consiglio per gestire la carriera del figlio dopo la vittoria al mondiale di Oslo nel 1993. Poi, nel 1994 c’è stato questa strana chiamata, in Luglio. Mi ero appena ritirato dal Tour, Kathy era a casa a Courtrai davanti la tv. Ha risposto al telefono ed il tipo dall’altra parte gli ha detto: “sono Lance“, senza presentarsi. Lei gli ha detto: “Chi?” e lui ha risposto: “Sono Lance e voglio affittare la vostra casa“. Mia moglie ha risposto: “Affittare casa nostra? Ci viviamo,  è nostra e non vogliamo affittarla“. Lance ha risposto: “Greg è finito. Cotto. Non tornerà mai ed io voglio affittare la tua casa“. Poi ha riattaccato. Mia moglie era rimasta shoccata.

E: In effetti mette un po’ i brividi…su youtube c’è un video del 1998 in cui LA porta la vostra maglia della Vie Claire, i vostri occhiali Oakley, poi vuole casa vostra…

GL: Per me è malato. Quando correvo alla Renault, da giovane, e mi chiedevano qualcosa su Hinault io rispondevo: “E’ un onore correre al suo fianco…è un campione immenso“. Alla stessa domanda, un giorno in Olanda, Armstrong ha risposto: “Fuck Lemond!“. Piuttosto cattivo e gratuito…

E: Le vostre relazioni si sono rapidamente degradate…

GL: Armstrong ha minacciato la mia vita. Non fisicamente, finanziariamente, con il suo entourage. Ha cercato di distruggermi socialmente, innanzitutto con John Burke, patron della Trek (che produceva e vendeva le biciclette Lemond -ndr-). Prendendomi i collaboratori…ed onestamente ho avuto paura. Paura che ci riuscisse, con tutta una squadra per farlo, abile a manipolare le informazioni, a rovinare la reputazioni, utilizzando anche i forum su internet. Metteva in continuazione mie dichiarazioni in circolo per dimostrare che mi accanivo su di lui.

E: Come avete reagito?

GL: Cosa potevo fare? Prima di lui ero l’americano che aveva vinto il Tour. Centinaia di giornalisti facevano a gare per intervistarmi ed avere le mie opinioni. Dopo, tutti pensavano che fossi geloso e sempre contro di lui, quando in realtà tra il 2001 ed il 2008 ho dato si e no 4 interviste, non più, senza mai accusarlo di essere un dopato. Mi ero solamente mostrato dubbioso e deluso che si servisse di Ferrari. Era il meno che si potesse dire…Ferrari! Un medico più che dubbio. Quello che ha introdotto l’epo nel gruppo. Ferrari prendeva soldi dai suoi corridori a percentuale. Alla mia epoca tra corridori scherzavamo dicendo che era più ricco di tutto il gruppo assieme.

E: Avete seguito la sua intervista da Oprah Winfrey?

GL: Si, e l’ho sentito accusare gli altri vincitori del Tour: “Mi sono dopato, ma non sono il primo. Ho fatto come gli altri e non sono io che ho iniziato la cosa…

Ho saputo che poi ha pure proposto a Bill Strickland di Bicyling di chiudere tutti i vincitori del Tour in una stanza perché si riflettesse assieme sul doping! Come se si contasse su di lui per risolvere il problema! Il peggio è che si crede ancora il boss. E’ ridicolo! La magia è finita. Ed il vero problema con lui non è il doping, ma la mafia, le pressioni, le minacce che ha fatto sugli altri ed il suo cinismo. Se vuole spiegarsi non deve farlo a porte chiuse, ma davanti al governo, all’USADA, alla giustizia, il congresso degli USA. Forse poi potrei anche parlargli ancora. E dico forse.

E: Nel 2009 aveva imposto alla catena OLN che fosse il loro consulente Frankie Andreu (vecchio compagno di squadra e testimone contro di lui -ndr-) ad intervistarlo. Lui e solo lui…

GL: Andreu aveva accettato a forza questo compromesso. E’ il suo lavoro, ha bisogno di lavorare per vivere ed Armstrong ha giocato su questo. Poi però l’ha fatto licenziare.

E: Avrebbe potuto diventare governatore del Texas come è stato detto?

GL: (serio) Ascolti, per me non voleva diventare governatore del Texas, ma presidente degli Stati Uniti. Basta guardare il gruppo di esperti che lavora con lui…Armstrong è un buon attore, capace di recitare la parte. Sostenuto da un buon sistema avrebbe potuto riuscirci. Era il suo piano. Pensando a tutte le prove accumulate su di lui dal 1999 era chiaro che doveva essere potente per salvaguardarsi come ha fatto, per restare un eroe. Quando Pantani per molto meno è diventato il maledetto della storia.

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