Contador, Bruyneel e Armstrong

L’antidoping spagnolo tentò di incastrare Contador

Interessante articolo dello spagnolo El Pais, in cui si riportano le dichiarazioni di Pedro Celaya, medico di US-Postal e Discovery, radiato a vita per il caso Armstrong.

Pedro Celaya

Nel 2014, l’agenzia antidoping spagnola, AEPSAD, avrebbe tentato di incastrare Alberto Contador nello stesso modo in cui l’antidoping USA, l’USADA, fece con Armstrong: promettendo generosi sconti di pena a chi avesse testimoniato contro di lui. Celaya, cosi come Michele Ferrari ed il Team Manager Johan Bruyneel, che non cooperarono, sono stati inibiti a vita, mentre i vari corridori che hanno collaborato (Hincapie, Zabriskie, Leipheimer, Barry, Van de Velde e Danielson) hanno avuto pene ridotte, cosi come il medico Luis Garcia Del Moral.

Questi fatti sono venuti alla luce ora che sono stati resi disponibili i documenti relativi all’ultima udienza del caso Armstrong al TAS, il tribunale arbitrale di Losanna, dello corso Ottobre.

Enrique Gomez Bastida (a sx)

Nel 2014, il direttore dell’AEPSAD, Enrique Gómez Bastida, cercò di convincere Pedro Celaya a collaborare perché voleva dimostrare che Contador non solo si era dopato per vincere il Tour del 2010, che gli fu revocato perché positivo al Clenbuterolo, e per il quale è stato sanzionato due anni, ma che anche prima aveva fatto ricorso a sostanze dopanti. In cambio della sua collaborazione Bastida avrebbe promesso a Celaya che la sua sanzione sarebbe stata revocata.

Celaya, è stato medico della US-Postal dal 2004, e nel 2014 stava ancora scontando una sanzione di otto anni per il suo coinvolgimento nel caso Armstrong . Tra il 2007 e il 2009 Contador aveva corso nella Discovery (precedentemente US-Postal) e poi nella Astana, squadre dirette da Johan Bruyneel, di cui Celaya era medico.

Nel 2016, durante l’audizione dinanzi al TAS per il ricorso dell’agenzia mondiale antidoping (WADA) la quale voleva aumentare la sua sanzione, Celaya stesso ha raccontato il suo incontro con l’AEPSAD:

-“Sono andato a Madrid per un incontro con l’agenzia antidoping spagnola in cui si sono offerti di revocare la mia sanzione se avessi testimoniato contro alcune persone, anche se non fosse stato vero. Sono andato alla riunione perché pensavo che avrei avuto l’opportunità di dire la verità, ma lì ho visto che l’accordo di cooperazione che mi offrivano riguardava una certa persona. Ho detto loro che se dovevo parlare di quella persona potevo solo dire qualcosa di positivo su di lui. Ma mi hanno detto che per risolvere il mio problema avrei dovuto dire qualcosa di negativo su quella persona, anche se non fosse stato vero. Ero così deluso che me ne andai subito.

-E quale era il nome della persona a cui ti hanno chiesto di fornire informazioni negative? 

-Alberto Contador”.

Contador, Bruyneel e Armstrong

El Pais ha contattato Bastida per avere conferma di questa testimonianza, e Bastida ha confermato l’incontro, nel quale l’agenzia spagnola ha agito da intermediario per l’antidoping statunitense, a cui ha partecipato anche Lourdes Vázquez, avvocato dell’agenzia:

Volevamo intervenire perché non potevamo rimanere fuori da un caso in cui erano coinvolti così tanti spagnoli.  Abbiamo cercato la collaborazione di Celaya, che non ce l’ha prestata, come abbiamo fatto con García del Moral, che non solo ha testimoniato contro Bruyneel ma ha rivelato che la federazione ciclistica spagnola aveva ingaggiato Michele Ferrari nel 1996 per preparare la squadra olimpica, e che lo stesso Del Moral acquistava l’EPO per la preparazione “.

Celaya dopo l’incontro è stato sanzionato con 8 anni di squalifica, mentre Del Moral si è visto decurtare la pena, da a vita a 5 anni.

Celaya non testimoniò contro Contador né contro alcun altro corridore, trincerandosi dietro il segreto professionale. Cosa per cui fu bollato dal TAS come “vassallo dell’omertà”. Il commento di Celaya: Non mi interessa partecipare a una farsa. Ecco perché mi sono sfogato ed ho rispettato l’etica della mia professione in tutto, senza giudicare nessuno, senza minacciare la salute di nessuno e mantenendo il segreto professionale“.

Il TAS ha comunicato la scorsa settimana che non accetta le richieste di USADA e WADA di far pagare le spese legali ai collaboratori di Armstrong. Spese legali che ammontano ad un milione di euro.

Bruyneel, che ha sempre lamentato un abuso nei suoi confronti, in quanto cittadino belga, quindi non sottostante né alla giurisdizione statunitense né a quella spagnola, aveva già avvertito che non aveva di che pagare quelle spese, essendo sull’orlo della bancarotta, tanto da non poter pagare nemmeno i suoi avvocati, e che essendo sanzionato non può trovare lavoro: “Penso che mi abbiano già punito abbastanza, senza aggiungere anche questo“.

In effetti Bruyneel è stato salvato almeno dal pagare (tra l’altro) le spese di viaggio negli USA (2000 usd) per la testimonianza di Del Moral contro di lui…

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