Le tristi stelle del cielo ciclistico

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Cadute mortali (lista parziale per quanto riguarda i pistard):

-Paul Dangla (1878-1904) recordman del mondo a varie riprese e varie distanze su pista. Caduto in allenamento.

-George Leander (1883-1904) The Windy City Fat Boy, corridore di 6 giorni, sbandato a 80km/h dietro motore

-Louis Darragon (1883-1918), stayer, rotto il perno di un pedale in corsa a 75kmh

-Gustave Ganay (1892-1926), campione del mondo di mezzo fondo, caduto in pista. Il suo incidente è descritto da E. Hemingway nel libro Festa Mobile.

-George Lemaire (1905-1933), campione nazionale belga 1932. L’anno dopo ai campionati nazionali cadde in corsa e morì.

-Jean Cugnot (1889-1933), campione olimpico su tandem 1924, bronzo olimpico sprint 1924. Morto per una caduta in gara al velodromo di Vincennes.

-Emil Richli (1904-1934) tre volte campione svizzero su pista nello sprint. Caduto in corsa ai campionati nazionali 1934.

-Francisco Cepeda (1906-1935). Primo corridore a morire in corsa al Tour de France. In discesa dal Galibier.

Giulio Bartali (1916-1936), fratello di Gino, morto in seguito alle complicazioni di una caduta in corsa ed un errore del chirurgo che lo operò.

-Richard Depoorter (1915-1948), vincitore della Liège-Bastogne-Liège 1943 e 1947. Morto in una caduta al Tour de Suisse 1948 in cui si è scontrato in discesa dal Süstenpass contro la parete di un tunnel in una curva.

-Léon Level (1910-1949) , vincitore di una tappa al Tour 1946. Caduto in corsa al velodromo del Parco dei Principi.

-Paul Chocque (1910-1949), argento alle olimpiadi 1932 inseguimento a squadre, bronzo corsa in linea campionato del mondo dilettanti 1932. Caduto in pista a Parigi.

-Paul Kroll (1898-1949), 2° al giro di Baviera 1928. Caduto ad una 6 giorni a Berlino.

-Gerard Van Beek (1923-1951), campione nazionale cronosquadre olandese 1947. Caduto in corsa.

Serse Coppi (1923-1951), fratello di Fausto. Caduto alla Milano-Torino.

-Rudi Mirke (1923-1951), tre volte campione nazionale sprint. Vincitore giro di Germania 1938. Caduto alla 6 giorni di Berlino.

-Orfeo Ponsin (1928-1952), caduto nella discesa della Merluzza, nel corso della quarta tappa, Siena-Roma, del Giro d’Italia.

-Erich Metze (1909-1952), stayer, due volte campione mondiale di mezzofondo. 8° al Tour de France 1931. Caduto in pista a Erfurt.

-Stan Ockers (1920-1956), campione del mondo su strada nel 1955. 1° Liegi 1955. Due volte 2° Tour de France (1950-1952). Caduto in pista ad Anversa.

-Alessandro Fantini (1932-1961), vincitore di due tappe al Tour de France e 7 al Giro d’Italia, caduto alla 5^ tappa del giro di Germania.

-José Samyn (194-1969), vincitore di una tappa al Tour 1967. Caduto in una gara in circuito a Zingem. Esiste una corsa che porta il suo nome.

-Radamés Treviño (1945-1970), due bronzi e due argenti ai giochi panamericani 1970. Recordman dell’ora nel 1969. Caduto in una corsa su strada in Messico.

-Manuel Galera (1943-1972), 5° alla Vuelta 1971, 15° al Giro 1968. Caduto al giro dell’Andalusia.

-Juan Manuel Santisteban (1944-1976), vincitore di due tappe alla Vuelta ed una al Dauphiné. Caduto alla prima tappa del Giro d’Italia, a Catania.

-Karl Kaminski (1940-1978), stayer, 7 volte campione nazionale nella DDR. Caduto in pista a Leipzig.

-Emilio Ravasio (1962-1986), corridore della Atala. Caduto alla prima tappa del Giro, a Sciacca.

-Michel Goffin (1961-1987), corridore belga della Hitachi. Caduto in un dirupo dopo aver sbagliato una curva in discesa al Tour du Haut-Var. La sua morte e quella di Ravasio l’anno precedente aprirono il dibattito sul porto del casco obbligatorio.

-Fabio Casartelli (1970-1995), medaglia d’oro nella corsa in linea alle olimpiadi di Barcellona 1992. Caduto in discesa dal Portet d’Aspet al Tour.

-José Antonio Espinosa (1969-1996), corridore spagnolo della Mx-Onda. Cadde al Criterium de Fuenlabrada investendo un organizzatore della manifestazione.

-Manuel Sanroma (1977-1999), giovanissimo batté Mario Cipollini allo sprint in una tappa del giro della comunità valenciana nel 1999. Caduto alla 2^ tappa del giro di Catalunya.

-Nicole Reinhart (1976-2000), due medaglie d’oro ai giochi panamericani 1994. Caduta in una gara in circuito ad Arlington. In una curva sbatté il pedale sinistro contro un marciapiede andando poi a sbattere contro un albero.

-Andrei Kivilev (1973-2003), 4° al Tour de France 2001. Caduto alla Paris-Nice 2003. La sua caduta sancì l’introduzione del porto del casco obbligatorio in corsa (tranne che nelle salite).

-Brett Malin (1973-2003), ultracyclist, andò a sbattere contro il rimorchio di un trattore durante la RAAM.

-Isaac Galvez (1975-2006), campione del mondo nell’americana. Caduto alla 6 giorni di Gand.

-Pieter Ombregt (1980-2007), belga, caduto in una corsa in circuito negli USA.

-Wouter Weylandt (1984-2011), vincitore di tappe al giro del Belgio, Eneco Tour e Giro d’Italia. Caduto in discesa dal passo del Bocco al Giro 2011.

-Junior Hefferman (1989-2013), triatleta irlandese poi passato al professionismo su strada. Caduto contro un pilone di un ponte in una gara in Inghilterra.

-Wouter Dewilde (1979-2013), caduto all’arrivo di una gara per élite senza contratto a Veldegem.

-Marcelo Gracés (1976-2013), caduto in una tappa del giro dell’Uruguay.

-Jeanné Nell (1983-2014), due volte campionessa sudafricana di Keirin e KM da fermo. Caduta durante una gara di Keirin a Città del Capo.

-Annefleur Kalvenhaar (1994-2014), campionessa europea cadetti ciclocross 2013-14, campionessa olandese Xc juniores 2012. Caduta durante una gara di XCE (corss-country ad eliminazione).

-Dejan Maric (1991-2016), 3° ai campionati nazionali serbi nel 2016. Caduto in corsa alla Mt Wuyi Cycling Race, in Cina.

-Chad Young (1995-2017), neopro, caduto al Tour of Gila.

-Bjor Lambrecht (1997-2019), corridore belga della Lotto-Soudal, morì a causa di una caduta alla 3^ tappa del giro di Polonia.

 

Morti investiti da altri veicoli

-André Raynaud (1904-1937), stayer, campione del mondo 1936. Investito in corsa da un derny.

-Adrien Buttafocchi (1907-1937), vincitore di molte corse minori. Considerato all’epoca uno dei migliori passisti francesi. Viene investito da un’auto contromano in discesa dal col d’Esterels al GP d’Antibes.

Auguste Mallet (1913-1946), investito da un camion a Parigi mentre era in allenamento.

-Camille Danguillaume (1919-1950) vincitore della Liegi 1949. Investito da una moto ai campionati nazionali francesi.

-Russel Mockridge (1928-1958), due medaglie d’oro su pista alle olimpiadi 1952. 12 volte campione nazionale su pista e 3 volte su strada. Investito da un autobus entrato sul percorso di una gara a Melbourne (Australia) sua città natale.

Jean-Pierre Monseré (1948-1971), campione del mondo 1970, vincitore del Lombardia 1969. Investito da un’auto entrata nel percorso di gara in Belgio.

-Maurice Diot (1922-1972), vincitore di una Paris-Bruxelles, di una tappa al Tour 1947 e dell’ultima edizione della Paris-Brest-Paris come gara professionistica (allo sprint!). Investito da un’auto davanti casa.

-Raoul Lesueur (1912-1981), due volte campione del mondo stayer. Investito da un’auto a 69 anni.

-Vicente Mata Ventura (1963-1987), neoprofessionista, venne investito da un’auto che entrò nel percorso del Trofeo Puig alle spalle del gruppo, al cui fondo si trovava Mata Ventura.

-Antonio Martin Velasco (1970-1994), corridore della Banesto, 12° e maglia bianca al Tour 1993. Venne investito da un’auto mentre era in allenamento.

-Saul Morales (1974-2000), compagno di squadra di Manuel Sanroma (vedere più in alto) quando questi morì. L’anno successivo Morales venne investito da un camion entrato accidentalmente nel percorso della Vuelta Argentina.

-Magali Pache (1978-2000), campionessa svizzera omnium, venne investita da un’auto mentre tornava in bici in hotel alla fine del Trophéé Féminin in Francia.

-Ricardo Otxoa (1974-2001), corridore della Kelme come suo fratello. Vennero entrambi investiti in allenamento da un’auto. Ricardo morì sul colpo, suo fratello Javier restò in coma un mese. Javier vinse una tappa al Tour 2000, con arrivo a Hautacam davanti Lance Armstrong. In seguito all’incidente gli furono applicati 800 punti di sutura, gli venne asportato mezzo polmone ed un nervo sciatico della gamba. Vinse un oro ed un argento ai giochi paraolimpici 2004.

-Lauri Auss (1970-2003), campione estone su strada ed a crono. 17 vittorie in carriera. Venne investito da un camion condotto da un autista ubriaco mentre era in allenamento.

-Bob Breedlove (1952-2005), leggendario ultracyclist, chirurgo ortopedico, venne investito da un pickup contromano mentre correva la RAAM.

-Thomas Casarotto (1990-2010), caduto al Giro internazionale della regione Friuli Venezia Giulia dopo aver urtato lo specchietto retrovisore esterno di un’auto che procedeva in senso contrario in una discesa.

-Victor Cabedo (1989-2012), vincitore di una tappa alla Vuelta Asturias, investito da un’auto in allenamento.

-Iñaki Lejarreta (1983-2012), mountainbiker basco, campione del mondo junior 2007 e spagnolo 2008. Investito da un’auto in allenamento.

-Burry Stander (1987-2013) mountainbiker sudafricano, vincitore della Cape Epic in coppia con Christoph Sauser nel 2011. Investito da un taxibus al rientro da un allenamento.

-Felix Baur (1992-2013), promettente neo-pro svizzero. Investito da un’auto in allenamento.

-Kristoff Goddaert (1986-2014), 3° ad una Paris-Bruxelles, 2° ai campionati nazionali 2012 dietro Tom Boonen. Investito da un autobus mentre era in allenamento.

-Romain Guyot (1992-2016), neopro francese. Investito da un camion (il camion era fermo ad uno stop in fila. Guyot aveva risalito la fila delle auto ferme e si era arrestato giusto davanti il camion. L’autista è partito senza vederlo, investendolo).

-Antoine Demoitié (1990-2016), corridore belga della Wanty-Gobert. Investito da una motocicletta durante la Gand-Wevelgem.

-Michele Scarponi (1979-2017), vincitore Tirreno-Adriatico 2009 e Giro d’Italia 2011. Investito da un furgone mentre rientrava da un allenamento.

-Mike Hall (1989-2017), celebre ultracyclist, investito da un’auto che non ha rispettato uno stop in Australia mentre correva la Indian Pacific Wheel Race.

 

Morti per crisi cardiache o altri malesseri in corsa

Arthur Linton (1868-1896), morto per complicazioni legate all’abuso di doping dopo la Bordeaux-Paris.

-Knud Enemarck Jensen (1936-1960), morto per una frattura del cranio dopo essere caduto durante la cronosquadre olimpica a Roma 1960. La caduta fu causata da abuso di amfetamine in una giornata torrida.

-Thomas Simpson (1937-1967), campione del mondo su strada 1965, vincitore di una Sanremo, un Fiandre ed un Lombardia. Morì per collasso cardiaco alla 13^ tappa del Tour de France, sul Mont Ventoux, a causa di un abuso di amfetamine.

-Connie Meijer (1963-1988), bronzo ai mondiali su strada 1987. Morta per arresto cardiaco durante una corsa in Olanda.

-Michel Zanoli (1968-2003), campione del mondo junior 1986, morto per crisi cardiaca.

-Tim Pauwels (1982-2004), fratello del più noto Kevin, morto per rottura coronarica durante una gara di cx.

-Alessio Galletti (1968-2005), professionista di Lampre, Saeco, Amore&Vita, Domina Vacanze e Naturino, morto per arresto cardiaco durante la gara Subida de Naranco in Spagna.

-Bruno Neves (1981-2008), professionista portoghese, morto per arresto cardiaco alla Classica de Amarante.

-Gijs Verdick (1994-2016), professionista olandese, morto a causa di due attacchi cardiaci durante la Carpathian Couriers Race in Polonia.

-Daan Myngheer (1993-2016), morto per infarto durante il Critérium International in Corsica.

-Michael Goelaerts (1994-2018), neopro della Veranda’s Willems, morto per arresto cardiocircolatorio durante la Paris-Roubaix.

-Robert de Greef (1991-2019), professionista olandese, morto per emorragia cerebrale dopo un arresto cardiaco alla Omloop van de Braakman.

 

Morti in guerra (lista parziale con i corridori più conosciuti)

-Emile Besnier (1889-1915), partecipò al Tour de France 1910, morto in combattimento.

-Léon Flameng (1877-1917), campione olimpico sui 100km nel 1896, aviatore bombardiere, abbattuto da fuoco da terra.

-Marcel Kerff (1866-1914), 6° al primo Tour de France del 1903 a 37 anni. Allo scoppio della Grande Guerra andò per curiosità a vedere cosa succedeva vicino ad un accampamento tedesco al confine col Belgio. Arrestato come spia, fu impiccato.

-Ludwig Opel (1880-1916), ultimo dei cinque fratelli che fondarono l’omonima casa automobilistica. Vice campione del mondo amatori nello sprint nel 1889, professionista dal 1906. Morto al fronte.

-François Faber (1887-1915), lussemburghese, vincitore di Tour de France 1908, Lombardia 1908, Paris-Bruxelles 1909, Paris-Tours 1909, Bordeaux-Paris 1911, Paris-Roubaix 1913. Arruolatosi volontario nella legione straniera francese. Dopo la battaglia de l’Artois scompare ed il suo corpo non venne mai ritrovato.

-Octave Lapize (1887-1917), vincitore del Tour de France 1910, il primo con tappe in alta montagna e di 3 Paris-Roubaix. Recordman dell’ora 1908. Arruolatosi volontario in aviazione (benché quasi sordo) fu abbattuto in un combattimento aereo.

-Lucien Mazan, detto Petit-Breton (1882-1917) vincitore del Tour de France 1907 e 1908 (primo nella storia a vincerlo due volte). vince anche la Milano-Sanremo 1907. Morto in un incidente automobilistico nei pressi del fronte.

-Carlo Oriani (1888-1917), vincitore del Lombardia 1912 e del Giro 1913. Bersagliere, salva a nuoto un commilitone caduto nel Piave durante la ritirata. Morirà a Caserta in un ospedale militare di polmonite nelle settimane successive.

 

Morti per crisi cardiache o altri malesseri non in corsa

Jimmy Michael (1877-1904), campione gallese del ciclismo pionieristico. Morto di Delirium Tremens durante una traversata in nave. Dopo una caduta in pista che gli causò una frattura del cranio divenne alcolista e dipendente da varie droghe. Fu uno dei ciclisti allenati da Choppy Warburton, come Arthur Linton.

-Denis Zanette (1970-2003), vincitore di due tappe al Giro d’Italia, dopo una visita dentistica, morì a soli 32 anni per una crisi cardiaca derivante da una patologia cardiaca polmonare.

-Fabrice Salanson (1979-2003), vincitore di una tappa del Tour de l’Avenir 2000, trovato morto dai suoi compagni di squadra in una camera d’hotel durante il ritiro in cui preparavano il giro di Germania. L’autopsia decretò una rottura coronarica come causa del decesso. Già precedentemente un elettrocardiogramma aveva rivelato delle anomalie.

-José Maria Jimenez (1971-2003), campione di Spagna 1997, vincitore di 9 tappe alla Vuelta, morto per arresto cardiaco.

-Johan Sermon  (1983-2004), giovane U23 del Team Daikin, morto nel sonno per arresto cardiaco. Un’indagine della polizia escluse l’uso di doping come causa.

-Marco Pantani (1970-2004), vincitore di Giro e Tour nello stesso anno, il 1998 (exploit riuscito solo a 6 altri corridori nella storia), morì a causa di un edema polmonare e cerebrale a seguito di intossicazione da cocaina e psicofarmaci.

-Frederiek Nolf (1997-2009), professionista della Topsport Valaanderen, morì nella notte tra la 4^e la 5^ tappa del Tour di Doha per arresto cardiaco.

Frank Vandenbroucke (1974-2009), vincitore della Liegi-Bastogne-Liegi 1999. Considerato uno dei più forti corridori della sua generazione. Morto ufficialmente per embolia polmonare, era da anni dipendente di varie droghe.

Philippe Gaumont (1973-2013), medaglia di bronzo nella cronosquadre olimpica 1992, e bronzo nell’inseguimento a squadre al mondiale 2000. Morto d’infarto.

-Linas Rumsas (1995-2017), figlio del più famoso Raimondas, morto nel sonno per arresto cardiaco. Un’indagine è ancora in corso.

 

Morti accidentali non in corsa

-Thaddäus Robl (1877-1910), stayer, due volte campione del mondo, 5 volte campione europeo, 3° ad una Bordeaux-Paris. Una volta ritiratosi divenne un appassionato pilota di aerei. Durante un’esibizione nel 1910 si schiantò, diventando il primo pilota di aereo a morire sul suolo tedesco.

-René Le Grèves (1910-1946), campione nazionale su strada 1936, medaglia d’argento inseguimento squadre olimpiadi 1932, una Paris-Tours. Morto in un incidente sugli sci.

-Jacques Moujica (1926-1950), vincitore della Bordeaux-Paris 1949. 3° nella contestata Paris-Roubaix vinta ex-equo da Serse Coppi e André Mahé. Morto in un incidente stradale assieme a Jean Rey.

-Jean Rey (1925-1950), campione nazionale francese su strada 1950. Morto in un incidente stradale mentre era in auto con Jacques Moujica. Nessuno dei due ciclisti era alla guida. Il guidatore perse il controllo dell’auto schiantandosi contro un’auto ferma.

-Alberto Fernandez Blanco (1955-1984), vincitore di due tappe al Giro d’Italia, una alla Vuelta a España, una Volta Ciclista a Catalunya e una Vuelta al País Vasco. Morí in un incidente stradale.

-Philippe Casado (1964-1995), una vittoria di tappa al Giro d’Italia 1991. Morto per un aneurisma durante una partita di rugby.

-Mariano Rojas (1973-1996), 3° tour Andalusia, 2° circuit de la Sarthe, 3° comunità valenciana. Morto in un incidente stradale.

-José Manuel Fuente (1945-1996), vincitore Vuelta 1972 e 1974. Morto di pancreatite acuta.

-Jokin Ormaetxea, (1980-2004), morto alla fine della sua prima stagione da pro, morto in incidente stradale causato da lui stesso. Con lui c’era Joseba Albizu, corridore della Euskalel, uscito illeso dall’incidente.

-Franco Ballerini (1964-2010), vincitore di due Paris-Roubaix (1995-1998), 3° ad un Fiandre e ad un Lombardia. Ex CT della nazionale italiana. Morto in un incidente in una corsa di rally in cui faceva da navigatore.

 

Morti a causa di cani erranti

-Joaquim Agostinho (1943-1984), due volte 3° al Tour de France, una volta 2° alla Vuelta, 6 volte campione nazionale portoghese. Morì a causa di una caduta avvenuta urtando un cane che attraversò la sede stradale alla Volta ao Algarve.

-Thierry Arnould (1972-1994), vincitore della Paris-Troyes, urtò un cane che attraversò la strada durante una gara amatoriale a Montbozon. Morì in seguito alle ferite riportate nella caduta.

 

Suicidi

-René Pottier (1879-1907), vincitore del Tour de France 1906, chiamato il “re della montagna” per essere stato il primo corridore a scollinare il Ballon D’Alsace, prima vera salita introdotta al Tour de France, nel 1905. Pochi mesi dopo la sua vittoria al Tour si suicidò impiccandosi nella sede della sua squadra, la Peugeot, senza lasciare spiegazioni (si presume per una pena d’amore).

-Luis Ocaña (1945-1996), vincitore del Tour de France 1973, quando batté il fino allora imbattibile Eddy Merckx, e la Vuelta 1970. Malato di cirrosi epatica, cancro ed epatite C si suicidò sparandosi.

-Carlo Tonon (1955-1996), corridore della Carrera, al suo secondo Tour de France cadde in discesa alla 19^ tappa fratturandosi il cranio. Rimase in coma due mesi e poi handicappato a vita. Si suicidò impiccandosi nella sua stalla a San Vendemiano (TV).

-Thierry Claveyrolat (1959-1999), “l’aquila di Vizille”, maglia a pois al Tour 1990 dove vince due tappe. 5° al mondiale 1989. 2° al Dauphiné 1990. Si suicidò a casa sua qualche settimana dopo aver causato un incidente stradale in cui erano rimaste ferite 4 persone.

-Julen Goikoetxea (1985-2006), dopo 5 vittorie nei suoi primi due anni di professionismo cadde in depressione tentando più volte di suicidarsi. Alla fine ci riuscì saltando dal balcone di casa.

-Armand de las Cuevas (1968-2018), campione nazionale francese, del criterium du Dauphiné 1998 e della Classica di S.Sebastian nel 1994. Si è suicidato all’isola di La Réunion in circostanze mai chiarite.

 

Causa sconosciuta

-Ottavio Bottecchia (1894-1927), vincitore del Tour de France 1924, portando la maglia gialla dalla prima all’ultima tappa. Primo italiano a vincere il Tour. Morto per cause sconosciute in frazione Trasaghis (PN). Forse caduto per un malore, forse ucciso (per differenti moventi e modalità).

Commenti

  1. Ser pecora:

    Si, ma se l'emorragia mica gli è venuta da sola. Causata dalla caduta.
    Raven:

    insomma, si è sfracellato su un blocco di cemento armato che ha causato l'emorragia, non molto fisiologico
    In realtà il medico disse che anche se fosse stato in un letto di ospedale sarebbe morto ugualmente, il che mi lascia pensare che invece ci sia stata una lacerazione interna per cause naturali (alla stregua di un infarto intestinale per intenderci)...
    Poi boh, magari è come dite voi, io mi limito a interpretare quello che ho letto...
  2. bianco222:

    Sorprendentemente pochi (per modo di dire) quelli morti in guerra...
    Alla lista manca l'infulenza spagnola... gandalf
    Veramente sono tanti, ma come scritto, servirebbe una lista a parte. Idem per gli Stayer.
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