Miguel Angel Lopez nel mirino della Eolo-Kometa

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Secondo il media colombiano Antena2 la Eolo-Kometa (prossimamente Polti-Kometa) vorrebbe dare una seconda chance a Miguel Angel Lopez. La squadra starebbe solo attendendo la decisione dell’UCI in merito al futuro del corridore colombiano, il quale è stato sospeso provvisoriamente a luglio scorso dopo che l’International Testing Agency (ITA) ha indicato una possibile violazione delle regole antidoping da parte sua, ovvero sospetta che il corridore 29enne fosse in possesso ed abbia usato una sostanza vietata nelle settimane precedenti il ​​Giro d’Italia 2022.

Nel 2023, López ha corso per la squadra colombiana continental  Team Medellín-EPM, e nel circuito sudamericano lo scalatore ha avuto un discreto successo registrando un totale  di 21 vittorie stagionali (3 a livello élite: tappe e generale al Tour de S. Juan e campionati nazionali a cronometro).

La decisione in merito alla squalifica o meno di Lopez è probabilmente legata all’evoluzione delle indagini riguardanti l’operazione Ilex, condotta dalla Guardia Civil spagnola, essendo stato sospeso il corridore colombiano proprio per il suo presunto coinvolgimento nella rete di traffico di prodotti proibiti guidata dal dottor Maynar, dell’Università dell’Estremadura

Recentemente si sono avuti degli sviluppi in merito a questa operazione, come riportato dal quotidiano spagnolo Marca. Questa settimana infatti la squadra continental spagnola Caja Rural-Seguros-RGA ha denunciato alla Guardia Civil coloro che hanno fatto trapelare “in massa” un documento sull’operazione in cui appaiono conversazioni disordinate e cancellate tra alcuni dei suoi membri e membri della rete fraudolenta. Secondo il documento trapelato con il nome di “teamorganizeddoping”, anche se almeno nelle 23 pagine pervenute alle squadre e in alcuni media non compaiono mai messaggi diretti o audio della persona coinvolta, i corridori sono arrivati ​​al dottor Maynar tramite Juanma Hernández, direttore della Caja Rural Seguros-RGA. Il 22 settembre 2021 sono iniziate le presunte trattative tra le due parti. Cinque giorni dopo Laureano Menéndez, medico della squadra verde, avvertì che avrebbe lasciato la squadra se questa collaborazione fosse diventata effettiva.

Per questo motivo i suddetti contatti sarebbero stati stabiliti direttamente tra i ciclisti alle spalle della squadra. Il 7 novembre è avvenuta la prima conversazione tra uno dei ciclisti e il medico. E a maggio, almeno secondo quanto risulta dal documento, si istituisce l’ultimo. Il 10 maggio 2022 Maynar è stato arrestato dalla Guardia Civil.

In queste conversazioni limitate a quelle date, ai corridori vengono “prescritte” sostanze come l’acido dicloroacetico (un farmaco che diminuisce la produzione di lattato), la teofillina (farmaco per l’asma), l’acido lipoico, l’ormone menotropina (farmaco per stimolare la produzione di testosterone) e l’actovegin (farmaco che migliora l’assorbimento del glucosio e l’assorbimento di ossigeno nei tessuti). I ciclisti coinvolti, nessuno dei quali indagato, si sarebbero rivolti direttamente al medico, presumibilmente incoraggiati dal loro capo. “Ciao Marcos, come stai? Sono ciclista 1, un ciclista della Caja Rural. Juanma mi ha dato il tuo numero così posso parlarti“, ha scritto un ex corridore della squadra il 17 novembre 2021 a Maynar. Un saluto che si ripete in altri casi.

La risposta di Maynar a ciclista 1: “come mi ha detto Juanma, ci ha detto che ci pagherete 3.000 euro, che divideremo in 250 euro 12 mesi all’anno. Ti invierò il conto su cui dovrai effettuare il pagamento. Adesso ti invio in pdf quello che dovresti iniziare a prendere adesso in questa fase iniziale. Insieme alla dieta che ti ha mandato Nacho”.

Dr. Maynar

Poco dopo parlano di prendere “quello per la forza,  quello del caffè, quello del lattato e quello del dolore alle gambe” separatamente. Secondo i commenti del rapporto in queste conversazioni c’erano prove della distribuzione di farmaci non autorizzati da parte di Maynar, il quale ha fornito ai clienti prescrizioni di farmaci che non sembrano avere giustificazione terapeutica.

Una cosa che ha insospettito i commissari dell’UCI è che Maynar e gli altri suoi collaboratori utilizzavano un appartamento affittato a  Zaldivia, un paesino di 1.500 abitanti nella provincia di Guipúzcoa (tra Navarra e Paesi Baschi), per incontrare i corridori. Un luogo lontano (6h almeno di auto) da dove vive Maynar e pure da dove vivono i ciclisti della squadra, provenienti da zone lontane come l’Andalusia o le Isole Baleari, la cui presenza è stata considerata dagli inquirenti “strana” in un paesino sperduto nella Guipúzcoa.

Inoltre, a 3km da Zaldibia, a Lazkao, abita uno degli indagati nell’operazione Ilex: Ángel Vázquez, ex ciclista basco recidivo per questioni di doping. Nel 2014 è stato anche espulso da una granfondo, la Quebrantahuesos dopo essere stato sospeso a vita dalla federazione spagnola di Triathlon.

Il problema principale dell’operazione pare essere però il più rilevante possibile, ovvero che pur in presenza di vari indizi, come chat, telefonate, etc. nessuno dei ciclisti coinvolti è risultato positivo a controlli antidoping. Il motivo, secondo gli esperti antidoping interpellati nell’operazione, è dovuta a due ragioni. Il primo è che il controllo non è stato effettuato al momento opportuno, esistono infatti molte sostanze che hanno una finestra di rilevamento molto breve. Ad esempio, secondo gli esperti interpellati dagli inquirenti, l’EPO a basse dosi viene rilevato solo nelle otto ore successive alla somministrazione. E poi che si tratta di corridori che non vengono controllati spesso, anche se sono controllati dal passaporto biologico, su cui però da tempo ci sono riserve in merito all’efficacia. In particolare grazie agli allenamenti in quota, che servirebbero per nascondere alterazioni ematologiche e avere così una “scusa” quando presentano determinati valori sul passaporto.

I termini per conoscere le eventuali sanzioni non sono affatto chiari. Gli ultimi a testimoniare il 18 ottobre confidano che entro due o tre mesi verrà data loro una risposta: se saranno prosciolti o dovranno andare al processo. L’intero processo potrebbe durare cinque anni. Alla Caja Rural-Seguros-RGA sono convinti di essere le vittime e che non ci sarà alcuna sanzione per i loro membri e addirittura, come ha annunciato giovedì El País, hanno presentato una denuncia alla Guardia Civil contro coloro che sono coinvolti nella massiccia diffusione del documento che tenta di screditarli. Nelle prossime tre settimane si potrebbe conoscere l’identità del leaker, che potrebbe essere denunciato.

 

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