Nuove Mavic Carbon Clincher 2.0

Come dovrebbe ormai essere noto a tutti i consumatori, il carbonio ha la sua debolezza nella “gestione” di forze provenienti da differenti direzioni (proprietà anisotropica). Nel caso specifico una delle difficoltà maggiori risiede nel gestire le differenti sollecitazioni in cui incorre un cerchio in carbonio per copertoncino.

A questo si aggiunge il surriscaldamento dovuto alla frenata, che può raggiungere puntualmente i 200°, temperatura che in alcuni casi è superiore al Tg (temperatura di transizione vetrosa) del carbonio, con tutti i rischi che questo può comportare.

Mavic, che assicura il servizio neutro all’Etape du Tour, ha soccorso 100 ruote, di cui 52 dovute a rotture, e di queste 38 in carbonio per copertoncino di marchi concorrenti.

Esistono delle regole ERTRO ed ISO per le misure e tolleranze dei cerchi in carbonio, per garantire anche la compatibilità tra copertoni e cerchi.

Adeguarsi a queste tolleranze fabbricando un cerchio direttamente dallo stampo non è molto semplice, infatti questo significa in un caso lavorare la gola del cerchio per avere le tolleranze ottimali, ma interrompendo le fibre, cosa non auspicabile in termini di solidità strutturale; o non fare niente e porsi fuori da questi standard non potendo garantire la sicurezza del prodotto. Ambedue queste soluzioni sono correnti nel mercato odierno.

Mavic ha sviluppato un procedimento proprietario per fabbricare cerchi in carbonio per copertoncino che consiste nell’aggiungere vari strati di carbonio per ottenere direttamente dallo stampo un profilo della gola senza interruzioni e con la sagoma dalle corrette tolleranze.

La superficie delle piste frenanti viene realizzata con resine brevettate e poi trattata con un procedimento laser per garantire una frenata ottimale in ogni condizione ed anche con temperature superiori ai 200°