Nuovi metodi di trasporto o protezionismo industriale?

Alcune considerazioni sugli scenari possibili del futuro dei metodi di trasporto Europei:

La comunità europea sta cercando di favorire metodi di trasporto più sostenibili. Aldilà della solita facile retorica, una commissione sta cercando di favorire forme “più attive” di trasporto attraverso una pubblicazione in cui si chiede una “transizione da una forma di trasporto principalmente basata sull’utilizzo dell’automobile a forme di mobilità urbana basate sul camminare e pedalare”. L’intento di questo pubblicazione ha come obiettivo questa conversione verso un metodo di trasporto urbano non più basato sulle auto funzionanti a carburante convenzionale  entro il 2050.

L’industria automobilistica tuttavia riceve ancora oggi la maggior parte delle sovvenzioni EU, e nella strategia “Automobili 2020” svelata la scorsa settimana dalla Commissione Europea, questa industria avrà accesso a circa 80 miliardi di euro di sovvenzioni e 2,5 miliardi di euro di fondi attraverso il programma “Competitiveness of Enterprises”.

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Di fronte a questa contraddizione, il segretario della segreteria generale della Federazione Ciclistica Europea, Bernhard Ensink, ha fatto notare come “diverse forme di trasporto necessitino di sovvenzioni adeguate, ma anche di eguale portata”.

Oltre alle sovvenzioni industriali, il comparto automotive riceverà infatti anche il 47% dei fondi dedicati alle infrastrutture per i trasporti, che saranno utilizzati anche come leve finanziarie per gli stati, mentre solo lo 0,7% di fondi Europei è stato destinato per le infrastrutture dedicate al trasporto ciclistico tra il 2007 ed il 2013.

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Ensink chiede: “il 7% degli Europei ha scelto la bicicletta come forma di trasporto principale, ma dov’è la loro parte di finanziamenti?”

La Federazione Europea Ciclisti ha ripetutamente spinto la EU a maggiori investimenti nel comparto ciclistico, chiedendo il 10% in più di sussidi per il settore, in modo da arrivare da oggi al 2020 ad un 15% di utilizzo della bicicletta sul totale dei trasporti.

L’industria automobilistica, nel frattempo, anche con le sovvenzioni EU non è stata capace di incrementare le vendite di veicoli “sostenibili” elettrici. I dati per il 2011 hanno fatto registrare solo 11.500 veicoli di questo tipo venduti nell’Europa Occidentale, a fronte di miliardi di Euro spesi in sovvenzioni ed infrastrutture.

Nello stesso lasso di tempo sono state vendute ben 700.000 biciclette elettriche.

Secondo Ensink: “ Il budget EU pianificato per il 2014-2020 è al momento solo abbozzato. Noi siamo qui per aiutare la commisisone a raggiungere gli obiettivi che si è posta nella sua pubblicazione, ma cio’ necessita degli investimenti. Noi abbiamo bisogno di essere riconosciuti non tanto come una lobby, ma come un’industria che contribuisce annualmente nell’ordine di 600 miliardi di Euro all’economia della comunità Europea”.

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Queste dichiarazioni mettono in luce una contraddizione esistente tra la necessità ormai conclamata di trovare forme di trasporto più sostenibili(economicamente e dal punto di vista dell’impatto ambientale) e quella di preservare un’industria automobilistica ed il suo indotto che  ancora oggi rappresenta la colonna portante dell’economia europea.

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