Quanto inquina costruire una bici?

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Inquinamento, sostenibilità, impronta ecologica, crisi climatica, riscaldamento globale sono solo alcune delle parole che purtroppo oggi sono diventate parte del quotidiano, piaccia o meno. Discussioni sull’opportunità di scegliere o meno un’auto elettrica piuttosto che un’ibrida, cercare dati sul reale carbon footprint di un prodotto piuttosto che un altro sono ormai la nuova normalità, anche in qualunque bar.

Per restare in quelli frequentati dai ciclisti, quanto inquina produrre una bicicletta? Inquina di più produrne una in alluminio o una in carbonio? Una Bdc o una Mtb? A queste domande è difficile rispondere, ma qualcuno se lo è chiesto ed ha cercato di darsi una risposta: Trek. Questa azienda produttrice di biciclette, è condotta da un presidente, John Burke, che in svariate occasioni si è speso su temi piuttosto “progressisti”, a volte anche direttamente politici, e probabilmente è per questo che Trek ha commissionato uno studio ad un ente terzo, WAP Sustanability Consulting, per realizzare un rapporto sull’impronta ecologica dell’azienda.

Questo studio lo si trova sul sito Trek, quindi non si tratta di un comunicato o altro. Certo, può essere fatto rientrare nel marketing aziendale, ma resta interessante, in particolare per chi avesse le curiosità su menzionate.

A cominciare da un grafico che mostra dove e come inquini l’azienda per settori

 

Si può vedere come voci importanti siano, senza sorprese, il consumo di energia elettrica degli stabilimenti ed i trasporti.

Sono calcolate le emissioni per 4 modelli specifici, che poi ritroveremo, mentre per tutti gli altri modelli ci sono solo delle stime. Tant’è, il grosso delle emissioni derivano proprio dalla produzione delle bici. Nessuna sorpresa.

Molto interessante è il grafico che mostra quali e quante emissioni vengano prodotte per vari modelli dell’azienda, suddivisi nei vari componenti.

Da cui si nota una media di 174 chilogrammi di C02 per i modelli presi in considerazione, ma con alcuni modelli che sfondano il tetto dei 300kg di C02, come la Rail, una mountainbike elettrica bi-ammortizzata con telaio in carbonio.

Se si scorre alcune pagine avanti nel pdf del rapporto si hanno dei grafici (più chiari) sui singoli modelli presi in considerazione. Ad esempio proprio la Rail.

E si può notare, forse con sorpresa, che la produzione della forcella “pesi” un 16%, la percentuale più alta tra i singoli componenti. Segue la batteria con il 15%, quindi il telaio (in carbonio) con l’11%. Forse potrà stupire che la produzione del telaio inquini più di quella del motore, che si ferma ad un 8%, meno della guarnitura (9%). Ancora di più che il singolo caricatore della batteria conti un 4%.

Diventa abbastanza evidente quindi notare come i prodotti in carbonio abbiano un notevole peso sul totale. Basti vedere le percentuali del modello top di gamma tra le bici da corsa, la Madone. la cui produzione costa ben 40kg di c02 in più di una Mtb full-suspendend come la Fuel Ex. Dei 197kg di C02 emessi nella produzione della Madone, il 29% è a carico del telaio, seguito dal 21% della ruota posteriore e dal 15% di quella anteriore. Ruote ambedue in carbonio ad alto profilo.

Per confronto, le ruote della Fuel EX pesano solo un 6% cadauna, pur essendo anch’esse in carbonio. Il 14% per la forcella, mentre solo il 2% per l’ammortizzatore posteriore.

Quasi 80kg in meno di C02 rispetto la Madone per la produzione del modello più venduto di Trek, la Marlin, una Mtb front, per la quale si utilizza meno carbonio e più alluminio. Pesa sempre molto la forcella, con un 14%, come per la Fuel EX.

Aldilà delle singole curiosità si evincono dei punti importanti per l’azienda, ovvero dove poter intervenire per inquinare meno. Ed i punti sono chiari: ridurre i trasporti aerei, compresi quelli del personale, gestire al meglio le spedizioni, con carichi singoli molto grandi al distributore per ridurre le emissioni dovute al trasporto su strada. Inoltre ottimizzare le confezioni, il famoso packaging, riducendo l’utilizzo di plastica. Ad esempio per il solo modello Marlin, migliorando questo comparto, hanno ridotto di 45 tonnellate l’uso di plastica (non sulla singola bici, su tutta la produzione di questo modello). Uno sforzo che produce veramente risultati notevoli se si guarda a tutta la produzione.

Ovviamente vengono sollevati anche altri punti importanti per migliorare la sostenibilità, dall’utilizzo di energie rinnovabili, al maggior utilizzo di materiali alternativi e soprattutto riciclati, oltre alla promozione del bike sharing.

Ma che pedalare faccia bene a noi ed al pianeta è una cosa su cui non possiamo che essere tutti d’accordo.

 

Commenti

  1. 4x16:

    Non ci credo.....siamo nel ridicolo qua!!!!!!! A parte l'inquinamento....per un diesel è deleterio fare solo 600m o pochi km!
    la provincia è così. Si vede di meno perché è meno popolosae non ci sono code né tangenziali.
  2. RamboGuerrazzi:

    se davvero le chiedessero, le avremmo già. La politica segue le grandi masse di voti, e gli automobilisti lo sono.
    direi proprio di no.. perchè alle amministrazioni naz/reg/com conviene più avere 30mln di automobilisti che 15mln di passeggeri del bus e 15mln di ciclisti.
  3. Kylo_ren:

    Negli ultimi 50 anni la temperatura media terrestre è aumentata di quasi 1 °C e da diversi anni nel mondo scientifico si registra un vasto consenso sul fatto che questo aumento deriva dalle attività umane. Un recente studio ha inoltre rilevato come gli allevamenti intensivi siano responsabili dell’emissione in atmosfera di ben il 60% dei gas serra (GHG), soprattutto di anidride carbonica, metano e protossido d’azoto e quindi possano essere annoverati tra i maggiori responsabili del riscaldamento globale. Già oggi, l’aumento di temperatura sta producendo i suoi effetti sul clima come accrescimento della piovosità e scioglimento dei ghiacci da una parte, e desertificazione dall’altra. Molte sono le autorità internazionali preoccupate per quella che ha i caratteri di una vera e propria emergenza: bisogna infatti intervenire il prima possibile. I dati che emergono dagli studi effettuati sull’argomento dicono chiaramente che il modo più rapido ed efficace di fermare l’aumento della temperatura globale è ridurre i numeri degli allevamenti intensivi.

    Fonte: https://www.theguardian.com/environment/2021/sep/13/meat-greenhouses-gases-food-production-study

    ben al di sopra di quello che si dice-.
    Se a questo ci aggiungi deforestazione sistemica per far spazio ad allevamento arrivi a ca 75%, che è il dato che recentemente è circolato nella comunità scientifica annichilendo chi pensava che il comparto automotive fosse il maggior responsabile. Sono i cannibali i responsabili e non certo i ciclisti che comprano bici. I cannibali che mangiano tonnellate di carne e ingrassano come dei porci. Che poi prendano la bici per smaltire questo nulla cambia. Ma non certo la produzione di bici. Certo la produzione di bici non aggiunge niente di buono ma se si potesse ridurre produzione di gas serra a livelli accettabili riducendo allevamenti intensivi allora ci sarebbe spazio per vivere fiduciosi in un futuro amico anche sapendo di aver comprato un auto e una bici in totale buonafede
    guarda che c'è scritto che gli allevamenti sono responsabili(secondo quello studio)del 57%dei gas serra del comparto della produzione agricola, mica del totale. infatti mi sembrava che non stava in piedi la cosa. se la produzione agricola è responsabile del 10%o giù di li(l'avevo letto di recente)siamo intorno al 6%. tutto il resto del discorso, un pó bizzarro,crolla di conseguenza. ah, i cannibali si nutrono dei propri simili, quelli di cui parli sono semmai i carnivori. curioso come da una lettura superficiale scarurisca un complesso del genere.
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