Paris-Brest-Paris

Una “tappa” di 1230km, con 11000mt di dislivello, passando per una regione d’Europa nota per il tempo molto variabile e piovoso ed i forti venti. Questa in sintesi la Paris-Brest-Paris. La più antica manifestazione ciclistica che si disputi ancora oggi. Anche se all’inizio era un gara vera e propria ed ora è una non-competitiva. Una “randonnée” come la chiamano i rancesi. La regina delle Randonnée che si disputa ogni 4 (o 5) anni.

Ora provate ad immaginarvi di essere nel 1891, alla sua prima edizione, di non poter contare su una bicicletta moderna, ma su un “cancellone” di 20kg, senza marce, coi cerchi in legno, senza Goretex, senza dinamo e/o luci a led o alogene da 1megawatt, ma con 1 solo rapporto per affrontare i numerosissimi strappi sugli infiniti rettilinei della campagna francese, con una magliettina ed il maglione di lana, con una lampada ad olio sul manubrio che di notte vi illumina 50cm davanti la ruota anteriore, e soprattutto che non vi illumina l’asfalto (si era cominciato ad asfaltare le primissime strade urbane una cinquatina d’anni prima), ma una strada bianca e le sue buche.

Il francese Charles Terront con questo equipaggiamento prese il via di questo gara la mattina del 6 settembre del 1891 assieme ad altri 206 connazionali.

Charles si era da poco convertito alle “safety bikes”, ovvero alle biciclette con ruote di diametro uguale, mentre per anni era stato un dominatore delle corse in Grand-Bi (quelle col ruotone davanti da 1.70mt di diametro) e soprattutto di tricicli.
Ma il progresso fa il suo corso e quella mattina Terront inforcava una bici di marca “Humber” in solido acciaio, con un solo freno all’anteriore, manubrio ricurvo, pedali col puntapiedi e catena col carter. I cerchi erano in legno con i raggi fissati in “nipples” interni tenuti da chiodi piantati lateralmente. Ma soprattutto montava l’ultimo ritrovato della tecnica: dei copertoni smontabili Michelin. E non più quelli in caucciù fissati con una saldatura di fil di ferro. Il mezzo faceva registrare il bel peso di 21,5kg. Qui sotto l’originale fotografato al museo Michelin di Clermont-Ferrand:

Al “giro di boa” di Brest, Terront, come riportato da un telegramma dell’epoca a Le Petit Journal (il giornale organizzatore della corsa; gemello della nostrana Domenica del Corriere) a Parigi, aveva un vantaggio di 40 minuti su Jiel-Laval (che correva con pneumatici Dunlop, rivalità nella rivalità). Si concesse una tazza di brodo, una pera e 5-6 minuti di riposo, in cui raccontò “senza collera” i suoi incidenti di percorso. Dopodichè ripartì.
Nessuna concessione al sonno, al contrario di Jean-Marie Corre, terzo a Brest, che si fermò per una dormita di 8 ore. Facendo diventare la vittoria praticamente un affare a due tra Terront e Laval.
All’altezza di Guincamp la svolta: Terront viene a sapere che i manager di Laval gli hanno consigliato di fermarsi e dormire. Così, decide di evitare la strada principale per non farsi notare e far credere di essersi fermato pure lui.

Il ciclismo è anche (già) furbizia e quando Laval viene svegliato dal suo staff (Laval era seguito da 9 persone contro le 7 di Terront) accortosi della deviazione di Terront ormai la gara è persa.
Charles arriva a Parigi alle 6.45 del mattino del 9 settembre passando tra le ali di una folla di 10.000 (!) curiosi che lo avevano aspettato tutta la notte. Joseph Jiel-Laval arriverà con 7 ore e 40 minuti di ritardo, mentre per vedere il terzo (Henry Couillebeuf) ed il suo gruppo bisognerà aspettare il giorno dopo.

Alla fine, nel limite previsto dei 10 giorni, termineranno la corsa in 99 tra cui uno che verrà squalificato dopo l’arrivo.
Terront impiegò 71 ore e 27 minuti per percorrere i 1196km della prova alla media di 16,7km/h. Dando a questo (allora) giovane sport un risalto mondiale che riempirà numerose pagine della grande storia che si stava cominciando a scrivere.

Una (ulteriore) curiosità: nel febbraio 1893, nel padiglione dell’esposizione universale iniziata nel 1889 (in occasione della quale venne costruita l’antennona di Eiffel) dedicata alla “galleria delle macchine”, Terront sfidò e vinse una gara su pista sui 1000km contro Jean Corre (4° nella PBP del 1891) corsa in scia di vari volontari che si davano il cambio. Terront vinse in 42 ore senza mai mettere il piede a terra. Grazie anche ad una ingegnosa sella “col buco” ed uno speciale “borsello” per i bisogni fisiologici….

La Paris-Brest-Paris era nata per il volere di Pierre Giffard, direttore de Le Petit Journal per mostrare le capacità delle nuove biciclette con le ruote di eguale diametro, ma anche le possibilità dell’uomo e dei costruttori francesi (la Paris-Bordeaux seguirà subito dopo) e, non ultimo, mostrare agli odiati vicini che li avevano umiliati da poco, che se i muscoli francesi potevano arrivare fino a Brest pedalando, domani sarebbe stato ancor più semplice arrivare fino a Strasburgo…non a caso Terront fu soprannominato subito Napoterront. Anche se in realtà la rivincita francese finalmente arrivata si sarebbe giovata poco delle biciclette e più dei badili…

Il successo della PBP fu tale che in breve tempo nacquero come funghi molte altre classiche, tra cui alcune che si corrono ancora oggi, come la Paris-Roubaix e la Paris-Tours (1896).

Corse che, grazie al kilometraggio più ridotto fecero sparire quelle più lunghe come la PBP, troppo soggetta a truffe varie (niente chip e gps all’epoca), troppo faticose e troppo mal pagate in rapporto all’impegno richiesto.

Fu cosi’ che della PBP “gara” se ne corsero solo 7 edizioni (1891, 1901, 1911, 1921, 1931, 1948, 1951), tutte vinte da francesi (tra cui Maurice Garin) e solo due da stranieri: l’australiano Hubert “Oppy” Opperman (vittoria allo sprint finale!) ed il belga Albert Hendrickx (3° l’Italiano Mario Fazio).

Opperman alla PBP 1931

Come detto, dopo questa edizione il disinteresse delle squadre professionistiche porto’ la competizione a svanire.

Ed è qui che comincia la saga della PBP randonnée. Con un’edizione non più ogni 10 anni, ma ogni 5.

In realtà di randonnée ne nascono subito due a causa di due visioni differenti. Una con i partecipanti che devono correre in gruppi di 10 ad andatura controllata, ed una con i partecipanti che possono correre come gli pare ad andatura libera.

I sostenitori della prima formula sono coalizzati nell’Union des Audax Ciclystes Parisiens, con in testa il loro presidente Henri Griffe e Henri Desgrange (il fondatore del Tour de France).

Mentre i fautori della seconda opzione sono riuniti nell’Audax Club Parisien, che prevedono solo un brevetto di 300km per qualificarsi all’evento.

Fino al 1971 all’evento hanno partecipato entrambe le organizzazioni contemporaneamente, svalsate di 1 settimana, registrando di anno in anno sempre meno partecipanti (quasi sempre meno di 200). Dal 1971 invece si deciderà di organizzare le due modalità di corsa in anni differenti, visto che alcuni correvano la PBP Audax e, appena rientrati a Parigi partivano per quella ad andatura libera. Cosa reputata pericolosa e da evitare.

Da allora l’Audax Club Parisien (ACP) (http://www.audax-club-parisien.com/FR/) si aprirà sempre di più agli stranieri, organizzando un ciclo di brevetti qualificativi nei paesi esteri, cambiando il percorso e portandolo su stradine di campagna invece che sul classico percorso della N12 (strada statale) che ormai era diventata impraticabile per i ciclisti visto il traffico (nel 1975 ne verranno investiti ed uccisi due in corsa) e questo porterà ad una crescita sempre maggiore di partecipanti.

Cosi’, di edizione in edizione, la PBP “allure libre” (andatura libera) guadagnerà sempre più fama e partecipanti, tanto da aver fatto registrare 5312 partenti all’ultima edizione del 2007. Ed una domanda in costante crescita. Oltre che una partecipazione sempre maggiore di stranieri e di brevetti internazionali di qualificazione.

Infatti per potersi iscrivere a questa manifestazione non competitiva è richiesto di aver portato a termine nell’anno dell’edizione una serie di 4 brevetti omologati dall’ACP di 200/300/400 e 600km, che ormai sono un vero appuntamento fisso per migliaia di appassionati in tutto il mondo

Non molti sanno che la versione “Audax” ad andatura fissa continua ad essere regolarmente svolta ogni 5 anni. Sotto l’egida dell’Union des Audax Français (http://www.audax-uaf.com/). E guada caso quest anno il calendario prevede entrambe le edizioni: audax e randonnée.

Quindi, questo è l’anno buono , per chi volesse, di battere il record della francese Lucienne Duval, detta “La Marchesa”, che nel 1991 corse 3 PBP: Audax, rando e brevetto permanente 🙂

Ai randonneurs tentare la sorte, e…Bonne Route! o-o

Bibliografia: Charles Terront ,Les mémoires de Terront: sa vie, ses performances, son mode d’entraînement, Collection Les Introuvables, 1980

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