Paul Filliat, l’eroe dei corridori di serie B

/
4

Il Tour de France per molti anni è stata una corsa aperta anche agli amatori. Il patron Henri Desgrange li voleva “per favorire una dimostrazione di forza individuale”, e pertanto questi coraggiosi partecipavano a titolo individuale, senza squadra, senza sponsor (se non sotto forma di un qualche mecenatismo senza ritorno), senza assistenza e senza poter collaborare con gli altri corridori.

Nel corso degli anni questa categoria cambiò spesso nome:

  • 1909-1914 : “Isolati”
  • 1919 : Categoria B
  • 1920-1922 : 2^ classe
  • 1923-1936 : Touristes-Routiers
  • 1937 : Individuali

Nei Tour 1927 e 1928 questa categoria ebbe vita ancora più dura per via dell’introduzione nelle tappe di pianura delle cronometro a squadre. Ovvero, per aumentare la competitività nelle lunghe tappe di pianura (che già allora avevano perso il fascino dei tempi pionieristici e cominciavano ad essere noiosette) le squadre partivano a 15′ l’una dall’altra, correndo assieme (per tappe di 150-250km), ma prendendo poi i tempi individualmente. Nel 1928, visto lo scarso successo dell’anno precedente, le squadre partirono con 10′ tra l’una e l’altra. E con la possibilità di cambiare alcuni corridori dalla 12^tappa, a metà Tour, senza che però i nuovi entrati potessero competere per la classifica finale. Questo per non favorire troppo le squadre più forti.

La Alcyon in una tappa nel Tour 1928

Nel 1928 furono anche introdotte le squadre regionali, con ogni squadra composta da 5 corridori per 9 regioni francesi.

Nella squadra Sud-Est, proveniente da Viriat, un piccolo paesino vicino Bourg-en-Bresse, militava Paul Filliat, nato ad Algeri nel 1899.

Filliat nella vita lavorava per le Poste & Telecomunicazioni, ma non faceva il postino, bensì girava per le campagne in bici a piantare o sostituire i pali telegrafici. Per fare questo si portava dietro un punteruolo di ferro da 20kg con cui praticava i fori dove piantare i pali. Il suo raggio di intervento era di circa 60km, che rappresentava quindi la sua dose quotidiana di allenamento.

Filliat aveva iniziato a correre come amatore nel 1924, ottenendo qualche buon risultato in gare minori. La prima vittoria nel 1926 ad Alençon ed al GP di Thizy. Nel 1926 ottiene una sponsorizzazione dalla Radior, una azienda di bici di Bourg-en-Bresse, e riesce cosi a partecipare al suo primo Tour de France, ma ritirandosi alla 1^tappa.

Nel 1928 vince ad inizio stagione il GP de l’Echo di Algeri, gran premio organizzato dal giornale locale. Questo convince il proprietario della Radior a mettere mano al portafogli per consentire a Filliat una nuova partecipazione al Tour. Filliat è sicuro dei suoi mezzi e, forse per convincere definitivamente Monsieur Chapolard (il proprietario della Radior) davanti un aperitivo al bar si dichiara capace di arrivare primo tra i “regionali”. Chapolard rilancia: “se vinci la categoria Touristes-routiers ti do 10.000 franchi“.

Al termine dei 5376km del Tour 1928 nessuno dei 111 Touristes-routiers arrivò al traguardo. Dei 51 regionali terminarono in 11. Primo tra questi Paul Filliat, che arrivò 25° in classifica generale, con la media di 25,766km/h. Arriva primo dei regionali alla 16^ tappa a Pontarlier.

All’arrivo al Parco dei Principi a Parigi fece un giro d’onore con la maglia gialla (che tenne dalla prima all’ultima tappa), Nicolas Frantz, vincitore anche l’anno precedente.

Frantz

Frantz, membro della fortissima Alcyon, vinse alla media di 27,876 km/h.  La Alcyon riempì il podio anche con André Leducq 2° e Maurice de Waele 3°.

Leducq e Frantz

Filliat tornò a Viriat da eroe. Il sindaco di Bour-en-Bresse tenne un ricevimento in suo onore al Café du theatre. Chapolard non solo onorò la promessa dei 10.000 franchi, ma assunse Filliat come rappresentante della Radior in Algeria. Dopo alcuni anni nel Nord-Africa Filliat tornò a Bourg-en-Bresse dove aprì un negozio di bici e divenne il mentore dei giovani ciclisti locali.

 

 

 

Commenti

  1. Vorrei mettere in evidenza , la foto con Leducq e Frantz. E' un'immagine dinamica, se guardate attentamente, i due corridori hanno un bello stile, nonostante bici in ferro con geometrie di telaio, distanti dalle bici di oggi. Stesso vale , per l'abbigliamento, non l'abbigliamento moderno stile Rapha o Assos, che esalta le forme del corpo, ma maglie in lana sformate dal sudore e dalla fatica. Comunque rimane una bella immagine di corridori, che all'epoca erano il riferimento del movimento ciclistico mondiale.
Articolo precedente

La UAE recupera Gaviria e prende Juan Ayuso

Articolo successivo

I pro si sfidano in virtual Everesting

Gli ultimi articoli in Magazine