Ieri mattina Nairo Quintana (Arkéa-Samsic) è stato investito da un’automobile mentre trnasitava nel comune di Montavita, nella regione di Boyaca, in Colombia, durante un allenamento con suo fratello Dayer. Secondo più testimoni l’automobilista ha effettuato un sorpasso pericoloso oltrepassando la linea continua della carreggiata ed invadendo quella opposta. Dopo l’impatto che ha proiettato Quintana a terra ha anche tentato di darsi alla fuga.
Quintana dopo la caduta è tornato a casa (10km dal luogo dell’incidente), dove si è fatto consultare da un medico che lo ha indirizzato all’ospedale di Tunja. Gli esami non hanno rilevato alcuna frattura, ma per via dei traumatismi Nairo dovrà riposare per due settimane. Lo stesso corridore si è detto fiducioso che questo incidente non comprometterà il suo obiettivo stagionale, il Tour de France.
Quintana avrebbe dovuto riprendere le competizioni il prossimo 20 luglio, al Tour de l’Ain.
Se sono un automobilista e passo col rosso la colpa è mia. Punto.
Non cerchiamo colpe nei massimi sistemi dell'universo o negli antenati.
Poi ci sta sia la repressione nel breve termine che la prevenzione nel lungo termine per carità, ma se cominciassimo a pensare all'argomento in termini di responsabilità individuale (perché quella è!) qualcosa di buono potrebbe uscirci subito...
Davanti a casa mia c'è un senso unico alternato regolato da semafori (un tratto di strada è troppo stretto per consentire a due auto di incrociarsi), con rosso interminabile e verde di breve durata.
Una sera rientrando a casa in macchina mi sono visto sbucare da dietro l'angolo un ciclista (passato col rosso) proveniente dalla direzione opposta alla mia e c'è mancato poco che lo sfiorassi, prendendomi un terribile spavento. Ho accostato la macchina arrabbiatissimo tentando di inseguirlo a piedi, ma naturalmente s'era già volatilizzato.
Anche io non sempre rispetto pienamente il codice della strada, lo ammetto, però sono consapevole dei rischi che corro e siccome tengo alla mia salute, non sarei MAI passato col rosso in quel punto. Evidentemente c'è tanta gente (non solo noi ciclisti) che non si è fatta ancora abbastanza male da arrivare a capirlo.