Roglic e la Jumbo-Visma accusano Wright della caduta alla Vuelta

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Primoz Roglic e la Jumbo-Visma accusano Fred Wright della caduta alla Vuelta alla 16^tappa, per la quale lo sloveno ha dovuto poi ritirarsi. Lo fanno in un sorprendente comunicato stampa sul sito della squadra stessa, dove, in modo inusitato, viene riportato un vero e proprio sfogo di Roglic:

Non va bene“, dice il corridore del Team Jumbo-Visma in riferimento alla collisione con Fred Wright (Bahrain-Victorious), arrivato poi quarto. “Queste cose non dovrebbero accadere. Le persone passano oltre velocemente, come se nulla fosse. Per me non è cosī. Questo non è il modo in cui voglio che lo sport continui e voglio chiarirlo“.

 

Il tre volte vincitore della Vuelta a España ha riferito di sentirsi “leggermente meglio” questa mattina. Si è astenuto dal commentare se sarà in grado di continuare la stagione. “Posso camminare un po’. Per il momento sono contento di questo. Dopo l’incidente mi ci è voluto del tempo per sistemare le cose. Mi sono chiesto: come è possibile? La mia conclusione è che il modo in cui è avvenuto questo incidente è inaccettabile . Non tutti l’hanno visto correttamente. L’incidente non è stato causato da una strada in cattive condizioni o da una mancanza di sicurezza, ma dal comportamento di un corridore. Non ho gli occhi sulla schiena. Altrimenti sarei andato largo. Wright è arrivato da dietro e mi ha toccato sul manubrio prima che me ne potessi rendere conto“.

 

Nel comunicato vengono anche riportate le parole di Richard Plugge, Team manager della Jumbo-Visma, ma anche presidente dell’AIGCP (Association International des Groupes Cyclistes Professionels) e fondatore di un gruppo di lavoro sulla sicurezza nel ciclismo creato dopo  il famoso incidente al giro di Polonia in cui rimase coinvolto Fabio Jakobsen:

Abbiamo condotto ricerche su numerosi incidenti di gara, e sono stati mappati in un database. Le cause sono state classificate. Gli ostacoli sulla strada, ad esempio. Così come le ‘colpa del corridore’ o le ‘colpe dell’altro corridore’. Abbiamo ragione a parlare di punti pericolosi in un percorso, come l’entrata a Burgos. Tuttavia, la ricerca mostra che il comportamento in gara dei ciclisti è responsabile di una caduta in circa la metà dei casi. Non frenare, ma farsi strada spingendosi, per esempio. Non mi sorprende perché ogni corridore vuole vincere. Mi verrebbe da dire: frena e usa il cervello. Si richiede un cambiamento del comportamento, guidato da consapevolezza e un giudizio coerente. Poco dopo l’incidente in Polonia è quasi andata male di nuovo alla Milano-Sanremo per il 3° e il 4° posto. Per fortuna è finita bene, ma il comportamento è rimasto impunito. Dobbiamo affrontare il fenomeno correttamente“.

Per Plugge il fenomeno ha preso questa piega in tempi relativamente recenti: “Dieci anni fa i piloti più anziani lanciavano l’allarme perché i più giovani mostravano meno rispetto, si assumevano rischi irresponsabili e si facevano strada in ogni modo. I più giovani di una volta sono i corridori anziani di oggi. Ma si sente ancora la stessa discussione, anche se siamo una generazione avanti. Quindi questo deve cambiare. Sono contento che Primoz parli, guardandosi allo specchio e puntando il dito anche sul comportamento dei corridori“.

E questa è la posizione della Jumbo-Visma, ma dai video girati coi cellulari postati dal pubblico sui social il contatto non sembra dare chiaramente torto a Wright. É difficile valutare un’azione di pochi secondi da un video da solo una prospettiva, ma sembra che Roglic venga a contatto col corridore inglese dopo che questo lo ha già appaiato, e sia proprio lo sloveno che stringa su questo, e non il contrario. Difficile credere che Roglic a quel punto non si fosse accorto della presenza di Wright. Il quale peraltro sembra andare dritto lungo le transenne e non sembra fare movimenti laterali.

 

 

Commenti

  1. In realtà Roglic non è che sappia andare bene in bici, eh.
    C'è poco da fare e nulla, ma proprio nulla, da recriminare nel caso specifico.
  2. Grande ciclista, ma fossi in lui mi concentrerei un po' di più sulle sue cadute, senza cercare qualcuno a cui darne la colpa.
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