Seconda tappa che ha regalato grande spettacolo ed un bel momento di umanità, con la vittoria di prepotenza di Mathieu Van der Poel (Alpecin-Fenix) che con il chiaro obiettivo di onorare il nonno Raymond Poulidor, deceduto a fine 2019, vestendo la maglia gialla, ha portato un primo attacco nel primo passaggio sul Mur de Bretagne per guadagnarsi l’abbuono e poi la stoccata finale prendendo la ruota di Sonny Colbrelli ai -900mt dal traguardo e facendo il vuoto, arrivando con 6″ di vantaggio sui primi inseguitori, gli sloveni Pogačar e Roglic.
Bel momento nell’intervista dopo l’arrivo, con MvdP con gli occhi prima lucidi e che infine si è sciolto in un intenso pianto pensando al nonno. Nonno Poulidor che già ieri era stato onorato con una maglia dedicata, nei colori della squadra Mercier con cui Poulidor ha corso tutta la carriera. Carriera nella quale tuttavia non ha mai vestito la maglia gialla, nonostante 7 vittorie di tappa al Tour, quattro terzi posti e tre secondi sul podio finale. Mathieu ha dichiarato che “immagino ne sarebbe fiero, ma non è qui“. Un momento da ricordare di questo e molti Tour de France.
Per la classifica generale va notato che, a parte gli sloveni in grande spolvero, hanno dato buoni segnali Wilco Keldermann della Bora e Jack Haig della Bahran-Victorious. Ma anche Alexey Lutsenko (Astana) e Nairo Quintana (Arkéa-Samsic). Meno buoni i segnali della Ineos, che seppur compatta e davanti il gruppo per buona parte della tappa ha piazzato come miglior uomo Richard Carapaz nel gruppo a +8″, ma Geraint Thomas in quello successivo a +23″. Ora in classifica generale Carapaz è il migliore della Ineos a +31″ davanti Thomas a +41″.
Ma sinceramente mi piace più così, che attacca e non molla mai.