Tour de France 2021: Prima tappa ad Alaphilippe

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Grand Départ col botto per Julian Alaphilippe (Deceunick-QuickStep) che ha vinto per distacco la prima tappa da Brest a Landernau con una sua tipica azione, portando un attacco esplosivo sulla ripida e corta salita finale di Fosse aux Loups . Arrivato sul traguardo con 8″ di vantaggio su Michael Matthews (Bike Exchange) e Primoz Roglic (Jumbo-Visma) e tutti i migliori. Roglic ha preso l’abbuono di 4″ rispetto i diretti avversari.

Due cadute di gruppo durante la gara, una causata da una spettatrice minus habens.

La seconda ha però fatto più danni, in particolare per la Israel SUN, con Michael Woods a +8’49” e Dan Martin a +5’33”.  Da verificare le condizioni di alcuni corridori della Jumbo-Visma coinvolti direttamente nella prima caduta ed arrivati tra gli ultimi: Tony Martin , Mike Teunissen e Sepp Kuss. Oltre a Marc Hirschi (UAE). Marc Soler (Movistar) l’ultimo a tagliare il traguardo a +24’48”.

La bici di Steven Kruijswijk al traguardo:

 

Alaphilippe è il 3° corridore francese a conquistare la maglia gialla alla prima tappa da campione del mondo dopo George Speicher nel 1934 e Bernard Hinault nel 1984 (Speicher non indossò la maglia gialla perché all’epoca prevaleva quella di campione del mondo). Il 5° se si considerano anche il belga Eddie Merck (1979) e l’olandese Gerrie Knetemann (1972). Primo francese a vincere la tappa di apertura al Tour dal 2001 (Christophe Moreau).

Commenti

  1. Ser pecora:

    Ironia della sorte, a causa della caduta causata dalla tizia si è ritirato solo Sutterlin. Ha causato più danni la seconda caduta.
    La prima caduta erano a "spasso". Si sono poco più che appoggiati l'uno all'altro. Nella seconda erano a tromba a 60 kmh, volavano bici da tutte le parti alte 10 metri.
  2. Ser pecora:

    Era per dire che non corrono in un ambiente protetto. Quindi che sia il tifoso, il gatto o la buccia di banana, che tutta la loro preparazione vada in malora in un attimo fa parte delle possibilità.
    Merckx nel Tour de '75 si è beccato un pugno in pancia da un tifoso. Che per la cronaca fu processato e condannato ad una pena simbolica di 1 franco.
    Le corse avvengono su strada che per definizione è un ambiente non protetto e non proteggibile, per cui una certa percentuale di rischio è inevitabile e va messa nel conto. Poi ci sono gradi diversi di "cazzate", c'è chi appoggia la giacca ad una transenna, c'è chi cerca di fare una foto migliore, a chi sfugge il cane e chi è solo interessato a vedersi in TV, magari travestito da cretino. Non si può evitare, ma si può evitare di giustificare, come qualcuno va facendo, se non altro perché il "vivere social" costa la vita a decine di ciclisti (e non solo) ogni anno.
  3. matthewbene:

    riguardavo il video sulla pagina di fb di eurosport o gazzetta non ricordo. come al solito sfilze di commenti del tipo "devono correre nei velodromi" "devono guardare dove vanno" "non devono correre su strada" addirittura "non va bene correre così veloce, colpa loro dovevano rallentare";pirlùn^questa è la considerazione che ha un ciclista per l'ignorante medio (ed è una bella fetta dell'utenza con cui condividiamo quotidianamente la strada)
    Oppure "se erano centinaia era meglio" scritto da un motociclista.
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