[Test] Orbea Terra M20-D

Orbea Terra è la bici da Gravel della casa basca.

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Il Gravel è un segmento in crescita, perlopiù in Nord America, ma anche in Europa sta prendendo piede, ed ogni azienda propone con più o meno convinzione qualcosa di adatto (più spesso adattato). Orbea crede molto in questa Terra, e lo si capisce dalla convinzione con cui l’hanno lanciata e promossa. Noi non abbiamo grande esperienza e termini di confronto per il Gravel, ma abbiamo accettato lo stesso di provare (letteralmente) questa bici.

Il telaio è in carbonio, con una costruzione senza grandi proclami, se non quello di essere un telaio concepito con “buon senso”, quindi sezioni contenute per fornire flessibilità e comodità, ma senza elastomeri o altri artifizi, per contenere il peso, che è dichiarato in 1.190gr per la taglia Small. Lo standard delle ruote è perni passanti 12 x 100 ant. e 12 x 142mm post.. Reggisella da 27,2mm con possibilità di montare la batteria interna, sterzo tapered 1 1/8″- 1.5″, standard Flatmount per i freni a disco e movimento centrale PF30.

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I passaggi ruota consentono il montaggio di pneumatici 700×40 con una tolleranza di 5mm per parte.

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Il modello inviatoci era montato con trasmissione Shimano Ultegra meccanico, pignoni 11-32, dischi 160mm. Guarnitura FSA Gossamer 386 con corone “microcompact” 48-32.

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Ruote Mavic Aksium Disc gommate Schwalbe G-One 1.50″

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Il posto di pilotaggio è stato scelto in casa FSA con la linea in alluminio Energy, mentre il reggisella SLK in carbonio UD accoppiato a sella Prologo Nago.

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Sui foderi di carro e forcella sono presenti gli occhielli per montare i parafanghi

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La bici in generale si presenta ben costruita, senza fronzoli, ma con tutto al posto giusto. Dal chain catcher sul supporto deragliatore (si può montare anche monocorona), al passaggio cavi molto pulito.

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Nel valutare questa bici si è posto innanzitutto il problema del cosa farci, nel senso che la destinazione d’uso Gravel fa venire in mente grandi strade bianche che si perdono all’orizzonte di qualche sterminato Stato del Midwest USA, o ben carichi di borse ad affrontare il Continental Divide, ma per i più angusti e molto cementati spazi europei?

Alla fine, dopo un po’ di perplessità, si capisce che il problema è di chi se lo pone, ed utilizzando la Terra è diventato chiaro che la si può veramente utilizzare per farci qualunque cosa. Niente di specifico, e sempre secondo un compromesso, ma la libertà è totale.

E cosi, la si inizia ad utilizzarla su strada come normale Bdc, poi si vede una stradina laterale che si infila nel bosco e la si segue. La stradina comincia ad inerpicarsi decisa, ma col 32×32 si arriva quasi ovunque, e di colpo ci si trova ad un alpeggio.

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Ora tocca scendere, ma la strada dell’andata pare noiosa, perché non provare l’altro versante? Ed eccoci su un sentiero tra sassi e radici. Con una front Mtb non ci sarebbero difficoltà, con la Terra si tratta di andare un po’ più piano e “lavorare un po’ di braccia”, ma alla fine si torna a fondo valle senza grandi patemi.

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E se con una front ora sarebbe un po’ noioso fare il giro della montagna per tornare al versante di partenza, con la Terra si è praticamente su una Bdc, con una posizione un po’ rialzata, ma sempre su un mezzo da 8,7kg (taglia XL), ed i chilometri scorrono via veloci.

Per fare randonnée è perfetta, sia per le geometrie, che per la possibilità di montare parafanghi e per la componentistica standard (no manubri integrati) che permette di montare luci e borse.

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Senza dimenticare che cambiando le ruote la bici si trasforma in una vera bici da corsa, dimagrendo di colpo di anche 1kg (dipende dalle ruote). Ovviamente nel mezzo è possibile farci ciclocross, o usarla per allenamento invernale, magari montando ruote 650B con copertoni da 40mm che consentono di andare più sicuri anche su strade sporche o bagnate.

Insomma, una bici veramente per un utilizzo 360°. Quindi consigliabile per tutti o per nessuno, difficile infatti consigliarla per fare Gravel, quando il “Gravel” che si può fare nella bassa padana non è certo lo stesso che si può fare in Trentino o in Sardegna. Dipende dal biker e dal territorio in cui si muove. Presumibilmente per chi abita in “vera” montagna, Val d’Aosta o Valtellina ad es., è preferibile avere due mezzi specifici.

E’ sicuramente un’opzione per chi non vuole nulla di specifico e preferisce qualcosa di adattabile al momento. O per chi è nell’impossibilità economica di potersi permettere 2 o 3 bici per utilizzi specifici.

Chiaramente in ogni frangente manca qualcosa rispetto una Bdc ultraleggera, o una Bdc aero coi rapportoni, o una vera Mtb con forcella ammortizzata, ma alla fine la possibilità di poter fare tutto, soprattutto l’imprevisto, e poter prendere quella stradina che va non si sa dove, ha un suo fascino.

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Prezzo Orbea Terra M20-D (modello in test): 3199eu

Sito Orbea Terra

 

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